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Il decreto omnibus è legge
Disco verde dalla Camera dei deputati. Stop al nucleare, più poteri alla Cassa depositi, fondi allo spettacolo e ai beni culturali

La Camera dei deputati ha approvato in via definitiva ieri il disegno di legge di conversione del decreto omnibus, 31 marzo 2011, n. 34, recante “Disposizioni urgenti in favore della cultura, in materia di incroci tra settori della stampa e della televisione, di razionalizzazione dello spettro radioelettrico, di moratoria nucleare, di partecipazioni della Cassa depositi e prestiti, nonché per gli enti del Servizio sanitario nazionale della regione Abruzzo”. In favore hanno votato 301 deputati, i contrari sono stati 280 e 2 gli astenuti. Il testo passerà ora alla firma del Presidente della Repubblica. Sono stati 301 i voti a favore dal centrodestra (Pdl-Lega e Inziativa Responsabile), 280i  voti contrari dalle opposizioni Pd-Idv-Udc-Fli-Api e 2 astensioni. Si tratta della fiducia numero quarantatre, dall’inizio della legislatura. Alla votazione hanno preso parte 583 deputati. Il dl omnibus è passato per dieci voti: 301 sì a fronte di una maggioranza richiesta di 291 voti a favore. Dal momento della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, l’ufficio centrale della Cassazione per i referendum che sarà chiamato rapidamente a pronunciarsi per stabilire se le norme sullo stop al nucleare siano sufficienti o meno per dichiarare l’annullamento del referendum in materia. In vista di questa pronuncia, il Pd ha reso noto di avere in preparazione una “corposa e sostanziosa memoria” che verrà depositata alla Suprema Corte per “dimostrare che il referendum sul nucleare si potrà celebrare comunque”, anche dopo l’approvazione delle norme in proposito contenute dal d.l. omnibus. Trattandosi della materia più sensibile per i cittadini, tanto più dopo il disastro di Fukushima, la celebrazione o meno del referendum sul nucleare potrà avere influenza sul raggiungimento del quorum (50% +1 degli aventi diritto) nella consultazione referendaria di giugno, anche in materia di acqua e legittimo impedimento. Senza raggiungere il quorum, infatti,la consultazione sarà invalidata. Come negli ultimi dieci anni è sempre successo in tutti i referendum abrogativi celebrati in Italia. E a quel punto, se vorrà, il Governo potrà nuovamente riaprire al nucleare, una volta conclusa la moratoria di un anno stabilita dalla nuova legge. A prendere la parola, fra gli altri, nelle dichiarazioni di voto finali dei gruppi trasmesse in diretta tv per volere della Presidenza della Camera, sono stati per le opposizioni il presidente di Italia dei Valori Antonio Di Pietro che e il presidente dei deputati Pd Dario Franceschini. Di Pietro ha denunciato “l’imbroglio del Governo sul nucleare”, senza il quale “avremmo votato a favore di diverse norme del provvedimento”. Dicendosi “certo che il referendum ci sarà comunque e sarà il mezzo con cui gli italiani diranno chiaramente di voler mandare a casa questo Governo”. Il decreto omnibus, approvato in prima lettura dal Senato lo scorso 20 aprile e la cui scadenza era fissata per il 30 maggio, oltre alla rinuncia del governo a costruire le centrali nucleari, comprende tra l’altro uno stanziamento di 149 milioni per il Fondo unico per lo spettacolo (Fus), limiti nelle proprietà incrociate tra giornali e tv (viene prorogato al 31 dicembre 2012 il divieto di partecipare in imprese editrici di giornali quotidiani per società televisive che svolgono la loro attività in ambito nazionale), 80 milioni per la manutenzione e la conservazione dei beni culturali, 7 milioni per interventi a favore di enti e istituzioni culturali, la soppressione del contributo di un euro sui biglietti cinematografici stabilito nel decreto milleproroghe, la possibilità per la Cassa depositi e prestiti di intervenire a sostegno di società considerate strategiche. Alla copertura finanziaria delle misure previste dal decreto omnibus si provvederà con l’aumento delle accise sulla benzina.


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