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Trasporto locale, accordo e spaccatura
Sul riparto dei 475 milioni non passa la linea della Lombardia di premiare soprattutto la virtuosità. La Campania su posizioni opposte. E prevale la solidarietà

L’accordo tra le regioni sui fondi per il trasporto pubblico locale è fatto. Ma a prezzo di una spaccatura in seno alla conferenza dei presidenti. “Sul riparto dei fondi per il trasporto pubblico locale l’accordo tra le regioni, sostanzialmente, è stato trovato”, ha annunciato il presidente della Conferenza delle regioni, Vasco Errani, al termine della riunione dei governatori di ieri. Ma subito sono arrivati i distinguo. “L’accordo è stato più o meno trovato, ma Lombardia e Campania sono su due estremi opposti”, ha detto il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro. “È giusto applicare, come ha detto il governo, un criterio di premialità. Il problema è il peso da dare alla premialità in questa fase di avvio”. Il problema dunque è quello della premialità per gli enti più virtuosi, quanto peso dare alla premialità nel ripartire i fondi sul trasporto pubblico locale. Su questo nodo si sono trovate a fronteggiarsi due opposte visioni: quella della Lombardia, che avrebbe voluto si puntasse di più sulla virtuosità di ciascuna regione, e quella della Campania, favorevole a una passaggio meno drastico dal sistema dei criteri storici a quello della premialità. L’assessore lombardo Romano Colozzi riassume così quanto è accaduto: “Si doveva fare l’accordo sul riparto dei 475 milioni, che era stato vincolato a criteri di virtuosità. Alla fine è passato un concetto molto minimalista di questo criterio. La Lombardia ha espresso perciò un parere contrario perché alla luce del federalismo fiscale il concetto di virtuosità deve essere valorizzato”. “È stato trovato un accordo, tutte le Regioni si sono sforzate per raggiungere un punto di equilibrio nel riparto delle risorse del Fondo per il trasporto pubblico locale”, ha dichiarato il presidente della Regione Lazio Renata Polverini. “È passato il principio della premialità e ritengo con una modalità che va nella direzione di una applicazione equa, affinché alcune regioni non fossero danneggiate. Per quanto riguarda il Lazio possiamo contare, rispetto allo scorso anno, su circa 7 milioni di euro in più, per il trasporto sul ferro. Non dimentichiamo che oltre ai fondi ripartiti, già previsti per legge, è importante per le regioni aver recuperato i 425 milioni di euro frutto dell’accordo raggiunto la scorsa settimana con il governo sul federalismo e per il quale anche il Lazio ha fatto la sua parte”.
“Ancora una volta la montagna ha partorito il classico topolino. Nel riparto dei fondi del trasporto pubblico locale il principio della virtuosità ha pesato per l’1 per cento. Per questo la Lombardia ha votato contro”, ha rincarato la dose l’assessore Colozzi, che è anche coordinatore della Commissione affari finanziari della Conferenza delle regioni. “Uno dei principi ispiratori della legge 42 sul federalismo fiscale – aggiunge Colozzi – riguarda proprio la valorizzazione dei comportamenti virtuosi. Ebbene, sui 475 milioni di euro da ripartire in base a tali criteri, la Lombardia è stata premiata solo con 5 milioni aggiuntivi. Poco più dell’uno per cento. Riteniamo comunque necessario coniugare la virtuosità con il concetto di solidarietà. Ma oggi tale principio è stato completamente svuotato”. “Oggi (ieri, ndr) è davvero un brutto giorno per chi vuole innovare rispetto al passato e premiare chi merita – aggiunge l’assessore alle Infrastrutture e Mobilità Raffaele Cattaneo -. Finalmente per una volta avevamo la possibilità di premiare chi aveva investito di più sul trasporto pubblico. Devo invece constatare che molte Regioni sono per premiare i comportamenti virtuosi solo a parole e che oggi abbiamo perso una grande occasione”. “Al di là delle risorse – continua Cattaneo – quello che è preoccupante è che ci siano Regioni che rifiutano l’idea stessa di premiare comportamenti virtuosi, anche se questa idea non si traduce in un danno per loro ma solo in un beneficio per chi è stato più virtuoso”. “Evidentemente – conclude l’assessore – la questione della premialità spaventa tantissimo e per questo la Lombardia non può essere d’accordo”.


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