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Federalismo, rischio ricorsi
Con l’avvento delle nuove norme il contenzioso potrebbe raddoppiare. È l’allarme lanciato dal presidente del TAR Piemonte. Inaugurato l’anno giudiziario: pendenze in calo in Lombardia, meno ricorsi in Puglia

Il federalismo municipale è appena nato, ma già fanno capolino i primi scricchiolii. Sotto forma di allarmi per l’impatto che le nuove disposizioni (anche quelle che arriveranno, come le norme sul demanio o il fisco regionale) potrebbero avere in termini di contenzioso. La questione è stata uno dei temi centrali dell’apertura dell’anno giudiziario avvenuta, venerdì scorso nei tribunali amministrativi regionali.
“Prevedo che, con l’attuazione del federalismo, si possa arrivare anche a un raddoppio dei contenziosi che dovranno essere discussi davanti al Tribunale amministrativo regionale”, ha sostenuto il presidente del TAR Piemonte Franco Bianchi, che a Torino, ha inaugurato l’anno giudiziario del tribunale amministrativo. Per Bianchi, il nuovo sistema amministrativo è destinato a influenzare l’attività del TAR, “innanzitutto da un punto di vista quantitativo. Gli enti locali ‑ ha detto ‑ avranno nuove tasse da gestire, tutto il demanio sarà a carico del sistema amministrativo delle regioni. Per questo molti contenziosi ora discussi a Roma passeranno sotto la competenza dei TAR regionali”.
Numeri interessanti, invece, in Lombardia. Nel 2010 i ricorsi pendenti al TAR della Lombardia sono calati da 18.202 (quanti erano al primo gennaio 2010) a 13.551. Nel corso dell’anno sono pervenuti 3.333 ricorsi, mentre ne sono stati definiti 7.874.
Questi i dati più interessanti che emergono dalla relazione del presidente Francesco Mariuzzo. Nel 2000 i ricorsi pendenti erano 45.552, e negli ultimi dieci anni si è registrato un costante calo; per il presidente questo è dovuto anche “alla pura e semplice disaffezione nei confronti della giusitizia amministrativa e dei suoi risalenti formalismi” oltre che “alla perdurante crisi economico-finanziaria” e al “crescente costo dell’accesso ai tribunali amministrativi”. Pur ammettendo, continua il presidente del TAR, che al riguardo “i difensori abbiano valutazioni diverse” appare “indubitabile che da tempo la clientela rivolga loro richieste sempre più stringenti circa l’esito dei processi da intentare e sulla garanzia che, in caso di vittoria, possa tornare soddisfatta la pretesa sottesa al ricorso”. Oltre a questi fattori, non c’è da sottovalutare, aggiunge il magistrato, che “in ogni caso è un dato di fatto malinconico, ma non controvertibile, che non tutti i ricorsi sono destinati a essere definiti con sentenza di merito entro un ragionevole termine” e, quindi, “un gran numero di interessati non è più disponibile ad attendere o ha trovato un’altra soluzione al problema rappresentato in giudizio”. Il presidente ha inoltre sottolineato che di fronte a esigenze di particolare urgenza si arriva a una discussione del ricorso in tempi brevi ma questo va “a tutto detrimento dei ricorsi” che non godono di queste caratteristiche. Questo non vuol dire “che gli altri processi subiscano un vero e proprio diniego di giustizia, ma si traduce in un non reversibile pregiudizio per vicende litigiose pertinenti assai rilevanti materie, come quella urbanistica, di ambiente, di sanità e d’igiene e nelle stesse procedure di appalto”. È in questo contesto che “i tempi della giustizia amministrativa rappresentano dunque la grave crisi in cui essa da anni si dibatte”.
Passiamo al Sud. Nel 2010 il numero dei ricorsi presentati al TAR Puglia è lievemente diminuito (-1,9%) con 2.154 ricorsi depositati, rispetto ai 2.195 dell’anno precedente, ma è aumentato il numero degli atti introduttivi di motivi aggiunti, passati da 393 del 2009 a 466 del 2010, come ha evidenziato il presidente Corrado Allegretta. Nei confronti della Regione Puglia sono stati avanzati 464 ricorsi (nel 2009 erano stati 476), mentre contro il Ministero dell’interno sono state intentate 212 nuove cause (nel 2009 erano state 174), contro il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e contro il Ministero dei beni e le attività culturali, sono state invece 30. Tra gli enti territoriali spicca il Comune di Bari, con 112 ricorsi (121 nel 2009), seguito da quello di Foggia con 75 (84 nel 2009)e dalla Provincia di Bari con 49 ricorsi (83 nel 2009). Evidente il consistente contenzioso contro le amministrazioni operanti nell’ambito del servizio sanitario regionale, pari a 256 ricorsi: 160 riguardano l’Asl Bari (nel 2009 erano stati 65), 27 quelli contro l’Azienda ospedaliera universitaria Policlinico di Bari.


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