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Il neopresidente dell'Anci Delrio: “Ci faremo carico di tutto il Paese, pari dignità per i comuni”

BRINDISI – “La ricetta per l’Italia è di farci carico di tutto il Paese, vengo dalla città del Tricolore e voglio che l’Anci resti il luogo dell’unità dove tutti i sindaci devono sentirsi a casa propria”. Lo ha affermato ieri il neo eletto presidente dell’Anci Graziano Delrio nella sua relazione introduttiva alla XXVIII assemblea annuale che si sta svolgendo a Brindisi. “Dico ai miei colleghi del Sud che non siamo qui per eleggere contro qualcosa o qualcuno, non è nel nostro stile, quanto per proporre e costruire soluzioni per il futuro del Paese”, ha aggiunto Delrio.
“In questi sette mesi abbiamo imparato dai giornali dei tagli ai bilanci dei comuni e del riordino istituzionale, senza avere avuto ascolto dal governo”, ha ricordato il sindaco di Reggio Emilia ribadendo la disponibilità dell’associazione a confrontarsi. “Siamo pronti a fare vedere i nostri conti ed a fare il nostro dovere sui fabbisogni standard, ma vogliamo l’autonomia e la pari dignità per i comuni sancita dall’articolo 114 della Costituzione”. “Per questo – ha precisato Delrio – chiediamo di essere convocati ai tavoli prima che vengano assunte tutte le decisioni che riguardano i comuni”.
Sulla convocazione della Commissione paritetica per le riforme istituzionali, Delrio ammonisce: “abbiamo davanti 90 giorni di tempo e non intendiamo sprecarli, da lì deve uscire una proposta che serva non all’Anci, ma a tutto il Paese”.
Lo stesso Delrio ha poi spezzato una lancia a favore dei piccoli comuni, bersagliati dai tentativi di riforme calate dall’alto, previste dall’articolo 16 dell’ultima manovra. “Dobbiamo ribadire che i piccoli municipi non sono uno spreco, ma un patrimonio del nostro Paese. I sindaci dei piccoli centri sono una certezza e sulle piccole comunità abbiamo registrato un accanimento che non può passare”, ha affermato. Quanto al tema generale delle riforme istituzionali il neo presidente Anci da un lato si è detto pronto a ripresentare la proposta a suo tempo avanzata da Sergio Chiamparino per “trasformare le province in enti di secondo grado”; e dall’altro ha auspicato “un rilancio nella promozione delle città metropolitane”.
Infine sul federalismo fiscale: “Ci avevano detto che sarebbe partito con tagli e risorse, ma finora si sono visti soltanto i tagli. Dobbiamo ridiscutere su dove vengono allocate le risorse, nel momento discutiamo delle funzioni assegnate ai comuni”. E sui temi del welfare il neo presidente Anci ha ricordato che il problema non è il livello della spesa sociale, che in Italia è peraltro un po’ inferiore alla media europea, quanto della sua riorganizzazione per migliorarne l’efficienza. “Dobbiamo discutere del nostro welfare e di quello che compete ai comuni, avendo chiari i nostri compiti. E questo – ha concluso – va stabilito in modo definitivo nell’ambito della Carta delle autonomie.


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