MAGGIOLI EDITORE - La Gazzetta degli Enti Locali
Sindaci in "sciopero" contro i tagli
Delrio, "siamo sulla soglia di un grave conflitto istituzionale"
La “prima volta” dei sindaci italiani è stata contrassegnata da rabbia ma anche da tanto colore che dai numerosissimi municipi dello Stivale si è riversato su strade e piazze, spesso anche famose, coinvolgendo in un abbraccio corale la popolazione. Quello che è ormai stato definito lo “sciopero dei sindaci”, e che ha preso le mosse da una grave bocciatura degli enti locali dell’ultima manovra varata dal Governo, ha coinvolto oggi 8.094 comuni, anche se nelle intenzioni dell’Anci l’iniziativa aveva solamente un carattere simbolico, lontano dal volere arrecare qualunque forma di disagio ai cittadini. L’iniziativa, ormai entrata negli annali nella storia più che centenaria dell’Associazione nazionale dei comuni, ha visto i sindaci consegnare ai prefetti, per un solo giorno, le deleghe sulle funzioni di anagrafe e stato civile; sempre oggi sono state aperte a tutti i cittadini le porte dei Municipi per informarli sui costi di ogni singola amministrazione e sugli effetti della manovra. Scontato che alcuni dei luoghi storici delle città italiane facessero da sfondo alla manifestazione. A Venezia Piazza San Marco è stata “occupata” da una trentina di sindaci veneti, compreso il primo cittadino della città lagunare Giorgio Orsoni. Piero Fassino è stato visto invece volantinare nella sua Torino, nello specifico davanti all’anagrafe di via della Consolata, riportando evidentemente l’esponente del Pd a oltre 40 anni fa quando era un semplice e giovane militante politico. Non ha fatto di meno il sindaco di Roma Gianni Alemanno, impegnatosi anch’egli, di fronte all’anagrafe centrale di Via Petroselli, in un volantinaggio per spiegare ai tanti romani che lì stamattina transitavano le ragioni della manifestazione indetta dall’Anci. Impatto più scenografico a Potenza, dove un corteo partecipato da sindaci di centrodestra e di centrosinistra è stato aperto da striscioni colorati e da maschere bianche caratterizzate da smorfie di dolore. A Sassari il sindaco Gianfranco Ganau ha aperto alla curiosità dei cittadini i bilanci della città, mentre a Cagliari sono stati simbolicamente occupati gli uffici dell’anagrafe. Un delegazione di sindaci della Toscana ha invece preferito incontrare i vari prefetti della regione (tra questi il vicesindaco di Firenze Dario Nardella e il primo cittadino e presidente di Anci Toscana Alessandro Cosimi). Ha scelto comprensibilmente Piazza Maggiore il sindaco di Bologna Virginio Merola per informare i cittadini; sempre in Emilia Romagna si è mosso diversamente il sindaco di Parma, Pietro Vignali, che ha deciso – seppur per un solo giorno – di svolgere le funzioni da impiegato presso la direzione degli uffici comunali, sedendosi dietro lo sportello e ricevendo i cittadini. Decisamente diversa l’impostazione del neosindaco di Milano Giuliano Pisapia, che al contrario, “per non peggiorare la qualità della vita dei cittadini e per migliorare i servizi e le prestazioni” ha preferito – ha spiegato ai milanesi che stamattina transitavano presso l’anagrafe di Via Larga – fare una protesta più che simbolica “per non creare disservizi”. Senza fascia tricolore il sindaco di Genova Marta Vincenzi, che stamane ha spiegato la protesta prendendo la parola all’apertura della nona Biennale delle città europee e degli urbanisti. Infine, a sfidare il divieto imposto dalla segreteria federale del Carroccio, ha pensato Sandy Cane, una signora italo-americana che guida il comune di Viggiù, piccolo centro montano del Varesotto, vicinissimo al confine svizzero, che ha deciso di scioperare, anche se in forma simbolica, appendendo una lettera in cui ha spiegato ai suoi compaesani le ragioni della protesta.
Delrio: “L’ 85% dei sindaci in sciopero, siamo sulla soglia di un grave conflitto istituzionale”
“Siamo alle soglie di un grave conflitto istituzionale, che può essere sanato solo se a breve il Governo riconvocherà tavoli che consentano di prendere decisioni non unilaterali sul futuro del Paese, come è successo fino a oggi”. Lo afferma il vicepresidente dell’Anci, Graziano Delrio, al termine dell’incontro di ieri tra gli enti locali e il Ministro per i rapporti con le regioni e le autonomie locali, Raffaele Fitto.
Nel giorno dello “sciopero” dei sindaci, Delrio rende noto che “abbiamo registrato l’adesione di oltre l’85% dei comuni italiani, in una giornata in cui non c’è stata protesta, ma proposta. Il Governo – spiega Delrio – ha deciso con la manovra di assumere in modo unilaterale misure che avranno gravissime conseguenze sui cittadini, sulle famiglie e sulle imprese”.
L’esponente dell’Anci riporta dunque “la grandissima preoccupazione di tutti gli amministratori locali”, ricordando che “i comuni hanno fatto proposte precise per aiutare il Paese a crescere, per mantenere i servizi, per non far pagare solo agli enti locali il peso di una riduzione della spesa pubblica che si sposta sempre più dalla periferia al centro dello Stato”).
Delrio ha dunque sottolineato che “oggi, in modo congiunto, i comuni, le province e le regioni si sono uniti per evidenziare una situazione drammatica: la nostra porta resta aperta – conclude Delrio – ma il Governo deve assolutamente avere un ripensamento, e dobbiamo ripartire con decisioni che non siano più unilaterali. Ne va del futuro del Paese”.
>> Il documento realizzato da Ifel sugli effetti della manovra
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