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Inventario di fine mandato
Meccanismi premiali e sanzionatori per gli amministratori locali. Con obbligo di presentare un bilancio per rendicontare agli elettori. E possibilità di rimozione del politico incapace. Lo prevede il decreto attuativo del federalismo fiscale approvato ieri dal C.d.M.

Obbligo di presentare un “inventario” di fine mandato per gli amministratori locali, con meccanismi premiali e sanzionatori che culminano con la certificazione del “fallimento politico” di una giunta. È il contenuto del decreto attuativo del federalismo fiscale approvato ieri, come primo passaggio, dal Consiglio dei Ministri. Il decreto dovrà ora passare all’esame del Parlamento.
Il d.lgs., spiega la nota del C.d.M., “dà attuazione al criterio di base sancito dalla legge stessa: la richiesta di responsabilizzazione e trasparenza del governo delle autonomie territoriali”. Il provvedimento introduce pertanto “meccanismi premiali e sanzionatori per regioni, province e comuni che culminano nel cosiddetto ‘inventario’ di fine legislatura, per le regioni, e di fine mandato per comuni e province: una dichiarazione certificata, vero e proprio strumento pubblico di rendicontazione da parte del presidente di regione, del presidente di provincia e del sindaco, capace di attivare quel controllo democratico sancito dalla legge, informando i cittadini sullo stato di salute degli enti (a partire dalla spesa sanitaria delle regioni) in vista delle elezioni”.
Tra gli altri, “sono previsti ulteriori meccanismi di controllo quali il ‘fallimento politico’ del presidente di regione, di provincia e del sindaco, gli adempimenti relativi al mancato rispetto del patto di stabilità interno, la decadenza automatica e l’interdizione dei funzionari regionali. Sono poi previsti meccanismi premiali con specifico riguardo al rispetto del patto di stabilità interno e all’azione di contrasto dell’evasione fiscale”. Il provvedimento istituisce altresì la Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica, organo di verifica e controllo sul funzionamento del nuovo sistema di federalismo fiscale. Sul testo verranno acquisiti i pareri prescritti.
“Il varo dello schema di decreto legislativo applicativo della legge 42/2009 sul federalismo fiscale altro non è se non una ulteriore dimostrazione di un federalismo proclamato che si trasforma in un centralismo praticato”, commenta Sergio Chiamparino, Presidente della Associazione dei comuni italiani (Anci), il quale ricorda che “Anci ha sempre richiesto e sostenuto la necessità di incentivi per gli enti virtuosi e di penalizzazioni per quelli che non rispettano le regole. Ma questa deve essere una regola valida per tutti”. “Assistiamo invece – continua – ad atti dello Stato centrale che giudicano e penalizzano le realta’ locali, autoassolvendo nel contempo le inadempienze dei ministeri”. “Per i comuni – sostiene ancora Chiamparino – già oggi esistono norme che individuano costi standard per le prestazioni (cosa che non esiste per i ministeri) ed a breve gli enti locali saranno chiamati a rispondere del loro mancato rispetto, mentre i ministeri potranno continuare indisturbati a sperperare risorse pubbliche”. “Nella sostanza – conclude il Presidente Anci – siamo un po’ stufi dei tanti parlamentari ed esponenti politici che vengono a vezzeggiarci durante le Assemblee Anci, me che poi non mantengono gli impegni presi in quelle sedi”.
Intanto c’è grande attesa per l’incontro fra le Regioni e il Ministro dell’economia Giulio Tremonti, previsto per oggi alle 12.30 a Roma. La finanziaria e l’attuazione del federalismo fiscale, che il Presidente della Conferenza delle regioni Vasco Errani continua a definire strettamente e obiettivamente correlati, sono i temi, cruciali, sul tappeto. I tavoli tecnici di lavoro, avviati la scorsa settimana a seguito dell’incontro fra il Governo (presenti i Ministri Raffele Fitto e Roberto Calderoli) le Regioni e Autonomie locali non hanno garantito passi in avanti: non ci sono posizioni comuni fra enti territoriali, come aveva caldeggiato il Ministro Calderoli, nessuna possibilità di dare risposta positiva alle 15 osservazioni elaborate dalle Regioni sul decreto attuativo per l’autonomia fiscale e per l’individuazione dei “costi standard”. Si starebbe invece lavorando su una proposta formulata dall’Assessore alle finanze della Lombardia e coordinatore della Commissione affari finanziari della Conferenza delle regioni, Romano Colozzi, durante la seduta della scorsa settimana, indicando una possibile via d’uscita che i Governatori avrebbero accolto, formalizzandola al Governo. La proposta prevede il ripristino della fiscalizzazione delle risorse legate al trasporto pubblico locale su ferro, attraverso una compartecipazione delle regioni all’accisa sugli olii combustibili (già in una precedente legge Finanziaria ma cancellata con la manovra del luglio scorso). “Il primo passo fondamentale verso l’attuazione del federalismo fiscale”, aveva definito tale ipotesi lo stesso Colozzi, giovedì scorso, al termine della Conferenza delle regioni. Le Regioni chiederebbero poi la revoca dei tagli sui trasferimenti. Anche senza deroghe al patto di stabilità per mantenere invariati i saldi di finanza pubblica previsti da finanziaria e parametri di Maastricht. Si tratta di proposte concrete che se venissero accolte creerebbero le condizioni per giungere all’intesa sui decreti di attuazione del federalismo fiscale, che i Governatori hanno finora congelato.


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