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Scuola Spa non piace agli enti
Le Province bocciano il progetto del Governo: e chiedono un Piano straordinario per la scuola. Mentre a Roma decollano gli arredi scolastici sponsorizzati

Non piace agli enti locali il progetto del governo che, secondo alcune anticipazioni di questi giorni, starebbe studiando la costituzione di una società per azioni cui affidare la proprietà degli edifici scolastici e la competenza per la loro manutenzione e messa in sicurezza. L’obiettivo, sarebbe un miglior utilizzo dei fondi di spesa mentre il rendimento sarebbe garantito dall’incasso di canoni per la locazione e servizi pagati dagli enti locali che cederebbero la proprietà. Il piano dovrebbe arrivare entro ottobre con un provvedimento legislativo condiviso dai ministeri di Economia, Istruzione e Infrastrutture. A oggi gli edifici scolastici sono circa 42 mila e secondo la Protezione civile per gli interventi più urgenti servirebbero 13 miliardi. Come nel caso del social housing l’operazione allo studio potrebbe poi coinvolgere altri soggetti, pubblici e privati, ma non, almeno per il momento, la Cassa depositi e prestiti. Il Ministro dell’economia, Giulio Tremonti, nei giorni scorsi aveva annunciato la messa a punto di interventi per potenziare e migliorare la manutenzione scolastica sopratutto nel Mezzogiorno. Il ministro dell’Istruzione ha rilevato che 14.700 edifici a livello nazionale presentano urgente necessità di manutenzione straordinaria per la messa in sicurezza. Non è escluso che alla ‘Scuola Spa’ potrebbe essere assegnato anche lo svolgimento di servizi di mensa o di assistenza agli studenti o anche l’aggiornamento professionale dei docenti. L’importo bandito per lavori nelle scuole è stato, negli ultimi cinque anni, in media di 1,8 miliardi di euro l’anno, mentre la spesa per consumi energetici si attesta sugli 1,5 miliardi di euro l’anno.
“L’ipotesi di creare una Scuola Spa per la gestione degli edifici scolatici è del tutto improponibile. Ci auguriamo che il governo voglia quanto prima smentire le notizie diffuse in tal senso dalla stampa, dimostrando nei fatti la volontà di costruire un sistema istituzionale federale, abbandonando ogni proposta che riporta indietro il Paese ad un centralismo che ritenevamo ormai superato”, dichiara il Vicepresidente Vicario dell’Upi, Antonio Saitta, presidente della Provincia di Torino. “Una ipotesi inaccettabile per gli enti locali e per le province in particolare, che gestiscono 3226 istituti scolastici di scuola secondaria (licei, istituti tecnici e professionali) ripartiti in 5179 edifici scolastici composti da 120.000 classi che accolgono complessivamente circa 2.700.000 alunni. Invece di attardarsi in inutili dibattiti su interventi estemporanei – sottolinea il Presidente Saitta – il Governo lavori con le province e con i comuni alla definizione di un Piano nazionale straordinario per la scuola, e sblocchi i fondi destinati alla manutenzione e alla messa in sicurezza degli edifici. È in queste scelte che si misura la volontà di costruire un sistema istituzionale federalista che fondi sui territori e sulle istituzioni locali l’amministrazione del Paese”.

SPONSOR A GO-GO
Banchi e sedie con lo sponsor, ‘regalati’ alle scuole da imprenditori privati in cambio di una targhetta con la pubblicità del loro logo. L’idea lanciata dalla provincia pugliese Barletta Andria Trani a Roma diventa realtà già dalla prossima settimana, quando è prevista la consegna dei primi arredi scolastici ‘firmati’ in otto scuole della Capitale. L’iniziativa, passata da una delibera di giunta del I municipio, ovvero quello del centro storico, è stata da poco recepita dai consigli d’istituto in base al principio dell’autonomia scolastica e accolta da sette tra aziende private e cooperative capitoline. Il motivo è semplice: “All’inizio dell’anno – spiega il presidente del municipio Orlando Corsetti (Pd) – la situazione era disastrosa: in alcune scuole del territorio non c’erano banchi, i bambini non sapevano dove sedersi e i fondi comunali erano insufficienti per far fronte a questa urgenza. Così ci siamo autorganizzati”. Tra le scuole che sfoggeranno le etichette pubblicitarie ci sono la media Giuseppe Mazzini, la Carlo Cattaneo, l’Istituto comprensivo Regina Margherita e la Di Donato, tutte nel centro di Roma. Banchi e sedie, acquistati dagli imprenditori con un totale di 40.000 euro, recheranno le targhette dello storico bar-ristorante romano ‘Lo zio d’America’, dei supermercati Sir, della ditta di costruzioni Parnasi, della Cam (un’azienda di parcheggi), del costruttore Antonelli, di una cooperativa sociale. Inoltre un centro anziani del municipio ha voluto fare un regalo particolare: ha devoluto alla causa dei “nipotini” 2.000 euro del suo fondo per viaggi di studio ed escursioni. Si tratta “di sponsor etici – precisa Corsetti – grazie ai quali il municipio coprirà il 40% delle sue esigenze di arredi scolastici fondamentali. La situazione all’inizio dell’anno scolastico – prosegue – era disastrosa: su 150 mila euro che avevamo richiesto al Comune di Roma per banchi e sedie ce ne hanno destinati, in bilancio, solo 20 mila – In molte classi i bambini, il primo giorno di scuola, non sapevano dove sedersi e nelle altre gli arredi erano vetusti. Così ho lanciato questa idea e sia la mia giunta, sia gli otto dirigenti scolastici del territorio, sia gli imprenditori mi hanno dato ragione”. “È stata una proposta che è piaciuta a tutti – afferma il presidente della commissione municipale scuola Sergio Grazioli (Idv) – anche perché, dopo aver speso tutti i fondi pubblici che avevamo a disposizione era l’unica soluzione concreta”. Il municipio ha voluto lasciare agli imprenditori l’acquisto materiale degli accessori, molti dei quali verrano consegnati la prossima settimana. Libertà di acquisto e scelta ma con indicazioni precise. “Banchi e sedie dovranno essere regolabili, in modo da poter essere utilizzati sia dai bambini delle materne sia dagli studenti delle medie. E tra gli sponsor non ci dovranno essere multinazionali”, conclude Corsetti.


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