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Spesa pubblica, revisione integrale
Via libera a un emendamento alla manovra per pianificare la riduzione delle uscite. Evasione, maggiori entrate destinate a ridurre la pressione fiscale. Salvo il numero chiuso delle farmacie. Sotto esame la certificazione debiti dalle p.a.

Via libera alla spending review, ovvero la revisione integrale della spesa pubblica. La Commissione bilancio del Senato ha approvato un emendamento alla manovra a firma del senatore Pd Enrico Morando, che è stato accolto dal relatore e riformulato (>> tutti gli emendamenti approvati in Commissione). La misura consente di avere per la prima volta un metodo per la riduzione della spesa. La norma impegna in particolare il Ministro dell’economia, d’intesa con i ministeri interessati, a presentare al Parlamento entro il 30 novembre 2011 un “programma per la riorganizzazione della spesa pubblica”. Tra questi obiettivi c’è “l’accorpamento degli enti della previdenza pubblica”, andando così verso una super Inps, oltre all'”integrazione operativa delle agenzie fiscali, la razionalizzazione di tutte le strutture periferiche dell’amministrazione dello Stato e la loro tendenziale unificazione in un ufficio unitario a livello provinciale, il coordinamento delle attività delle forze dell’ordine”. Il programma dovrà contenere inoltre la “razionalizzazione dell’organizzazione giudiziaria civile,penale, amministrativa, militare e tributaria a rete, la riorganizzazione della rete consolare e diplomatica”. Sulle forze dell’ordine il testo originale della proposta Morando prevedeva l’accorpamento, ma nella riformulazione si parla invece di “coordinamento” delle loro attività. La norma prevede inoltre che, al fine di consentire alle amministrazioni centrali di “pervenire ad una progressiva riduzione della spesa corrente primaria in rapporto al Pil, nel corso degli anni 2012 e 2013, nella misura delle risorse finanziarie che si rendono disponibili”, le spese di funzionamento relative alle missioni di spesa di ciascun ministero “sono ridotte, rispettivamente, fino all’1% per ciascun anno rispetto alle spese risultanti dal bilancio consuntivo relativo all’anno 2010 e le dotazioni finanziarie delle missioni di spesa di ciascun ministero, previste dalla legge di bilancio, relative agli interventi, sono ridotte fino all’1,5%”. Nello stesso biennio è previsto che le dotazioni finanziarie per le missioni di spesa dei ministeri previste dalla legge di bilancio relative agli oneri comuni di parte corrente e di conto capitale sono ridotte fino allo 0,5% per ciascuno dei due anni. Mentre per il triennio 2014-2016 viene stabilito che “la spesa primaria del bilancio dello Stato può aumentare in termini nominali, in ciascun anno, rispetto alla spesa corrispondente registrata nel rendiconto dell’anno precedente, di una percentuale non superiore al 50% dell’incremento del Pil previsto dal Def”. Per il quinquennio 2012-2016 infine, “nel rispetto dell’invarianza dei saldi di finanza pubblica, possono essere rimodulate le dotazioni finanziarie di ciascuno stato di previsione”.

PRESSIONE FISCALE
Le maggiori entrate derivanti dalla lotta all’evasione a partire dal 2015 saranno destinate alla riduzione della pressione fiscale. Lo prevede un emendamento del senatore Nicola Rossi (gruppo Misto), approvato in commissione. “L’emendamento assegna, a partire dal 2015 – si legge nella relazione illustrativa dell’emendamento – le maggiori entrate, a carattere permanente, derivante dall’attività di contrasto all’evasione ad un apposito fondo, denominato Fondo per riduzione della pressione fiscale, e le finalizza integralmente alla riduzione degli oneri fiscali e contributivi gravanti su famiglie e imprese”. “Le maggiori entrate derivanti” dalla manovra – si legge nel testo della modifica al decreto-legge 138/2011 – “sono riservate all’Erario per essere destinate alle esigenze prioritarie di raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica concordati in sede europea, anche alla luce della eccezionalità della situazione economica internazionale”. A partire dal 2014, inoltre, la decisione di finanza pubblica dovrà “contenere una valutazione delle maggiori entrate derivanti, in termini permanenti,dall’attività di contrasto all’evasione”.

