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Piano casa nuovo di zecca
A maggio (con decreto) il restyling mirato a superare i vincoli imposti dalle amministrazioni locali. Lo ha annunciato il Ministro Tremonti all’assise dei geometri.  Verso il via libera ad ampliamenti degli immobili fino al 20%, percentuale che sale al 30 in caso di demolizione

Casa in fibrillazione. Con le regioni protagoniste (almeno per il momento). Starebbe infatti per arrivare il piano casa con il superamento dei vincoli imposti dai governatori. È quanto avrebbe annunciato il Ministro dell’economia, Giulio Tremonti, intervenendo all’assemblea del Consiglio nazionale dei geometri che si è svolta il 21 aprile scorso a Roma. Secondo quanto riferiscono alcuni partecipanti al termine dell’assemblea, il provvedimento dovrebbe arrivare ai primi di maggio. Il Governo avrebbe infatti trovato una soluzione per superare il veto delle amministrazioni locali rimanendo però nei vincoli imposti dalla Costituzione che attribuisce a queste ultime il potere di legiferare in materia urbanistica. Il piano in linea di massima dovrebbe recepire l’impianto già noto ma l’idea sarebbe quello di renderlo più operativo a livello nazionale perché finora sarebbe stato disatteso a causa dei vincoli imposti dalle regioni. Il Ministro si sarebbe lasciato scappare anche una battuta sul fatto che ad aver bloccato il piano, oltre alle regioni, sono stati anche i Verdi. Il titolare del Tesoro avrebbe inoltre ribadito che è in arrivo un decreto sui distretti turistici. In materia di appalti Tremonti avrebbe confermato le misure per accelerare gli investimenti già previste dal Piano nazionale di riforme che prevede di introdurre delle percentuali fisse per le ‘opere compensative’ richieste dalle amministrazioni locali sui cui territori viene progettata un’opera pubblica, e anche per le riserve, attraverso le quali l’appaltatore contesta imprevisti o vizi del progetto in corso d’opera. La nuova edizione del piano casa dovrebbe consentire ampliamenti degli immobili fino al 20%, percentuale che salirebbe al 30 in caso di demolizione. Nel corso del suo intervento Tremonti avrebbe anche rassicurato la platea dei geometri sul fronte dei conti pubblici confermando che l’Italia non è messa male né peggio di altri paesi, a eccezione della Germania che ha avuto una grande crescita, anche se, avrebbe sottolineato il Ministro, noi italiani tendiamo ad autopenalizzarci. In particolare, il titolare del Tesoro avrebbe ribadito che il debito va tenuto sotto controllo e che l’economia italiana va meglio di quanto si tende a credere. Apprezzamento è stato espresso da geometri sulla “soluzione istituzionale” per superare “i nodi che hanno rallentato il piano casa”. Promossa la semplificazione della Scia (segnalazione certificata di inizio attività che prende il posto della Dia). L’intervento, assicurato dal ministro “potrebbe rilanciare l’economia del settore costruzioni – ha detto il presidente del Consiglio nazionale dei geometri, Fausto Savoldi – e consentire il rilancio degli appalti di lavori pubblici che devono vedere partecipi imprese edili in grado di dare lavoro ai progetti dei geometri”.
Ma si diceva che è fibrillazione in tema di casa e politiche abitative. E lo dimostra la forte richiesta avanzata dai comuni toscani nei confronti della regione: un vero e proprio Piano regionale sulle politiche abitative, che non si limiti a prevedere nuovi investimenti, comunque indispensabili, ma definisca anche interventi concreti per evitare gli sfratti in corso e investa fin da subito sulla spesa corrente per sostenere le famiglie. “Il Piano casa nazionale è clamorosamente fallito, o per lo meno al momento non ha fornito una casa in più – afferma Ylenia Zambito, assessore alle politiche abitative del comune di Pisa e coordinatrice della Consulta –. Intanto la situazione delle famiglie sta peggiorando in seguito alla crisi economica: un dato su tutti, i 7000 sfratti in Toscana in un anno, di cui l’80% per morosità. Servono interventi concreti per aiutare le famiglie sotto sfratto e occorre investire subito sulla spesa corrente per fronteggiare l’emergenza”.
Per questo i comuni toscani chiedono alla regione di rivedere l’attuale legislazione sulla casa – ritenuta inadeguata nel fornire risposte alle problematiche che i sindaci si trovano ad affrontare – e di dotarsi, partendo dai numerosi e positivi investimenti fatti, di un vero e proprio Piano regionale che indichi alle amministrazioni comunali gli ambiti di intervento. “I sindaci sono quotidianamente coinvolti nell’individuazione di risposte ai bisognosi di casa – afferma Zambito – qualche idea ce l’hanno e sono pronti a confrontarla con la regione”. Altra questione posta dai sindaci alla regione è quella dell’Osservatorio regionale sulle politiche abitative: “L’Osservatorio – continua Zambito – non dovrebbe limitarsi a raccogliere dati sulla edilizia pubblica, ma dovrebbe fotografare la situazione abitativa complessiva di tutta la regione. Se non si conoscono fino in fondo i bisogni di ogni territorio è difficile programmare la ripartizione delle risorse”. I comuni chiedono quindi alla regione di indicare loro i dati che intende richiedere attraverso lo strumento dell’Osservatorio.


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