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Federalismo, pollice verso dei comuni
Lesione dell’autonomia. No all’individuazione dell’aliquota Imu con la legge di stabilità. Sono alcuni dei rilievi dell’Anci. Disco rosso anche dal Pd: modifiche peggiorative. Oggi il C.d.M. decide sulla proroga

Pollice verso dai comuni alla nuova versione del federalismo municipale, prevista nel nuovo testo di decreto del Ministro Calderoli. Il principale torto del decreto sul fisco municipale è quello di “ledere l’autonomia dei comuni”, ha detto il presidente dell’Anci e sindaco di Torino Sergio Chiamparino, in una dichiarazione pubblicata sul sito dall’Anci al termine della riunione dedicata all’analisi del nuovo testo del decreto Calderoli sul federalismo municipale. Sia da parte dei comuni sia da parte delle opposizioni è giunto in serata l’invito a prorogare i tempi per il vaglio del decreto e quindi per il via libera allo stesso. Una tematica che dovrebbe essere già oggi all’attenzione del Consiglio dei Ministri, come confermato dal presidente della Bicameralina per il federalismo, Enrico La Loggia.
Chiamparino, riferisce l’Anci, ha evidenziato come il testo, illustrato mercoledì sera dal Ministro della semplificazione Roberto Calderoli, presenti problemi sia per la disciplina transitoria che per quella a regime. A giudizio di Chiamparino, in particolare, dal testo non emergono “quelle risposte in materia di autonomia più volte richieste dall’Anci, che potevano consentire di recuperare anche se parzialmente i tagli alle risorse prodotti nel 2010”. Tra queste il presidente Anci ha citato lo sblocco dell’addizionale Irpef, il contributo di soggiorno e la devoluzione dell’incremento di gettito dei tributi immobiliari attribuiti ai comuni. Per quanto concerne, invece, la parte a regime, il testo “contiene ancora troppe incertezze sui tempi e sui valori e ciò non consente una piena valutazione degli effetti che le nuove norme potranno provocare sul territorio”. Il presidente dell’Anci ha rilevato la totale mancanza di “una regolamentazione della perequazione, da cui dipende la tenuta dell’assetto complessivo così come definito dalla legge 42”. “Il fondo di perequazione non si sa come è composto e soprattutto come funziona”. “C’è un documento unanime dell’ufficio di presidenza dell’Anci che rileva alcune incertezze nella definizione del testo – ha spiegato poi Chiamparino, partecipando alla presentazione alla stampa estera degli eventi per i 150 anni dell’unità d’Italia – ci sono dei punti da approfondire sia per quanto riguarda l’assetto transitorio che per l’assetto a regime. Ci preoccupa, in particolare, il fatto che l’aliquota dell’Imu verrebbe definita dalla legge di stabilità. Per noi questo vuol dire non avere certezza quando facciamo i bilanci e vuol dire che i comuni ogni anno dovranno venire col cappello in mano a Roma”. Inoltre, Chiamparino osserva che “le risorse del 2011 vengono rinviate ai decreti attuativi” e questo preoccupa i comuni “stante l’incertezza della situazione politica. Avremmo voluto dare un giudizio positivo ma allo stato non è possibile perciò vorremmo che il governo tornasse nella Conferenza unificata per trovarlo ma se invece volesse andare avanti mi auguro che le parti tengano conto dei nostri emendamenti”.
Anche il Partito democratico boccia l’ultima versione del decreto legislativo sul fisco municipale illustrata dal Ministro della semplificazione normativa, Roberto Calderoli. Il segretario Pier Luigi Bersani ha detto: “Così com’è non lo votiamo”. Il giudizio “negativo” sul provvedimento è emerso da una riunione che si è svolta alla presenza di Bersani e dello stesso presidente Chiamparino. La nuova versione è stata giudicata peggiore di quella precedente perché “tradisce l’obiettivo e lo spirito del federalismo, va in una direzione sostanzialmente contraria”. Alla riunione erano presenti anche i capigruppo di Camera e Senato. Durante la riunione è stato affermato che il vero federalismo è “un’altra cosa”, e che istanze federaliste giungono anche dal Pd. Si è poi notato che l’interlocuzione a livello parlamentare da parte del Pd verso governo e maggioranza c’è stata, prova ne è il fatto che il testo è stato cambiato. Tale interlocuzione non viene negata in via aprioristica, si spiega dal Pd, ma tocca alla Lega decidere cosa fare. Se il Carroccio vuole ‘portare a casa’ il federalismo così com’è, lo farà senza il voto del Pd. “Vedremo se ci sono modifiche” è stato affermato mercoledì sera, l’interlocuzione resta aperta, assicurano al Pd. Ma a nessuno ieri è sfuggita la centralità del tema del federalismo per le sorti del governo. “Il tema vero ora è quello, dobbiamo incalzarli” spiegava ieri un dirigente di spicco dei democratici.
“La situazione sul decreto è ancora nebbiosa ed è necessaria una ulteriore fase di interlocuzione con governo e parlamento”, commenta il presidente dell’Uncem (comunità montane) Enrico Borghi, intervenuto all’ufficio di presidenza Anci. “Si è compreso – dice Borghi – che la base immobiliare non può essere l’unico pilastro della futura finanza comunale, come da noi richiesto e dimostrato. Restano ancora aspetti non soddisfacenti, e tra tutti la compressione dell’autonomia dei comuni nella determinazione delle aliquote da un lato e la mancata definizione del fondo perequativo dall’altro. In particolare, su quest’ultimo punto servono garanzie certe e la necessità di precisare le modalità di finanziamento dello stesso, considerato che il fondo è essenziale per quasi tutti i comuni montani”.


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