FARMACIE
La manovra economica salva il numero chiuso per le farmacie, limitando per questo settore la liberalizzazione. La Commissione ha infatti approvato un emendamento (a firma Battaglia, Pdl) all’art. 3 sulle liberalizzazioni che chiarisce che “la limitazione del numero di persone che sono titolate ad esercitare una professione sia consentita per le professioni connesse alla salute umana”. La necessità di questa misura, si legge nella relazione tecnica all’emendamento, deriva dal fatto che, “se il settore dei servizi sanitari venisse abbandonato al libero mercato, le logiche che presidierebbero alla dislocazione” di questi servizi “non sarebbero più quelle della facile accessibilità, della capillarità e dell’universalità del servizio, ma solo quelle della convenienza economica”.

CONDONO 2002
Il fisco potrà recuperare le somme non riscosse dal condono tombale del 2002. In particolare sarà possibile intervenire coattivamente al “recupero delle somme dovute e non corrisposte, maggiorate degli interessi maturati,anche mediante l’invio di un’intimazione a pagare quanto concordato e non versato alla prevista scadenza”, entro il termine perentorio del 31 dicembre 2011. Lo prevede un emendamento del Pd alla manovra, accolto dal Governo e approvato in commissione bilancio al Senato. (“L’Agenzia delle entrate e le società del gruppo Equitalia – si legge nel testo dell’emendamento –, al fine di recuperare all’entrata del bilancio dello Stato le somme dichiarate e non versate dai contribuenti che si sono avvalsi dei condoni e delle sanatorie”previste dalla legge 289 del 2002, “anche dopo l’iscrizione a ruolo e la notifica delle relative cartelle di pagamento,provvedono all’avvio, entro e non oltre 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del  presente decreto, ad una ricognizione di tali contributi”. Nei successivi trenta giorni, poi, sarà possibile provvedere ad avviare nei confronti di ciascuno dei contribuenti interessati “ogni azione coattiva necessaria al fine dell’integrale recupero delle somme dovute e non corrisposte,maggiorate degli interessi maturati, anche mediante l’invio di un’intimazione a pagare quanto concordato e non versato alla prevista scadenza, inderogabilmente entro il termine ultimo del31 dicembre 2011”. Nel caso di omesso pagamento entro il termine è prevista “una sanzione pari al 50%” delle somme in questione e l’Agenzia delle entrate e la Guardia di finanza possono, entro il 31 dicembre 2012, sottoporre a controllo “la posizione del contribuente relativa a tutti i periodi di imposta successivi a quelli condonati, per i quali è ancora in corso il termine per l’accertamento”, anche con riguardo “alle attività svolte dal contribuente con identificativo fiscale diverso da quello indicato nelle dichiarazioni relative al condono”.

TRASFERIMENTI DI DENARO ALL’ESTERO
Arriva una tassa sui trasferimenti di denaro all’estero. Che non vale però per le persone fisiche munite di matricola Inps e codice fiscale. Lo prevede un emendamento a firma Garavaglia-Vaccari (Lega Nord) approvato dalla Commissione bilancio del Senato. L’emendamento prevede che “a decorrere dall’entrata in vigore della legge di conversione di presente decreto-legge, è istituita un’imposta di bollo sui trasferimenti di denaro all’estero attraverso gli istituti bancari, le agenzie money transfer e altri agenti in attività finanziaria. L’imposta è dovuta in misura pari al 2% trasferito con ogni singola operazione, con un minimo di prelievo pari a 3 euro. Sono esenti dall’imposta i trasferimenti effettuati da persone fisiche munite di matricola Inps e codice fiscale”. Il vice presidente della Commissione bilancio Massimo Garavaglia ha spiegato che questa misura sarebbe destinata a coprire l’esenzione delle banche del credito cooperativo dalla stretta fiscale sulle coop, che è contenuto però in un subemendamento all’emendamento fiscale che deve però ancora essere approvato.

IMPRESE, CERTIFICAZIONE DEBITI P.A.
Il Tesoro e la Ragioneria sono al lavoro per valutare l’applicabilità dell’emendamento alla manovra economica che impone alle pubbliche amministrazioni la certificazione dei debiti nei confronti delle imprese. Lo ha annunciato il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri, sottolineando che “il principio è buono perché è garantitala certezza nei tempi di pagamento”. “Valuteranno il Tesoro e la Ragioneria. Ci sono aspetti tecnici da verificare per valutare l’applicabilita”, ha detto Gasparri a proposito dell’emendamento approvato in commissione bilancio al Senato e su cui il Governo è stato battuto. Fonti parlamentari fanno notare che il rischio è che questa misura faccia aumentare il debito pubblico. La certificazione farebbe infatti emergere somme non contabilizzabili secondo i principi europei usati per la compilazione dei bilanci pubblici.


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