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Immigrati, partono i rimborsi
Una nota della Protezione civile fissa le procedure per la richiesta da parte delle p.a. delle somme anticipate per l’accoglienza. Intanto nelle regioni si intensificano i contatti con gli enti locali per la sistemazione dei nuovi arrivi

Emergenza immigrati, al via la procedura di rimborso per i soggetti attuatori. Il Dipartimento della protezione civile ha reso noto ieri che l’iter riguarda le spese sostenute dal 23 aprile 2011 per l’assistenza ai migranti e ai profughi sul territorio nazionale, in attuazione del Piano per l’accoglienza dei migranti. Per ottenere il rimborso, i soggetti attuatori, vale a dire le pubbliche amministrazioni che hanno in carico le azioni di supporto agli extracomunitari, dovranno compilare i moduli allegati alla circolare del Commissario delegato per l’emergenza migranti, che è appunto il Capo del dipartimento, inviata il 16 maggio 2011 ai soggetti attuatori.
Le schede da compilare, informa la Protezione civile, sono diverse a seconda dei beneficiari dell’assistenza, cioè migranti con permessi di soggiorno o richiedenti asilo o rifugiati. Entro la prima decade del mese successivo a quello in cui sono state sostenute le spese i soggetti attuatori devono anticipare via email i moduli compilati all’indirizzo rimborsi.nordafrica@protezionecivile.it; inviare i moduli compilati in forma cartacea al Commissario delegato, Dipartimento della Protezione Civile, Via Vitorchiano 4, 00189 Roma. Dopo le verifiche amministrative e contabili il Commissario delegato renderà disponibili su contabilità speciali le somme dovute o richiederà ulteriori elementi. Per l’assistenza ai migranti beneficiari di permessi di soggiorno la cifra base di rimborso è di 40 euro giornalieri, che possono diventare 46 purché adeguatamente documentati e giustificati. Per l’assistenza ai richiedenti asilo, i soggetti attuatori, se hanno temporaneamente utilizzato hotel o strutture analoghe, sono autorizzati a stipulare contratti per il solo vitto e alloggio per 15 giorni, rinnovabili per altri 15, nel periodo necessario ad individuare strutture di accoglienza definitive e a stipulare le relative convenzioni. Per l’allestimento di nuove strutture, insieme alla richiesta della necessaria copertura finanziaria la nota del Dipartimento richiede anche una breve scheda descrittiva della struttura con informazioni sulla proprietà, la disponibilità, gli interventi da realizzare e i costi stimati. La rendicontazione andrà inviata alla ragioneria Territoriale dello Stato competente per territorio, con la documentazione giustificativa delle spese in originale mentre una copia dovrà essere trasmessa al Capo del Dipartimento. Per snellire i contatti tra le p.a. e gli uffici della Protezione civile, la nota invita i soggetti attuatori a individuare uno o più referenti per le attività amministrativo-contabili e a comunicarli a rimborsi.nordafrica@protezionecivile.it.
Intanto le Regioni continuano, insieme con gli enti locali, a essere alle prese con l’emergenza e a tentare di individuare soluzioni di accoglienza idonee. Un appello agli enti e alle comunità locali affinché si rendano disponibili ad accogliere, nelle strutture sul territorio, una nuova tornata di profughi in arrivo dal centro Africa è stato per esempio lanciato dall’assessore regionale alle politiche sociali e coordinatrice del piano profughi per la Liguria, Lorena Rambaudi, che sottolinea “la crescente difficoltà ad assorbire i flussi in arrivo, a causa delle mancate autorizzazioni nazionali a procedere con le ristrutturazioni dei siti di accoglienza”. I prossimi profughi arriveranno domani. A Genova sbarcheranno 757 immigrati per il trasferimento verso le altre Regioni. Di questi, 50 resteranno in Liguria facendo salire a 171 la quota dei profughi in arrivo in Liguria. “Nonostante le nostre ripetute denunce – dice l’assessore Rambaudi – il ministero non ci ha ancora riconosciuto la realtà di Ventimiglia e ha fissato in 1.300 la quota dei profughi per la Liguria. Già ora – aggiunge – in questa prima fase di accoglienza iniziamo ad accusare pesanti difficoltà, sia per le comunicazioni poco tempestive che rendono difficile l’organizzazione, sia per la difficoltà ad individuare nuovo siti di accoglienza”. Proprio ieri in Regione si è svolta una riunione organizzativa per rafforzare la struttura operativa delegata ad occuparsi del piano profughi e composta dalla protezione civile regionale, dai servizi sociali, dal dipartimento immigrazione e dai servizi sanitari “perché – ha concluso Rambuadi – gli arrivi dei profughi ci pongono di fronte a nuove esigenze, anche di tipo burocratico, per i richiedenti asilo”.


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