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Acqua: scelto logo referendum
In Parlamento, emendamento Pd 'congela' privatizzazione

E’ stato scelto il logo per la campagna referendaria ‘2 sì per l’acqua bene comuné. Con 1187 voti su 9816, per una percentuale del 12,1%, il simbolo, realizzato da un ragazzo del comitato cittadino di Prato, è risultato il più votato fra 38 proposte, avanzate da diversi attivista d’Italia, nell’ambito del concorso di idee, lanciato on line dal ‘Forum Italiano dei movimenti per l’acqua pubblicà sul proprio sito (www.acquabenecomune.org). Il logo scelto dal popolo del web come ‘volto’ della campagna referendaria ha come sfondo una bolla d’acqua azzurra; sopra, oltre allo slogan ‘2 si’ per l’acqua bene comuné, è riportata una mano che con la matita pone la crocetta sul sì e che ricorda la stessa immagine utilizzata dai comitati per pubblicizzare la raccolta delle firme.
Vi saranno portate alcune piccole modifiche: l’accento sulla lettera ‘i’ del ‘Si’ e la sostituzione del indirizzo internet ‘www.acquabenecomune.org’ con ‘www.referendumacqua.it’. L’iniziativa è stata ideata dal ‘Forum italiano dei movimenti per l’acqua pubblicà per promuovere i due sì ai referendum abrogativi approvati il 12 gennaio dalla Corte costituzionale. Le due consultazioni popolari, che si terranno in una domenica tra il 15 aprile e il 15 giugno, chiameranno i cittadini a scegliere se eliminare o meno alcune norme che hanno introdotto la gestione privata del servizio idrico.

EMENDAMENTO ‘CONGELA’ PRIVATIZZAZIONE
Un emendamento dei senatori del Pd al decreto mMilleproroghe congela la cosìddetta ‘privatizzazione’ della gestione del servizio idrico nel nostro Paese. Con il provvedimento, dichiarato ammissibile dalla Commissione bBilancio e affari costituzionali di Palazzo Madama, si “sospendono le scadenze previste dal decreto Ronchi”, sui processi di privatizzazione della gestione, e quelle previste “dal decreto Calderoli”, sull’abolizione degli Ambiti territoriali ottimali (Ato).
Se l’emendamento venisse poi approvato, si aspetterebbe l’esito del referendum con i due quesiti abrogativi. A presentare l’emendamento in questione sono stati i senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta. I due evidenziano come la decisione delle commissioni sia “una decisione ineccepibile, che permetterà alle Camere di esprimersi e che va nella direzione di rispettare il diritto dei cittadini di pronunciarsi sul tema con lo strumento del referendum ormai prossimo”. “Un’accelerazione dei tempi da parte della maggioranza – concludono Ferrante e Della Seta – sarebbe dunque a questo punto una scelta inaccettabile”.


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