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Presentato il rapporto E-gov 2010: l'Italia è leader europeo nei servizi on line

Il Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione Renato Brunetta ha presentato il 20 dicembre scorso a Palazzo Vidoni il Rapporto e-Gov Italia 2010. L’iniziativa rientra nel Piano e-Government 2012, varato dal Governo lo scorso 21 gennaio 2009 in sintonia con la strategia europea EU2020 e con la Digital Agenda Europea. I due obiettivi sono la riorganizzazione della p.a. secondo i criteri di efficacia, efficienza ed economicità; e la creazione di un circolo virtuoso che dalla p.a. possa estendersi a tutto il sistema Paese.
Il Rapporto nasce dalla necessità di ricostruire la mappa del cambiamento in atto per raccogliere, misurare e rendere visibili i risultati, a volte poco noti, realizzati dalla Pubblica Amministrazione. Il lavoro è stato curato dal Dipartimento per la Digitalizzazione e Innovazione tecnologica della Pubblica Amministrazione (DDI) e da DigitPA, su specifico mandato della Commissione permanente per l’innovazione tecnologica delle regioni e degli enti locali.
Dal Rapporto emerge come, con il Piano e-Gov 2012 voluto dal Ministro Brunetta, si sia investito per digitalizzare i processi interni di ogni amministrazione pubblica migliorando i servizi pubblici on-line a favore dei cittadini e delle imprese.
I risultati ottenuti sono evidenti. Nel confronto europeo la Commissione riconosce che l’Italia è tra i paesi con le migliori performance per e-Government, così come emerge dall’indagine “European e-Government Benchmarking 2010”, nella quale sono misurati i progressi dei 27 paesi dell’Unione Europea relativamente alla disponibilità di 20 servizi on-line. L’Italia ha raggiunto il 100% della disponibilità on-line dei servizi, contro una media europea dell’82% (69% nel 2009). In un solo anno l’indicatore è cresciuto di ben il 40%.
I dati contenuti dimostrano un significativo miglioramento dell’Italia: siamo i primi, insieme a Svezia, Austria, Portogallo e Malta, per la disponibilità dei servizi on-line; secondi, insieme a Germania, Svezia e Portogallo, per livello di qualità dei 20 servizi on-line.
Il Rapporto presentato lunedì scorso dal Ministro Brunetta si compone di due parti:

  1. la prima – suddivisa in nove capitoli – analizza il livello di diffusione, l’utilizzo dei nuovi servizi e le soluzioni tecnologiche-organizzative indirizzate a migliorare il rapporto tra PA, cittadini e imprese nel campo della sanità digitale, della scuola e dell’università digitale, dell’infomobilità urbana, e su base territoriale, dei servizi digitali per imprese e lavoro, nonché lo stato dei servizi telematici e informatici collegati alla giustizia civile. Descrive il livello di disponibilità, interoperabilità e utilizzo delle banche dati pubbliche, centrali o locali, centralizzate o federate, il livello di informatizzazione della p.a. e il grado di copertura territoriale della connettività a banda larga;
  2. la seconda contiene 21 schede finalizzate a presentare, regione per regione, lo stato di avanzamento di ciascuna sezione tematica.

Gli obiettivi raggiunti e le situazioni ancora critiche nel Rapporto presentato da Brunetta

Nel corso della conferenza stampa di presentazione del Rapporto e-Gov Italia 2010, il Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione Renato Brunetta ha evidenziato i nove punti su cui è stata incentrata l’azione del governo in materia di innovazione tecnologica, mettendo in risalto non soltanto i numerosi obiettivi raggiunti ma anche le criticità attualmente in essere.

Rapporto cittadino-PA
La PEC registra un ampio grado di diffusione nella PA, arrivando a quasi 20.000 caselle registrate all’interno dell’Indice delle Pubbliche Amministrazioni. Oltre il 40% dei Comuni ha una casella PEC (con punte del 90% in Umbria e del 75% in Friuli Venezia Giulia) ma con percentuali ancora basse (che non superano il 20%) in Calabria, in Abruzzo, in Basilicata e in Sardegna. Oltre la metà dei Comuni pubblica – come previsto dalla legge – l’indirizzo PEC sul proprio sito web. Il servizio Postacertificat@ si sta progressivamente diffondendo anche tra i cittadini: le richieste di attivazione sono 450.000, già cresciute negli ultimi 15 giorni di circa il 20%.

Sanità digitale
Sul fronte della sanità sono stati realizzati interventi per la digitalizzazione dei processi base. Da qualche mese è operativo l’obbligo di invio telematico dei certificati di malattia da parte dei medici, il 90% tra quelli di medicina generale è già abilitato per l’utilizzo della nuova procedura. Grazie al nuovo sistema di comunicazione, in pochi mesi sono pervenuti all’INPS per via telematica oltre 2 milioni di certificati di malattia online. Il confronto con i dati dell’anno precedente indica come nei primi mesi di diffusione la percentuale di copertura del nuovo servizio ammonti a oltre il 60%.

