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Secondo Osservatorio Ipsos-Anci Lombardia: il comune ente più vicino a cittadini

È stato presentato ieri mattina a Milano il secondo Osservatorio Ipsos-Anci Lombardia 2010. Lo studio si è concentrato sulla percezione della qualità della vita nei comuni lombardi e sulla soddisfazione per l’operato degli enti locali. Secondo l’Osservatorio i giudizi positivi dei cittadini sulla qualità della vita superano l’80% e sono sostanzialmente in linea con il centro nord del paese. Tuttavia l’evoluzione della qualità del vivere in Lombardia non è particolarmente positiva: il 29% la giudica peggiorata nell’ultimo anno, contro il 24% che vede un miglioramento, con un saldo negativo di 5 punti percentuali. Questa percezione si accentua nei grandi comuni: i capoluoghi e la provincia di Milano, dove la dimensione è maggiore, sono sensibilmente più preoccupati.
È stata chiesta una valutazione anche in merito all’operato degli enti locali: la valutazione in Lombardia è decisamente positiva: tra il 58% e il 64% assegna loro almeno la sufficienza, mentre i giudizi negativi sono sempre inferiori a un terzo. In particolare l’operato dei comuni viene valutato positivamente dal 64% dei lombardi, negativamente dal 31%, con un saldo positivo di 33 punti percentuali. I livelli più elevati di valutazione si registrano nei comuni non capoluogo, nella Bassa e nella Pedemontana. Il comune è il primo ente di governo cui il cittadino si rivolge. Questo dato è confermato dall’analisi comparativa delle valutazioni degli enti locali e della qualità della vita: mentre provincia e regione hanno una correlazione con la valutazione dell’andamento della qualità della vita, questa correlazione è sostanzialmente nulla per i comuni, sia a livello nazionale che in Lombardia. In sostanza il comune è valutato puntualmente: si sa cosa fa, se ne conoscono progetti e interventi, ci si aspettano risultati concreti e, spesso, immediati “Questo monitoraggio ci aiuta a conoscere le priorità e le esigenze dei nostri concittadini – commenta il Presidente di Anci Lombardia Attilio Fontana – dai dati emerge soprattutto una cosa: sono loro ad essere ben informati sull’attività del loro comune e sono in grado di giudicarci a ragion veduta perché conoscono direttamente il nostro operato, a differenza di quanto accade per altri livelli di governo. E apprezzano il nostro lavoro. Questo ci inorgoglisce, ma anche ci preoccupa, perché sentiamo la responsabilità del loro benessere e il pericolo che questa venga messa in discussione dai tagli che ci vengono imposti”.


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