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P.a., stipendi in cassaforte
L'applicazione della riforma Brunetta non potrà portare a riduzioni delle retribuzioni complessive 2010. Lo prevede un'intesa siglata con parte dei sindacati a Palazzo Chigi. Possibile bis nel comparto autonomie

Le retribuzioni complessive “comprensive della parte accessoria” conseguite dai lavoratori pubblici nel 2010 “non devono diminuire” per effetto dell’applicazione della legge Brunetta sulle fasce di merito e l’erogazione del salario di secondo livello sulla base della produttività dei lavoratori. È quanto si legge dall’accordo siglato venerdì scorso con la Funzione pubblica a palazzo Chigi da Cisl, Uil, Ugl, Usae, Confsal e Cda (hanno detto no la Cgil e altre sei sigle). Una intesa che potrebbe avere adesso risvolti anche nel comparto delle autonomie locali.
Le retribuzioni fino alla fine del 2013 non potranno aumentare per la componente nazionale (i contratti sono bloccati per effetto della manovra della scorsa estate) mentre è possibile che crescano per effetto dei risparmi di efficienza delle singole amministrazioni (questi risparmi saranno interamente riutilizzati nelle amministrazioni). Di fatto comunque il potere d’acquisto complessivo delle retribuzioni diminuirà a causa dell’inflazione che si produrrà in questi anni.
Con l’accordo – si legge nel testo – “le parti, in attesa della stipulazione dei nuovi contratti collettivi nazionali di lavoro (gli aumenti salariali nazionali sono bloccati fino al 2013, ndr), convengono sulla necessità di realizzare un sistema di relazioni sindacali che persegua condizioni di produttività ed efficienza del pubblico impiego tali da consentire il rafforzamento del sistema produttivo, il miglioramento delle condizioni lavorative e della qualità dei servizi offerti dalle amministrazioni pubbliche, nonché la crescita della competenza professionale. “Le parti convengono che le retribuzioni complessive, comprensive della parte accessoria, conseguite dai lavoratori nel corso del 2010, non devono diminuire per effetto dell’applicazione dell’art. 19 del d.lgs 150 del 2009 (la parte della legge Brunetta sulle fasce di merito per gli aumenti salariali legati alla produttività, ndr). Si ribadisce comunque che per il salario di merito nei prossimi anni “potranno essere utilizzate esclusivamente le risorse aggiuntive” derivanti dai risparmi delle amministrazioni.
Sono infine fatti salvi gli scatti di anzianità nella scuola, previsti da un decreto interministeriale di gennaio 2011 e confermati nell’accordo.

LE REAZIONI SINDACALI
L’intesa “salvaguarda le retribuzioni dei lavoratori”, afferma il segretario generale della Fp-Cisl Giovanni Faverin sottolineando che “le fasce di merito “non si applicheranno ai salari attuali, ma alle sole eventuali risorse aggiuntive”. “È una firma importantissima che riporta i lavoratori al centro del cambiamento nella Pa – dice Faverin –  e fa finalmente chiarezza: niente pagelle sul salario ai dipendenti, nessun taglio di stipendio, nessuna applicazione delle fasce 25-50-25 ai salari dei dipendenti pubblici”. “Con l’accordo – conclude – la partecipazione dei lavoratori diventa il fulcro dell’innovazione e dell’efficienza del settore pubblico. Si superano in questo modo le incertezze interpretative che volevano relegare i lavoratori e le rappresentanze ad un ruolo subalterno”. L’accordo raggiunto a palazzo
Chigi “è l’ennesimo strappo per isolare la Cgil” e “colpisce i lavoratori”, ribatte il segretario generale della Fp-Cgil, Rossana Dettori. “Con l’accordo separato – si legge in una nota – la Cisl e la Uil hanno scelto di correre in soccorso di un Governo in crisi e di espellere la Cgil dal sistema di relazioni sindacali nel pubblico impiego, approvando la sospensione delle elezioni delle Rsu e il blocco dei salari per tre anni. Ci si può girare intorno quanto si vuole, si può inveire contro di noi, ma questi sono elementi evidenti, sotto gli occhi di tutti”. “È un fatto che ci amareggia – prosegue – perché rischia di pregiudicare definitivamente quei percorsi unitari che nel nostro settore sono sempre stati perseguiti, e che in queste settimane avevano ritrovato slancio attraverso una discussione approfondita tra le categorie di Cgil, Cisl e Uil”. Secondo la Fp-Cgil “è grave che tutto si sia deciso in fretta e furia” mettendo la Cgil di fronte al fatto compiuto, “mentre tutto era stato evidentemente contrattato tra le parti negli incontri separati dei giorni scorsi”.

LE REAZIONI DATORIALI
Il Commissario straordinario dell’Aran, Antonio Naddeo, si dice molto soddisfatto dell’intesa: “L’accordo – spiega – rilancia in modo rilevante il ruolo della contrattazione in un momento importante per il pubblico impiego, che deve affrontare l’applicazione della Riforma Brunetta della pubblica amministrazione e la stagione di blocco dei rinnovi contrattuali”. In questo contesto – viene sottolineato in una nota – l’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale ricoprirà “un ruolo importante, perché impegnata a definire importanti accordi riguardanti l’applicazione del nuovo modello contrattuale e le nuove prerogative previste dalla riforma Brunetta. Mi auguro che anche il comparto Regioni ed Enti locali sia d’accordo su questa impostazione al fine di avere una condivisione totale su tutto il pubblico impiego”.
E anche il Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione Renato Brunetta esprime la sua “grande soddisfazione. La firma rappresenta un importante, ulteriore passo in avanti nell’applicazione della mia riforma della Pubblica Amministrazione. Nei fatti viene rilanciata la contrattazione. Con il blocco del rinnovo dei contratti previsto dal decreto legge n. 78/2010 si è infatti avvertita la necessità di riattivare un negoziato su alcuni elementi fondamentali previsti dal nuovo modello contrattuale e dal decreto legislativo n. 150/2009”. “La condivisione delle organizzazioni sindacali dei principi cardine della riforma della Pubblica Amministrazione, fondati in primis su una maggiore efficienza e produttività del comparto pubblico – prosegue il ministro -, permette di legare le retribuzioni al miglioramento delle perfomance dei dipendenti. Nonostante l’attuale blocco del rinnovo dei contratti vengono così garantite le retribuzioni dei dipendenti pubblici, legando al merito individuale le risorse finanziarie derivanti dal miglioramento organizzativo e di efficienza (il cosiddetto ‘dividendo dell’efficienza’). L’intesa dà inoltre mandato all’Aran di stipulare un accordo quadro per la regolazione delle relazioni sindacali secondo quanto previsto dalla mia riforma. A questo punto mi auguro che anche le regioni firmino al più presto il nuovo modello contrattuale”.


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