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Parlamento, meno carta e più bit

Anche la Camera dei Deputati compie un concreto passo avanti verso l’eliminazione della carta in favore del digitale. Il passo è stato compiuto nei giorni scorsi grazie all’interrogazione parlamentare depositata dal deputato del PD Antonio Misiani, formalmente «il primo atto di sindacato ispettivo presentato attraverso la nuova procedura elettronica che prevede la firma digitale del documento».
A partire da 15 febbraio ha preso così il via il nuovo sistema previsto per l’adeguamento della burocrazia parlamentare alla nuova dimensione digitale. Gli atti parlamentari non si depositano più soltanto con il tradizionale documento cartaceo usato in passato, quindi, ma anche tramite la nuova procedura che prevede il passaggio preventivo presso il Centro Servizi per la registrazione e sfruttando la firma digitale per autenticare l’atto.
Spiega il comunicato ufficiale che «I documenti sottoscritti, come le proposte di legge, le interrogazioni e le interpellanze, le mozioni e le risoluzioni, sono inviati automaticamente, attraverso il Portale intranet della Camera dei deputati, agli uffici dell’Assemblea o del Servizio per i Testi normativi per l’istruttoria e la loro pubblicazione nei resoconti. L’intento non è soltanto quello di creare evidenti vantaggi economici con riferimento sia ai risparmi di carta e di tempo, ma anche quello di favorire un ammodernamento delle procedure di lavoro del Parlamento».
Un piccolo passo per il Parlamento, ma un grande passo simbolico verso una necessaria riforma che deve prendere esempio ed origine proprio nelle “sale dei bottoni” per poi estendersi all’intero sistema paese.


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