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Giudici di pace pagati dai sindaci
Gli enti locali che riterranno opportuno mantenere un giudice di pace nella propria sede dovranno farlo a proprie spese. Lo prevede il primo emendamento del Governo (riordino uffici giudiziari) alla manovra bis. Oggi le altre modifiche

Riprenderanno stamane alle 9.30 i lavori per la manovra della Commissione bilancio del Senato sulla manovra bis, dopo la sospensione della seduta iniziata nel tardo pomeriggio di ieri. Nessun voto quindi durante le riunioni. Oggi sarà esaminato l’unico emendamento presentato ieri dal governo che prevede il riordino degli uffici giudiziari e per il quale il termine di presentazione dei subemendamenti è scaduto alle 20.30. Slittano quindi ulteriormente i tempi di presentazione degli altri emendamenti del governo che rappresentano il frutto degli accordi del vertice di Arcore. Secondo quanto riferito dal sottosegretario all’Economia, Antonio Gentile, le modifiche dovrebbero arrivare in commissione oggi entro le 15.00. Dopo l’esclusione della norma sulle pensioni potrebbero comparire misure contro l’evasione fiscale. La proposta di modifica presentata ieri prevede la delega all’esecutivo per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari attraverso la riduzione degli uffici di primo grado, la ridefinizione dell’assetto territoriale secondo criteri “oggettivi e omogenei” che tengano conto dell’estensione del territorio, del numero di abitanti, del tasso di impatto della criminalità organizzata e della necessità di razionalizzare il servizio di giustizia nelle grandi aree metropolitane. L’emendamento del governo prevede inoltre che venga ridefinito l’assetto territoriale degli uffici requirenti non distrettuali e si proceda alla soppressione o alla riduzione delle sezioni distaccate di tribunale anche attraverso l’accorpamento ai tribunali limitrofi. Sarà inoltre necessario garantire che ogni distretto di corte d’appello comprenda non meno di tre degli attuali tribunali con relativa procura. Per quanto riguarda il destino di magistrati e personale amministrativo, la norma prevede che entrino di diritto a fare parte dell’organico dei tribunali e delle procure dove la loro sede originaria è stata trasferita, con relativa modifica delle piante organiche del personale. Ampio il capitolo che riguarda i giudici di pace. È prevista la riduzione degli uffici del giudice di pace dislocati in sede diversa da quella circondariale. Almeno il 50% del personale dovrà essere riassegnato nella sede di tribunale o procura limitrofa, il restante nella sede del giudice di pace presso il quale è avvenuto il trasferimento delle funzioni. Gli enti locali che riterranno opportuno mantenere un giudice di pace nella propria sede dovranno farlo a proprie spese, mentre il Ministro della giustizia avrà la facoltà di decidere per il mantenimento di un ufficio soppresso. Il Governo è delegato a emanare uno o più decreti legislativi per il riordino degli uffici giudiziari entro dodici mesi dall’entrata in vigore della manovra. L’emendamento punta a “realizzare risparmi di spesa e incremento di efficienza”.
Regna ancora incertezza sugli altri cambiamenti da apportare alla manovra. Per evitare di rimettere i tagli agli enti locali e ai comuni si punta, tra l’altro, ad aumentare le sforbiciate alle spese dei dicasteri. Si susseguono incontri sia a palazzo Madama che a via dell’Umiltà, alla ricerca di quadrare il cerchio in tempi brevi, così come richiesto dal Presidente del Senato Renato Schifani e auspicato dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Ieri la norma sul riscatto degli anni della laurea e del militare è stata eliminata, dopo la richiesta del Carroccio e le perplessità di Napolitano. Ma come sostituire quei due miliardi che sarebbero arrivati dall’intervento sulle pensioni non è ancora del tutto chiaro. Una delle ipotesi è quella di puntare tutto sulla lotta all’evasione fiscale prevedendo l’inasprimento delle misure detentive e di ipotizzare un nuovo concordato fiscale. La Lega avrebbe poi avanzato di nuovo la richiesta di estendere il superprelievo ai privati, ma il premier Silvio Berlusconi è contrario e sarebbe riuscito a stoppare la nuova proposta del Carroccio. Il Presidente del Consiglio vorrebbe l’aumento dell’Iva di un punto sui beni di lusso, ma la ‘ricetta’ è osteggiata dal Ministro dell’economia Giulio Tremonti. Una soluzione simile eventualmente, viene suggerito, potrebbe essere adottata a novembre qualora se ne manifesti la necessità. Servono – questo il ragionamento del Cavaliere – riforme strutturali per la crescita e l’unica soluzione è intervenire sulla previdenza. Se ne parlerà al Consiglio dei Ministri di oggi, alla presenza del responsabile dell’Economia mentre non è ancora certa la presenza del Capo dell’esecutivo, impegnato nel pomeriggio a Parigi. Berlusconi ha delegato Angelino Alfano, invitandolo a districare la matassa.


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