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Giornata mondiale dell'Ambiente, occhi sulle foreste tropicali
In 10 anni -5,4 mln ettari; celebrazioni principali in India

È stata l’India la protagonista nell’edizione 2011 della Giornata mondiale dell’ambiente di ieri 5 giugno, dedicata in particolare alla salvaguardia delle foreste. Per la prima volta dall’inizio delle celebrazioni, nel 1972, è stato infatti il paese asiatico e in particolare le sue due principali città, Bombay e New Dehli, ad ospitare eventi, quest’anno centrati sul tema clou.

Urbanizzazione incontrollata, industrializzazione, intensificazione massiccia dell’agricoltura: sono queste le principali sfide legate alla crescita della popolazione in India, ormai a quota 1,2 miliardi di abitanti. I problemi sono cambiamenti climatici, deforestazione, inquinamento, perdita delle risorse idriche e commercio di fauna selvatica. Con la continua crescita dell’economia, ora il governo è a caccia di soluzioni per affrontarli.

“Non c’é nessun paese nel mondo – afferma Jairam Ramesh, ministro per l’Ambiente e le foreste – che sia così vulnerabile ai cambiamenti climatici, su tanti fronti, come lo è l’India. Questo rende necessario per noi di avere valutazioni scientifiche sull’impatto dei cambiamenti climatici”. Nella Giornata mondiale dell’Ambiente finirà poi sotto i riflettori un’animale indiano, la tigre del Bengala. Specie sempre più minacciata (la sua popolazione è crollata del 60% negli ultimi dieci anni) è anche uno dei simboli dell’India, richiede grandi quantità di spazio (fra i 60 e i 100 km quadrati), richiesta complicata dal fenomeno della deforestazione.

E’ minacciata del bracconaggio illegale, che la caccia per la sua pelle e ad uso ‘medicinale’. L’edizione 2011 della Giornata Mondiale dell’Ambiente è stata dedicata alle foreste. Il Wwf ricorda che in 10 anni si sono persi 5,4 milioni di ettari l’anno, in 30 Paesi, di foreste tropicali, e richiama l’attenzione su quelli che sono considerati ambienti ancora ‘in bilico’, come il Congo, dove ieri sera si è chiuso il Summit sulle foreste tropicali, cui hanno partecipato rappresentanti di circa 30 Paesi e altri Stati, tra cui l’Italia, come partner per lo sviluppo.

Il summit, spiega il Wwf, ha dato uno slancio alla tutela degli ambienti forestali tropicali con la dichiarazione congiunta tra i paesi partecipanti, “un passo incoraggiante verso un accordo di cooperazione vero e proprio che potrebbe essere sottoscritto al prossimo incontro ‘Rio + 20’ che si terrà in Brasile nel 2012”. Obiettivo del summit di Brazzaville era infatti quello di favorire una cooperazione nella prospettiva della gestione sostenibile degli ecosistemi forestali nei bacini dell’Amazzonia, del Congo e del Borneo Mekong. Solo queste aree, infatti, racchiudono l’80% delle foreste tropicali ed ospitano due terzi della biodiversità terrestre, fornendo al contempo sostentamento ad oltre un miliardo di persone.

Il Wwf ricorda che la distruzione di foreste a causa del taglio e o della loro trasformazione in terreni agricoli provoca il rilascio di enormi quantità di CO2 e altri gas serra nell’atmosfera: “la deforestazione è responsabile globalmente del 15% di tutte le emissioni di gas serra, perderle significa sottrarre uno dei più grandi ‘serbatoi’ di CO2. Se non si interviene subito la perdita globale di foreste – conclude l’associazione – sarà pari a oltre 230 milioni di ettari (più della superficie della Groenlandia), che potrebbero scomparire entro il 2050”.


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