Scuola e Università digitale
Appaiono rilevanti le iniziative realizzate nel settore della scuola: nel complesso sono state consegnate oltre 22.300 Lavagne Interattive Multimediali (3.300 da parte del DDI; oltre 17.000 dal MIUR; 900 dalle Regioni). È stato realizzato il portale “ScuolaMia” che permette alla scuola di erogare servizi digitali alle famiglie. In pochi mesi hanno spontaneamente aderito all’iniziativa oltre 2.800 scuole di ogni ordine e grado su tutto il territorio nazionale, abilitandosi così alla comunicazione attraverso Pc, PEC o Sma con i genitori degli studenti per la trasmissione di comunicazioni o documenti inerenti l’attività didattica (pagelle, assenze, orari di ricevemento).
“Innovascuola”, il portale che consente l’accesso a contenuti multimediali, dispone di quasi 1.190 contenuti gratuiti dedicati alle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado. Al portale risultano registrati oltre 2.000 utenti, di cui 751 docenti e 1.287 studenti.
Sono state attivate iniziative per incrementare la copertura WIFI e l’adozione di servizi online in 55 diversi Atenei. Oggi tali servizi sono disponibili per circa il 90% dell’intera popolazione studentesca. Inoltre è stata impressa una forte accelerazione al processo di digitalizzazione e semplificazione amministrativa attraverso: l’iscrizione online, la verbalizzazione elettronica degli esami, il fascicolo personale dello studente, l’automazione dei flussi informativi e l’adozione di servizi VoIP.

Giustizia digitale
Nel campo della Giustizia civile sono stati realizzati rilevanti interventi per diffondere la disponibilità di servizi telematici e informatici innovativi: la consultazione delle informazioni relative allo stato dei procedimenti risultanti dai registri di cancelleria; la consultazione dei fascicoli virtuali relativi ai procedimenti di interesse; la trasmissione di comunicazioni e notifiche; il deposito di atti e documenti. Il processo di digitalizzazione è decollato in quasi tutte le realtà nazionali con livelli diversi di implementazione nei singoli distretti. Il sistema di consultazione dei registri di cognizione è ormai disponibile in tutti i distretti, mentre meno diffusi risultano i sistemi di consultazione dei registri di esecuzione, dei fascicoli Polis WEB PCT-SICID e SIECIC.

Infomobilità
I servizi ICT legati al trasporto pubblico e privato sono diffusi soprattutto nelle città medio-grandi, seppure non manchino casi di interesse in alcuni centri di media dimensione. Quasi i due terzi dei capoluoghi di Provincia dispongono di varchi elettronici con telecamere per l’ingresso nelle Zone a Traffico Limitato (ZTL). In circa il 40% dei capoluoghi di Provincia è possibile pagare la sosta con carta intelligente prepagata, ma solo nel 3% dei centri urbani si può provvedere alla ricarica online.

Servizi alle imprese e per il lavoro
Sono stati sviluppati servizi digitali innovativi in grado di far fronte alla complessità del “sistema impresa” e del “sistema lavoro”. Poco più di un terzo dei Comuni italiani offre servizi on-line rivolti alle imprese. Nel caso dello Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP), meno di un terzo dei Comuni ha predisposto la disponibilità di un accesso on-line. La situazione è ovviamente migliore nei comuni capoluogo, con il 40% circa che dispone del SUAP on-line. I servizi per il lavoro, generalmente erogati su base provinciale, sono stati oggetto di iniziative territoriali alquanto diverse, che hanno determinato una presenza sul territorio di Sistemi Informativi per il Lavoro (SIL) articolati in modalità differenti.

Banche dati pubbliche
Il quadro relativo alle principali banche dati pubbliche (anagrafe popolazione, territorio e fisco) risulta, nel complesso, consolidato. Vi è un buon grado di informatizzazione di base, tanto a livello centrale quanto relativamente alle pubbliche amministrazioni locali. Anagrafi e gestione dei tributi risultano informatizzati in quasi tutti i Comuni e le dotazioni tecnologiche più complesse possono dirsi sufficientemente diffuse anche nei Comuni di media dimensione. Oltre la metà dei Comuni rende disponibili online informazioni e servizi relativi alle banche dati. Capillare è inoltre il collegamento alle banche dati centrali.

Dotazione tecnologica, reti e servizi infrastrutturali della p.a.
Il protocollo informatico, il collegamento a Internet e la gestione del personale sono ormai largamente informatizzati in tutti i comuni del territorio nazionale. Sufficientemente diffuse risultano le connessioni a banda larga e firma digitale, mentre Intranet e VoIP sono disponibili in una quota ancora modesta di Comuni. In diverse regioni i Comuni presentano un livello di informatizzazione pari al 100%. Risulta utile segnalare alcuni casi di eccellenza: le procedure relative al personale in Sardegna, la gestione degli atti amministrativi nelle Marche, l’Intranet e le connessioni a banda larga in Trentino-Alto Adige, la firma digitale in Toscana, il protocollo informatico in Umbria e il VoIP in Emilia-Romagna.

Copertura infrastrutturale a banda larga
A oggi risultano coperti da banda larga circa 55 milioni di italiani. Considerando sia il servizio a banda larga fissa sia a banda larga mobile, risulta che l’8,4% della popolazione italiana soffre il digital divide, rispetto al 13% del 2009 (-4,6%). Dal 2009 ad oggi, il piano di interventi ha quindi portato la banda larga a ulteriori 2 milioni di persone, a cui se ne aggiungerà un altro milione entro la metà del 2011. Nelle città il grado di copertura appare in linea con quanto si registra negli altri Paesi europei. Qualche problema si rileva ancora nelle aree scarsamente abitate. In alcune aree del Paese il divario digitale resta particolarmente allarmante, come nel caso del Molise (dove il digital divide sfiora il 35%), della Basilicata (oltre il 20%), del Veneto e dell’Umbria (entrambe con il 17%).


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