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Stop ai certificati antimafia, scontro Brunetta-Maroni
Ministro della p.a.: "la semplificazione aiuta crescita", ma la proposta non piace al titolare degli Interni

“Una delle vitamine per la crescita è la semplificazione. Perché famiglie e imprese devono fornire certificati alla pubblica amministrazione che li ha già in casa? Basta certificato antimafia. Basta pacchi di certificati per partecipare ai concorsi. Ci sono tante riforme che non costa niente ma che producono crescita”. Lo ha detto il Ministro della p.a., Renato Brunetta a margine della presentazione del nuovo logo della pubblica amministrazione (la lettera P e la A sovrapposte sul simbolo della chiocciola di internet, iscritte in un tasto di pc, ideato da Giancarlo Fanti di Bologna, cui e’ andato un premio di 10 mila dollari).
“Vendere, vendere, vendere” questa la risposta che il Ministro della p.a., Renato Brunetta, ha dato ai giornalisti che gli chiedevano quali fossero le vitamine per la crescita. “È necessario – ha spiegato Brunetta – vendere tutto quello che non serve e il capitale che non rende e gli asset pubblici non strategici. Si potrebbero dismettere le public utilities di gas, acqua e spazzatura. Serve inoltre semplificare e comunicare la semplificazione. Bisogna diminuire i certificati e gli adempimenti inutili per le famiglie e le imprese”.

MARONI: CERTIFICAZIONE ANTIMAFIA INDISPENSABILE – “La certificazione antimafia non può essere modificata perché è uno strumento indispensabile per combattere la criminalità organizzata e, in particolare per contrastare le infiltrazioni malavitose negli appalti pubblici”. Lo dichiara il Ministro dell’interno, Roberto Maroni, commentando la proposta del Ministro Brunetta. Il Governo, del resto, ricorda Maroni, “ha appena approvato il Codice delle leggi antimafia che ha riscritto la normativa sulla certificazione antimafia per renderla più efficace e rapida, venendo incontro anche alle richieste del mondo delle imprese”.

PORTAVOCE BRUNETTA: ANTIMAFIA, ACQUISIZIONE UFFICIO – “Nei rapporti con la p.a., i certificati saranno completamente eliminati e sostituiti sempre dalle autocertificazioni, mentre le certificazioni rilasciate dalla p.a. resteranno valide solo nei rapporti tra privati”. Lo ha precisato in una nota Vittorio Pezzuto, portavoce del Ministro Brunetta spiegando che non scompare la certificazione antimafia che potrà essere acquisita d’ufficio. Ieri mattina il Ministro Brunetta ha ricordato come presso il Tavolo Semplificazione di Palazzo Vidoni, da lui istituito in vista delle prossime iniziative di governo a favore della crescita, “sia in corso di avanzata elaborazione una proposta normativa che, attraverso una serie di modifiche ‘chirurgiche’ al testo unico sulla documentazione amministrativa del 2000, farà compiere un notevole salto di qualità nella regolamentazione dei rapporti della pubblica amministrazione con cittadini e imprese”. Il Ministero per la pubblica amministrazione spiega che “sui certificati da produrre ai soggetti privati sarà apposta, a pena di nullità, la dicitura: ‘Il presente certificato non può essere prodotto agli organi della pubblica amministrazione o ai privati gestori di pubblici servizi’. Alle amministrazioni e ai gestori di pubblici servizi verrà quindi lasciata solo la scelta fra acquisire d’ufficio le informazioni, i dati e documenti oppure accettare le autocertificazioni dei cittadini e delle imprese”. Il Ministro Brunetta ha precisato che “questo varrà innanzitutto per il Durc (Documento unico di regolarità contributiva) e per le certificazioni antimafia: nulla sarà più richiesto al cittadino e si dovrà procedere sempre all’acquisizione d’ufficio”. “Preso dal sacro fuoco della banalità politica, il Partito Democratico – commenta il portavoce di Brunetta – non ha invece perso un solo minuto a riflettere su questa importante proposta di semplificazione, preferendo chiosare il tutto con l’abusato slogan ‘Meno legalità per tutti’. La certezza dei dati non diminuirà ma verrà semmai rafforzata: invece di chiedere al singolo imprenditore di fare il fattorino tra le amministrazioni, saranno infatti quest’ultime a procurarsi direttamente presso gli uffici competenti la documentazione richiesta”.

ANCI: CICALA SU PROPOSTA ELIMINAZIONE CERTIFICATI – La dichiarazione di Renato Brunetta sulla necessità di eliminare i certificati, compreso quello antimafia, per sburocratizzare i processi amministrativi e dare respiro ai cittadini semplificando loro la vita, sta sollevando le prime polemiche. Sul merito della proposta è intervenuto anche Giuseppe Cicala, Responsabile Anci per la Legalità, che ha così commentato l’annuncio del Ministro per l’innovazione: “Quando si parla di tracciabilità e trasparenza, in nome della legalità, credo sia importante che le scelte e le decisioni conseguenti non siano il frutto del lavoro di alcuni esperti chiusi nelle stanze dei ministeri, ma siano invece il frutto di un percorso condiviso soprattutto con i centri di spesa rappresentati in larga parte, sul territorio, dai Comuni; si tratta di questioni serie che non possono essere affrontate altrimenti”.


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