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Un freno alle ipoteche
Il limite del credito verso il contribuente al di sotto del quale il fisco non può accendere un'ipoteca su beni immobili, né può procedere a espropriazione, sale da 8 a 20mila euro. Lo prevede un emendamento dei relatori al decreto sviluppo. Oggi il voto sulle concessioni delle spiagge

Il limite del credito verso il contribuente al di sotto del quale il fisco non può accendere un’ipoteca su beni immobili, né può procedere a espropriazione, sale da otto a 20mila euro. Lo prevede un emendamento dei relatori relatori Giuseppe Marinello (Pdl) e Maurizio Fugatti (Lega) al decreto-legge sviluppo (n. 70 del 2011) presentato nelle Commissioni bilancio e finanze della Camera. La novità vale però solo quando il giudizio è pendente o l’iscrizione a ruolo è contestabile, altrimenti il tetto resta fissato a ottomila euro. Un altro emendamento prevede di portare da 150mila e 200mila euro il tetto dei mutui immobiliari a tasso variabile che potranno essere rinegoziati e aumentare da 30mila a 35mila euro il limite del reddito Isee che consente di fruire dell’agevolazione. L’emendamento, che ha passato il vaglio di ammissibilità, specifica inoltre che la rinegoziazione potrà valere o per un periodo pari alla durata residua del finanziamento originario o, con l’accordo del mutuatario, per un periodo inferiore. Un’ulteriore proposta di modifica dei relatori, anche questa dichiarata ammissibile, prevede che i distretti turistico-alberghieri previsti dall’articolo 3 del decreto diventino settori turistici. E ancora, tutti i pagamenti fra i privati devono essere perfezionati entro 60 giorni. Il limite vale per tutti i beni e se viene superato scattano gli interessi. Il termine, spiega Fugatti, può essere derogato con accordo fra le parti, salvo il caso di pagamenti che riguardino micro-imprese. La misura anticipa una direttiva europea ancora da recepire in Italia.
Le votazioni sul d.l. sviluppo hanno preso il via ieri sera ma i nodi del provvedimento, dalle concessioni sulle spiagge alle novità sul fisco (su cui è ancora aperto il confronto all’interno della maggioranza) sono state rimandate a oggi. Le votazioni avrebbero dovuto aver inizio già ieri mattina, ma a influire sui lavori potrebbe essere stato anche l’esito del referendum. L’esame è partito dall’articolo 1 sul credito d’imposta per la ricerca e proseguito con l’articolo successivo, saltando l’articolo 3 che prevede appunto le norme sul diritto di superficie delle spiagge. Resta in stand-by anche il tema dello ius variandi, cioè la modifica unilaterale delle condizioni bancarie di partenza. Anche questa questione dovrebbe essere affrontata oggi. Infine, nulla di fatto sulle misure relative al calcio scommesse dopo la posizione emersa al tavolo fra il Ministro dell’interno Roberto Maroni, il Coni e la Fgci.


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