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Accesso ai documenti Ue: la parola d'ordine è "trasparenza"

La trasparenza delle istituzioni UE è ancora insufficiente secondo gli europarlamentari. “C’è bisogno di una migliore accessibilità ai documenti. è un elemento essenziale della nostra democrazia”. Così Michael Cashman, deputato inglese dei socialisti e democratici, ha introdotto il problema dell’accesso pubblico alle informazioni, durante l’audizione della commissione Libertà civili, giustizia e affari interni, lo scorso 13 aprile.
L’incontro era mirato ad analizzare stato di attuazione di un regolamento della Commissione, risalente al 2001, che regola la possibilità per i cittadini di consultare liberamente i documenti di Parlamento, Consiglio e Commissione europea.

Le difficoltà per i cittadini
Il regolamento non è conforme alla Convenzione ONU di Aarhus sull’accesso alle informazioni, che pure l’Unione europea ha ratificato nel 2005.
Sono, infatti, previste eccezioni all’accesso ai documenti, per motivi di protezione della politica economica, questioni legali e indagini; e questi impedimenti alla pubblica trasparenza “sono largamente sovra-utilizzati”, secondo Anais Berthier, dell’organizzazione verde Client Earth.
La Commissione chiede sistematicamente più tempo per consegnare i documenti, “a volte omette persino di rispondere”, ha continuato Berthier. Questo “causa uno spreco di tempo e denaro e a volte bisogna arrivare in tribunale per poter ricevere le informazioni necessarie”.

Le sfide per le istituzioni europee
è necessario che tutte le istituzioni europee impieghino più risorse per facilitare l’accesso ai documenti pubblici.
Bisogna promuovere la trasparenza e un’adeguata governance anche nelle Agenzie che lavorano per l’Unione.
“Cambiare la direttiva è un passo importante, ma bisogna innanzitutto cambiare atteggiamento”, ha esortato la relatrice della commissione Affari costituzionali Anneli Jaatteenmaki, deputata finlandese dei liberali europei.

L’impegno: rendere i documenti accessibili…
su richiesta: le domande scritte, o le richieste inoltrate attraverso gli uffici di informazione istituzionale, devono essere prese in considerazione entro 15 giorni; si può agire legalmente o rivolgersi al difensore civico se l’istituzione non risponde entro questo termine.


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