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Arriva il codice antimafia
I Ministri Maroni e Alfano annunciano. Misure in settimana in C.d.M. La legge delega prevede la tracciabilità dei flussi finanziari e la stazione unica appaltante

Arriva il codice antimafia. “È una riforma epocale che si aspettava da anni. Uno strumento importante nelle mani dei magistrati per rendere più efficace il contrasto alla mafia. Sul testo unico della legge antimafia predisposto da me e dal Ministro della giustizia Alfano abbiamo lavorato molto, e in settimana lo porteremo nel prossimo Consiglio dei Ministri”. Lo ha detto il Ministro dell’interno Roberto Maroni ieri a Palermo per commemorare la strage di Capaci. Il nuovo codice antimafia, ha aggiunto, “è in attuazione della legge del piano straordinario contro le mafie approvato all’unanimità dal Parlamento lo scorso agosto su proposta del governo”. “Porterò all’esame del prossimo Consiglio dei Ministri il nuovo codice antimafia che prevede una sistematica raccolta e un rafforzamento delle norme che fino ad ora come ceneri e lapilli sono state disperse nell’ambito dell’ordinamento e venute fuori negli ultimi 20 anni”, ha aggiunto il Ministro della giustizia Angelino Alfano e ha sottolineato che “il codice si muove nella logica di una legislazione dura che abbiamo adottato fin dal primo Consiglio dei Ministri a Napoli nel maggio del 2008. Il governo Berlusconi ha attuato il suo programma nella lotta contro la mafia secondo i tre pilastri, cattura dei latitanti, reclusione al 41 bis e aggressione ai patrimoni criminali, e tutti e tre hanno funzionato “.
La legge delega da cui prende le mosse il codice, la n. 136 del 13 agosto 2010, recante il “piano straordinario contro le mafie, nonché la delega al governo in materia di normativa antimafia”, approvata a inizio agosto e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 197 del 23.8.2010, che è stata successivamente modificata dal decreto-legge n. 187 del 2010 convertito con modificazioni dalla legge 17.12.2010, n. 217 (in G.U. 18.12.2010, n. 295). La legge prevede tra l’altro che i flussi finanziari di chi partecipa alle gare di appalto e quelli di chi beneficia di finanziamenti pubblici debbano essere tracciabili. Arriva poi la stazione unica appaltante a livello regionale, mentre cambiano al rialzo le pene relative al reato di turbativa d’asta (reclusione da sei mesi a cinque anni) e ci sarà una nuova fattispecie di reato, in relazione alla turbativa del procedimento di scelta del contraente. La tracciabilità obbligatoria dei flussi finanziari viene estesa a tutta la filiera degli appalti e dei concessionari di finanziamenti pubblici. La legge impone agli operatori delle imprese a qualsiasi titolo interessate ai citati contratti, ad utilizzare uno o più conti correnti bancari o postali dedicati alle pubbliche commesse. Tutte le movimentazioni relative al contratto di appalto, ai fini della tracciabilità dei flussi, dovranno essere appositamente targate riportando nella causale del bonifico bancario o postale l’indicazione del Cup ossia del codice unico di progetto relativo all’investimento pubblico sottostante. Il Cup deve essere richiesto alla Stazione unica appaltante (Sua) che opera da tramite fra il Dipartimento per la programmazione della politica economica e gli appaltatori i quali comunicano alla stessa gli estremi identificativi dei conti correnti dedicati entro sette giorni dalla loro accensione. La Sua verrà istituita in ambito regionale con un decreto del presidente del consiglio dei ministri.


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