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Fondi di coesione: CdR appoggia proposta Commissione

I responsabili regionali e locali sono favorevoli alle proposte di modifica dei finanziamenti regionali UE, che attualmente ammontano a 50 miliardi di euro l’anno. A Bruxelles la Presidente del Comitato delle regioni, Mercedes Bresso, ha detto al commissario europeo Johannes Hahn di ritenere queste proposte “un passo nella giusta direzione”. I piani della Commissione risulteranno vantaggiosi per tutte le regioni, sostenendo i loro sforzi volti a creare migliori opportunità economiche per tutti, a migliorare le condizioni di vita e a promuovere lo sviluppo. Allo stesso tempo, la Presidente Bresso si è opposta al congelamento degli aiuti regionali per i paesi con una spesa pubblica eccessiva: questa misura punirebbe ingiustamente i governi regionali e locali per decisioni adottate a livello nazionale.
Gli aiuti regionali dell’UE cofinanziano migliaia di progetti, dagli impianti per il trattamento delle acque reflue fino alla formazione per i disoccupati e ai cluster per l’innovazione. I programmi di finanziamento attuali finiranno nel 2013 e vanno dunque rivisti. La Quinta relazione sulla coesione della Commissione europea, presentata la scorsa settimana, ha dato il via al dibattito sulla riforma. Essa sottolinea che gli investimenti futuri dovranno essere strettamente legati agli obiettivi della strategia Europa 2020, e propone condizioni più severe e incentivi per la gestione dei fondi europei. Per analizzare gli effetti di queste novità sulle regioni e i comuni, il Comitato delle regioni (CdR) ha organizzato oggi a Bruxelles, presso la sua sede, un dibattito che ha riunito il commissario europeo per la Politica regionale Johannes Hahn, i politici delle associazioni che rappresentano gli enti regionali e locali e i membri dello stesso CdR.
La Presidente del CdR Mercedes Bresso ha osservato che la relazione “affronta molte questioni sollevate dal CdR nello scorso biennio”, ha dato un giudizio positivo sull’idea della Commissione europea di continuare a far beneficiare tutte le regioni degli stanziamenti per la coesione e si è espressa a favore dei progetti per coordinare meglio i fondi dell’UE. Per quanto riguarda una delle proposte più controverse della Commissione, la Presidente ha dichiarato: “Le regioni non devono essere punite per gli errori dei governi nazionali. Congelare i fondi europei per i paesi che violano il Patto di stabilità non è una buona soluzione, e anzi il suo unico effetto sarebbe quello di peggiorare la situazione nelle regioni colpite”. A proposito dei “punti di merito” che potrebbero fruttare ai paesi virtuosi un aumento dei finanziamenti regionali dell’UE, ha aggiunto: “In linea di principio accetto l’idea di una “riserva europea” per gli stanziamenti dell’Unione. Queste risorse in più potrebbero essere assegnate quando i programmi sono in corso di svolgimento, per rispondere ai nuovi problemi emergenti. Non credo però che dovremmo riassegnare i fondi in base al contributo dato al raggiungimento degli obiettivi di Europa 2020″.
Nei prossimi mesi, Michel Delebarre (FR/PSE) preparerà la relazione ufficiale del CdR su questi temi. Il sindaco di Dunkerque nonché presidente della commissione Coesione territoriale del CdR ha espresso soddisfazione per le “proposte coraggiose di governance multilivello e l’impressionante lavoro di analisi, che si basa necessariamente su dati precedenti la crisi. Rimane però ancora molto da fare per risolvere problemi concreti come quello del duplice processo consistente in unì’assegnazione più specifica e in una maggiore concentrazione dei fondi. Mi pare che questi sviluppi riducano lo spazio di manovra degli enti regionali e locali”.
Il CdR è anche d’accordo con la proposta di stabilire dei meccanismi di transizione per le regioni che usciranno presto dalla categoria che gode dei finanziamenti maggiori. Secondo il sottosegretario di Stato agli Affari europei per il Land Sassonia-Anhalt Michael Schneider (DE/PPE), che all’inizio dell’anno ha redatto la posizione del CdR sul futuro della politica di coesione e il suo contributo alla strategia Europa 2020, “è positivo che la Commissione abbia affrontato la questione delle regioni in fase di transizione, su cui il CdR si è impegnato attivamente. Dobbiamo adottare misure adeguate per garantire che i finanziamenti alle regioni dell’obiettivo di convergenza non scendano troppo una volta che, dopo il 2013, saranno uscite dalla categoria che gode dei finanziamenti maggiori. È l’unico modo per garantire la sostenibilità degli investimenti europei”.
Nota per la stampa – contesto e prossime fasi
Il Trattato UE prevede che la Commissione europea presenti ogni tre anni una relazione sui progressi compiuti nella realizzazione della “coesione economica, sociale e territoriale”, cioè sugli sforzi volti a colmare il divario di sviluppo fra le diverse regioni d’Europa. La Quinta relazione sulla coesione è stata pubblicata il 10 novembre, e segna una svolta nel dibattito sul futuro della spesa per la coesione nel prossimo bilancio dell’Unione. I ministri nazionali responsabili per la Politica regionale ne discuteranno durante la riunione informale prevista per il 22 novembre a Liegi, in Belgio, durante la quale la Presidente Bresso presenterà la posizione delle regioni e dei comuni. Le prime proposte legislative sono previste per l’estate del 2011.
Il sito del CdR: www.cor.europa.eu

Il Comitato delle regioni
Il Comitato delle regioni è l’Assemblea dei rappresentanti regionali e locali dell’UE. Il compito dei suoi 344 membri, provenienti da tutti i 27 Stati membri dell’UE, è coinvolgere nel processo decisionale dell’Unione gli enti regionali e locali e le comunità che essi rappresentano e informarli sulle politiche dell’UE. La Commissione europea, il Parlamento europeo e il Consiglio sono tenuti a consultare il CdR in relazione alle politiche europee che possono avere un’incidenza sulle regioni e le città. Il CdR può inoltre adire la Corte di giustizia per salvaguardare le proprie prerogative o se ritiene che un atto legislativo dell’UE violi il principio di sussidiarietà o non rispetti le competenze degli enti regionali o locali.

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