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Wi Fi e liberalizzazione tv, Brunetta "apre" al futuro

La rete Wi-Fi si sta rivelando sempre più indispensabile in Italia. E il Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione Renato Brunetta propone una sua completa liberalizzazione. L’idea è stata espressa dal ministro nel corso del convegno “A colloquio con gli innovatori – la sfida Europa 2020” tenutosi lunedì al Future Center Telecom Italia di Venezia. In particolare, Brunetta spinge per un’abrogazione, o una modifica, dell’articolo 7 della Legge Pisanu.
Tale decreto impone ai servizi pubblici che vogliono offrire connessione senza fili ai propri clienti l’identificazione tramite documento di tutti coloro che usufruiscono di questo servizio, e comporta tutta una serie di procedure burocratiche per aprire un sito pubblico di connessione senza fili. Risultato: disincentivati da queste lungaggini, gli italiani rinunciano ad aprire spot Wi-Fi, e il nostro paese si ritrova con il 70% circa di hotspot Wi-Fi pubblici in meno rispetto agli altri paesi dell’Unione Europea. Istanze di modifica del decreto, introdotto nel 2005 per fini antiterroristici, arrivano praticamente da tutte le parti politiche.
Nei giorni scorsi, i parlamentari Linda Lanzillotta (Alleanza Per l’Italia), Paolo Gentiloni (Partito Democratico) e Luca Barbareschi (Futuro e Libertà per l’Italia) hanno presentato al Governo una proposta di “abrogazione delle norme recanti limitazioni dell’accesso a internet”. E oggi lo stesso ministro per l’innovazione fa sua questa sfida: Brunetta ha annunciato che la modifica o abrogazione della legge verrà discussa nel prossimo Consiglio dei Ministri. “C’è un grande consenso politico – ha spiegato il ministro – Ci sono dei problemi di ordine nazionale e di cooerenza internazionale, ma il ministro Maroni si è detto disponibile e penso che già dal prossimo Cdm, se non già una modifica, ci sarà una discussione”.
Ma non è tutto: a Venezia, Brunetta ha presentato un nuovo strumento per la “misurazione” trasparente dell’innovazione nel nostro paese. Si tratta, ha spiegato il ministro, di un “atlante” che “dirà dove si colloca il nostro Paese nei confronti degli altri Stati che solitamente in questo campo sanno raccontarsi molto più di noi. Verrà presentato in tutte le sedi internazionali e sarà una bella maniera di fare trasparenza anche nei confronti dei mercati, favorendo in tal modo gli investimenti”.


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