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Federalismo a doppia velocità
Rinvio di una settimana per il parere delle Regioni, si parte invece subito con le nuove norme per i comuni. Apertura contemporanea di un tavolo tecnico. Mentre le associazioni chiedono più peso nella riforma fiscale

Più tempo per il federalismo regionale, mentre su quello municipale il confronto politico parte subito, con contestuale apertura di un tavolo di confronto tra il governo e le amministrazioni locali. Si dunque al rinvio di una settimana della discussione in Conferenza unificata sul decreto che riguarda la riforma della fiscalità delle regioni e delle province, dopo che il Governo ha accolto ieri la richiesta formulata dalla Conferenza dei governatori, guidata da Vasco Errani. La decisione è stata formalizzata durante la Conferenza unificata in corso a Palazzo della Stamperia. “Ci sarà il rinvio del federalismo regionale e siamo in attesa della data dell’incontro, per noi fondamentale, con il Governo sulla manovra”, ha detto il presidente Errani al termine della Conferenza delle regioni. “Ribadiamo – ha aggiunto – come chiediamo dal mese di luglio, la necessità di un confronto integrato dei decreti attuativi della legge 42”, ha detto ancora il presidente dei governatori sottolineando la necessità di un percorso comune con le autonomie.
Il Governo ha invece deciso di procedere lungo l’iter parlamentare del decreto legislativo che riguarda l’autonomia impositiva dei comuni, ma non ha chiuso la porta alla possibilità di un tavolo politico nel quale riflettere sulle osservazioni che l’Anci ha avanzato. La decisione è stata formalizzata ieri sempre in sede di Conferenza unificata. “Noi abbiamo fatto presente – ha sottolineato il presidente dell’Anci e sindaco di Torino, Sergio Chiamparino – che ad oggi, per le connessioni del decreto con la manovra, non ci sono le condizioni per un’intesa. È comunque passata una posizione intermedia sulla quale siamo d’accordo. Parte la discussione parlamentare sul provvedimento ma c’è l’impegno a costruire un tavolo politico e bisogna che in questo si inserisca anche un confronto con l’economia. Il Ministro Calderoli si è detto disponibile – ha chiosato – a un incontro che accompagnerà la discussione in Parlamento”. La richiesta, all’unanimità, era stata maturata in sede di ufficio di presidenza dell’associazione nazionale dei comuni italiani. Una decisione che è stata presa “per fare in modo di utilizzare l’assemblea nazionale dell’Anci che si riunirà a Padova per ascoltare la base dei sindaci su un provvedimento così importante”, ha sottolineato Gianni Alemanno. “Sono convinto che il Governo comprenderà le nostre ragioni” e le richieste di ottenere “migliorie”, ha anche detto il primo cittadino della capitale. Intanto Chiamparino, Giuseppe Castiglione (presidente Upi) ed Errani hanno inviato al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi una lettera chiedendo “un coinvolgimento effettivo ed immediato delle Regioni, dei Comuni e delle Province nel processo di elaborazione delle proposte in materia di riforma fiscale”. Dopo aver condiviso l’intenzione del Governo di avviare una riforma fiscale che “consideriamo necessaria” e dopo aver preso atto che l’Esecutivo “ha avviato il confronto su tali temi coinvolgendo le parti sociali” i tre presidenti ritengono però necessario “richiamare l’attenzione sull’importanza di tenere insieme la riforma fiscale con l’attuazione in corso del federalismo fiscale, che riconosce agli enti territoriali autonomia finanziaria e fiscale. Questo – sottolineano Chiamparino, Castiglione ed Errani – è un obiettivo fondamentale per migliorare le condizioni di funzionamento dell’intero sistema fiscale ed amministrativo in ambito centrale e locale e per assicurare un graduale alleggerimento della pressione fiscale sui cittadini e le imprese”. Da qui la richiesta di un coinvolgimento di Anci, Upi e Regioni con l’auspicio “che si possano condividere proposte, idee e dati per approfondire le principali questioni e ricercare le possibili soluzioni in un quadro di leale e reciproca collaborazione con tutti i livelli di governo”.
“Oggi una parte importante del Paese rischia di restare tagliata fuori dal grande processo di riforma federale, impedendo di fatto a province e comuni delle regioni a statuto speciale di cogliere una occasione irripetibile di miglioramento economico, politico e sociale, di sviluppo e progresso”, ha aggiunto il presidente Castiglione, che ha sollevato la questione alla commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale. “La legge 42 sul federalismo fiscale – sostiene – non esclude in nessuna parte l’applicazione delle sue disposizioni ai comuni e alle province delle regioni a statuto speciale. Invece il meccanismo che è stato previsto, quello cioè di lasciare la decisione sulle modalità di attuazione alle Commissioni paritetiche regionali, in mancanza di una esplicita norma crea solo blocchi e ritardi. Tra l’altro queste commissioni sono state spesso composte da soli docenti ed esperti, senza la possibilità di un confronto politico su temi che tutto sono tranne che di ordine squisitamente tecnico. Per quale motivo – si chiede Castiglione – i cittadini delle province e dei comuni della Sicilia, della Sardegna, del Friuli Venezia Giulia, della Valle D’Aosta e del Trentino Alto Adige non dovrebbero avere diritto ad avere istituzioni locali più efficienti, servizi di qualità, un fisco più semplice e quindi anche meno pesante?
Così, davvero, si rischia di fare marciare il Paese a due velocità”.


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