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Costi della politica, tagli in periferia
Le regioni scendono in campo: il governatore campano Caldoro propone di creare poche macroregioni accorpando le piccole, la Calabria mette nel mirino enti e consulenze, in Veneto si fa strada lo stop agli assessori esterni

Taglio ai costi della politica, le regioni scendono in campo. Con proposte di ampio respiro, quali per esempio l’accorpamento delle realtà regionali più piccole, ma anche con atti di immediata efficacia, come accade in Calabria, e iniziative di partito, come accade in Veneto. L’idea più forte arriva dalla Campania. “Per ridurre i costi della politica potremmo anche accorpare le regioni. Ce ne sono alcune forse troppo piccole”, ha proposto il presidente Stefano Caldoro che ne ha parlato via web rispondendo alla domanda di un cittadino sull’ipotesi di creare il Principato di Salerno. “È legittimo – ha detto Caldoro – che ci siano posizioni legate alle autonomie locali. Certo, è difficile coniugare la necessità di ridurre i costi della politica e le istituzioni con l’idea di crearne di nuove. Forse si potrebbe fare l’inverso, e cioè accorpare le regioni. Ricordo una vecchia proposta in questo senso della Fondazione Agnelli che chiese di dividere l’Italia in tre sole grandi regioni. Certo è che ci sono alcune regioni troppo piccole e quindi più che farne una nuova sarebbe meglio accorpare quelle esistenti”. Caldoro ha poi commentato positivamente i tagli decisi dal Quirinale: “Il Presidente Napolitano – ha detto – ha dato un segnale molto forte sul contenimento dei costi della politica. Il Quirinale non era stato toccato dalle norme che hanno ad esempio bloccato lo stipendio dei parlamentari ma il Capo dello Stato, dimostrando una grandissima sensibilità, si è autolimitato”. Secondo Caldoro “dobbiamo continuare su questa strada. Oltre al tema degli stipendi, che ha coinvolto anche i consiglieri e i dirigenti regionali, bisogna affrontare il problema che deriva dalla presenza di troppe istituzioni: ho già lanciato la sfida in questo senso per cancellare o almeno ridurre le province e per ridurre i comuni”. “Dopo Formigoni anche Caldoro rompe il tabù dei confini regionali: il federalismo con venti Regioni aumenta e non riduce il costo della politica. Serve ridurre la Regioni a sette o otto come suggeriva la Fondazione Agnelli venti anni fa”, ha commentato il Ministro per l’attuazione del programma Gianfranco Rotondi. La proposta, dunque, potrebbe presto assumere un suo peso specifico ai tavoli che anche in questi giorni vedono coinvolti il Governo e le parti sociali, finalizzati appunto a individuare nuove soluzioni contro la crisi. Nel frattempo però, come detto, le amministrazioni si danno immediatamente da fare. “È nostra intenzione incidere in maniera significativa sui costi della politica. Peraltro, il consiglio regionale della Calabria già lo scorso anno aveva prodotto un primo taglio del 10% sul complesso delle spettanze dei gruppi e del consiglieri”, ha annunciato il presidente del consiglio regionale della Calabria, Francesco Talarico, illustrando l’esito della riunione della conferenza dei capigruppo che si è occupata delle riforme da introdurre per il taglio dei costi della politica. “È fuor di dubbio – ha aggiunto Talarico – che l’argomento in sè non era più rinviabile e abbiamo quindi concordato un piano strutturale di interventi attento a quello che ruota attorno alla politica. Si tratta comunque di un processo di riforme ineludibili ed in questa direzione reputo sia necessario accogliere l’alto richiamo venuto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il processo di riforma, affronterà questioni legate al numero dei consiglieri, alle strutture burocratiche della Regione, agli enti regionali e subregionali ed al sistema delle consulenze. Un largo spettro di interventi, in sostanza, che possono definirsi come una riforma di sistema”. “Abbiamo fatto un proficuo, importante dibattito – ha detto Talarico – su un tema che è al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica regionale e nazionale e sul quale posso dire di avere riscontrato l’unanime volontà dei gruppi consiliari di arrivare a forme condivise di riforma. In questo senso, l’intervento del presidente della giunta regionale, Giuseppe Scopelliti, è stato dettagliato ed ha offerto ai presidenti dei gruppi spunti e occasione di approfondimento sulla questione”. E al Nord? La Lega in Regione Veneto batte un colpo sulla linea dei tagli dichiarandosi pronta a eliminare gli assessori di giunta esterni se le altre forze politiche accetteranno, nella discussione sul nuovo Statuto, di dimezzare i consiglieri da 60 a 30, come proposto dal governatore Luca Zaia. Lo ha reso noto ieri in consiglio regionale, dove è riunita la Commissione Statuto, il capogruppo del Carroccio, Federico Caner. “Diamo la nostra disponibilità a eliminare gli assessori esterni – ha detto -, purché si accetti la proposta di dimezzare il numero di consiglieri da 60 a 30”. Dopo la rinuncia del presidente Zaia all’introduzione del voto di fiducia nella carta delle regole della regione, quello di Caner appare un altro passo indietro per favorire l’accordo sul voto finale al nuovo Statuto.


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