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Patto di stabilità allentato
Circa 1,2 miliardi di euro di alleggerimento per gli enti locali: lo prevede il maxiemendamento al d.d.l. stabilità presentato ieri. In Parlamento approda intanto il d.lgs. sul fisco locale, nonostante la richiesta di rinvio dell’Anci

In aula alla Camera martedì della prossima settimana e poi il passaggio al Senato, dove la discussione generale in aula potrebbe approdare a metà dicembre per la discussione definitiva che dovrà arrivare entro il 31 dicembre, pena l’esercizio provvisorio. è questo, in grandi linee, l’iter che dovrà seguire la finanziaria (o meglio il d.d.l. stabilità) nelle prossime settimane, dopo che ieri è stato ufficializzato il maxiemendamento che individua l’importo della manovra intorno ai cinque miliardi e mezzo.
Dalle aste per le frequenze sono in arrivo 2,4 miliardi di euro a copertura di parte del maxiemendamento alla finanziaria. Nuove entrate sono poi previste con una stretta sui giochi e da ulteriori misure di contrasto all’evasione fiscale attraverso l’inasprimento delle sanzioni e maggiori poteri di accertamento. A queste misure di copertura si dovrebbero aggiungere oltre 1,5 miliardi del fondo di Palazzo Chigi.
All’università andrà un miliardo, di cui 800 milioni saranno destinati al fondo ordinario dell’università, 100 milioni per il cosiddetto voucher fiscale (ovvero un nuovo credito d’imposta a favore delle imprese che affidano attività di ricerca e sviluppo a università o enti pubblici di ricerca) e i restanti 100 milioni per i prestiti d’onore e l’erogazione di borse di studio.
Stop al ticket sulla specialistica e la diagnostica per i primi quattro mesi del 2011. “L’onere – si legge nella bozza – sarà a carico dello Stato”.
Nel pacchetto, ha spiegato il Viceministro all’economia Giuseppe Vegas, vengono confermati 1,27 miliardi di euro a titolo di allentamento del Patto di stabilità per Comuni e Regioni, 1,5 miliardi di euro per gli ammortizzatori sociali, 1 miliardo per l’università, 800 milioni per gli sgravi sul salario di produttività. Queste saranno le misure certamente finanziate “su base annua”, mentre altri interventi dovrebbero ottenere risorse “per un periodo più breve”. A trovare spazio anche lo stop al ticket sulla diagnostica “per un periodo di 6 mesi” che dovrebbe valere circa 400 milioni di euro. “Qualcosa” dovrebbe esserci anche per l’editoria, ha aggiunto il Viceministro senza specificare i dettagli. Le missioni internazionali dovrebbero ottenere circa 800 milioni per 6 mesi e anche il 5 per mille “non sarebbe finanziato per tutto l’anno”. Dentro anche i fondi per le scuole paritarie (250 milioni). Quanto alle coperture: “fino a un miliardo dovrebbe arrivare dai giochi, 2,5 miliardi dalle aste per le frequenze delle tlc e 1,7 miliardi dal fondo di Palazzo Chigi”.
“Mi sembra che il Governo stia facendo uno sforzo per venire incontro a regioni ed enti locali. Ne va dato atto”, ha commentato il Presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota. “I dati anticipati dal Viceministro Vegas parlano chiaro: è meglio che il Governo cada subito. Al paese serve una manovra finanziaria importante, seria, in grado di guardare alla crescita e alla redistribuzione dei redditi. Berlusconi e il suo Governo non sono in grado di garantirla: il Governo si dimetta per il bene di tutti. Occorre un nuovo governo d’emergenza che scriva un provvedimento economico in grado di far fronte alle esigenze immediate e ridare fiato all’economia”, ribatte Francesco Boccia, coordinatore delle Commissioni economiche del Gruppo del Pd alla Camera.
Nel frattempo si registra una accelerazione sul decreto sul federalismo fiscale riguardante il fisco comunale. Nonostante la richiesta di rinvio da parte dell’Anci e la mancata intesa sul testo in Conferenza unificata, infatti, il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli ha depositato il provvedimento alle Camere per il parere delle commissioni competenti. “Che il decreto vada alle Camere va bene”, commenta il presidente dell’Anci Sergio Chiamparino commenta, a margine dell’Assemblea dell’Anci a Padova. “Quello che abbiamo chiesto è che nel testo si inserisca un emendamento – puntualizza il sindaco di Torino – in cui, in attesa che il decreto entri in funzione nel 2014, venga riconosciuta la possibilità di utilizzare le leve fiscali che abbiamo già nella legislazione vigente, entro certi limiti”.


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