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Federalismo e riscossione, cantiere di riforme
La Commissione La Loggia pronta a votare ilo decreto sull’armonizzazione dei bilanci. Il restyling di Equitalia (con un possibile allentamento della presenza nei comuni) nel decreto sviluppo o nella delega per il riordino del fisco

Il federalismo si prepara a mettere a segno un altro punto, in particolare sull’armonizzazione dei bilanci. Ma sul piano finanziario una delle novità più rilevanti dei prossimi giorni potrebbe essere il restyling delle procedure della riscossione. Con un progressivo allentamento della presenza di Equitalia nelle pratiche di competenza dei comuni.
La Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale, presieduta da Enrico La Loggia (Pdl), voterà in settimana il decreto legislativo sull’armonizzazione dei bilanci. Il calendario fissa il termine per la presentazione delle proposte di parere a oggi pomeriggio, mentre domani decorreranno i termini per la presentazione degli emendamenti e dei pareri alternativi. Mercoledì, invece, compatibilmente con i lavori di Camera e Senato, dovrebbero svolgersi la votazione sugli emendamenti e il voto finale sul parere.
Sul fronte, invece, della riforma della riscossione coattiva delle tasse, le cosiddette “ganasce fiscali” evocate dal Ministro Tremonti alcuni giorni fa, potrebbe arrivare con un emendamento al decreto sviluppo. Questo è l’auspicio condiviso dopo che la Commissione finanze della Camera ha approvato nei giorni scorsi, con voto bipartisan, una risoluzione che impegna il governo a introdurre “elementi di flessibilità” in queste riscossioni. La risoluzione del Pdl, con Maurizio Bernardo primo firmatario, ha avuto l’appoggio del Pd, come spiega Alberto Fluvi, dopo che è stata riformulata la premessa, nella quale ora si riconosce ad Equitalia di aver migliorato l’efficienza del sistema della riscossione coattiva. Assenti i deputati di Idv, Fli e Udc, il testo è stato approvato da tutti i presenti.  La risoluzione impegna il governo a “introdurre elementi di maggiore flessibilità nelle procedure di riscossione coattiva” verso gli imprenditori che “dimostrino” di non poter rispettare le scadenze “per una temporanea difficoltà” legata alla congiuntura negativa”; la legge dovrà prevedere “la possibilità di concedere al debitore un nuovo piano di rateazione, in caso di mancato pagamento di una o più rate”. Il Governo dovrà pure rivedere le norme sulla riscossione degli importi “non significativi”, cioè inferiori a 2.000 euro, in modo tale che l’agente della riscossione sia “tenuto semplicemente ad inviare al debitore solleciti di pagamento” evitando appunto le “ganasce fiscali”. Maggioranza e opposizione chiedono poi all’esecutivo di “rivedere il meccanismo di espropriazione sugli immobili, elevando a 20.000 euro l’importo sotto il quale non è possibile iscrivere ipoteca ovvero procedere ad espropriazione”. Inoltre se il debitore è proprietario di un solo immobile nel quale abita, l’iscrizione ipotecaria dovrà essere “preceduta dalla notifica di una comunicazione preventiva che assegni al debitore stesso un termine di trenta giorni per effettuare il pagamento, prima che si proceda all’iscrizione del gravame”. E ancora, nel calcolo delle sanzioni andranno evitate “forme di anatocismo”, cioè gli interessi sugli interessi.  Infine, in vista dell’attuazione del federalismo fiscale, la risoluzione chiede al Governo di verificare l’opportunità che Equitalia nella riscossione coattiva dei comuni si occupi solo di crediti tributari e contributivi, lasciando “le altre entrate” come le multe automobilistiche ai comuni stessi.  In audizione il presidente di Equitalia, Attilio Befera, si era detto d’accordo con il contenuto della risoluzione, e il proponente, Maurizio Bernardo si è dichiarato “fiducioso” che il testo possa trasformarsi in un emendamento al decreto sviluppo (il termine per la presentazione scade oggi). “Quello che possiamo modificare per rendere il decreto più efficace – ha detto il sottosegretario Alberto Giorgetti – non abbiamo problemi a farlo”. Resta da vedere, osservano fonti della maggioranza, se l’accelerazione del premier sulla riforma fiscale potrà far dirottare su questo provvedimento anche le norme sulle ganasce fiscali. In altre parole, la riforma della riscossione potrebbe vedere la luce nella delega per il riordino del fisco che, secondo alcune indiscrezioni trapelate, dovrebbe essere approvata dal governo il 16 giugno prossimo (appena prima dell’Ecofin) insieme con la manovra da 40 miliardi di euro di aggiustamento dei conti pubblici.


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