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Piano casa in 60 giorni
Tempi rigidi per le regioni, decorso il termine si applicheranno le norme nazionali. Lo prevede il decreto sviluppo oggi all’esame del Consiglio dei Ministri

Le regioni avranno 60 giorni di tempo dall’approvazione del decreto sviluppo per approvare le leggi attuative del piano casa e in quelle a statuto ordinario, trascorsi 120 giorni di tempo, con clausola di cedevolezza, le nuove norme statali saranno “immediatamente applicabili”. È quanto si legge nella bozza del decreto sviluppo che sarà oggi all’esame del consiglio dei ministri dopo aver passato ieri il vaglio del preconsiglio dei ministri. “Decorso il termine di 120 giorni dall’entrata in vigore del decreto – si legge nel testo – le disposizioni sono immediatamente applicabili alle regioni a statuto ordinario che non hanno provveduto all’approvazione delle specifiche leggi regionali”. Saranno consentiti ampliamenti fino al 20% del volume nel caso di edifici destinati a uso residenziale e al 10% per edifici ad altro uso.
Arriva poi un piano triennale 2011-2013 per assumere a tempo indeterminato i lavoratori precari della scuola tra insegnanti, segretari e bidelli. L’approvazione del piano determinerebbe in concreto, si legge nel documento, la copertura totale (o quasi) dei posti vacanti disponibili nell’anno 2011-2012. Si tratta di circa 65mila unità fra personale docente e Ata.
Per quanto riguarda il credito d’imposta per le nuove assunzioni al Sud, sarà pari a 300 euro al mese per ogni lavoratore assunto. I lavoratori dovranno essere assunti a tempo indeterminato entro i 12 mesi successivi l’approvazione del decreto. La proposta, spiega una nota contenuta nella bozza del decreto, istituisce un credito di imposta con l’utilizzo di fondi Ue, a favore di quei datori di lavoro del Mezzogiorno che, a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto e fino alla scadenza del dodicesimo mese successivo, assumono lavoratori dipendenti svantaggiati a tempo determinato, pari a 300 euro per ciascun lavoratore assunto. Il diritto a beneficiare del credito di imposta decade se il numero complessivo dei dipendenti è inferiore o pari a quello rilevato mediamente nel 2010, se i posti di lavoro creati non sono conservati per un periodo minimo di tre anni, ovvero di due anni nel caso delle piccole e medie imprese, e nei casi in cui vengano definitivamente accertate violazioni non formali, sia alla normativa fiscale che a quella contributiva.
In campo finanziario, la rivalutazione contabile dei valori di avviamento e dei marchi d’impresa, consentita dal governo a partire dal 2008, potrebbe essere estesa anche alle quote di controllo. La misura riguarderebbe principalmente le banche impegnate a rafforzarsi patrimonialmente in vista dei nuovi criteri di Basilea 3. C’è però ancora incertezza sul fatto che la norma possa effettivamente confluire nella versione definitiva del provvedimento.


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