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Assinform: ridotta di 700 mln in 6 anni la spesa ICT della p.a.
Presentati a Roma i risultati del primo osservatorio: dal 2005 al 2011 la spesa Ict della Pa è passata da 6.296 a 5.578 milioni di euro. Un trend di -2% medio annuo

“Netto, purtroppo, il trend di riduzione della spesa pubblica nelle tecnologie digitali, dell’ordine del -2% annuo nell’ultimo quinquennio, che ha comportato minori risorse destinate alla modernizzazione della pubblica amministrazione per oltre 700 milioni di euro. Nonostante l’azione qualificata e pressante del Ministro dell’innovazione, alla scarsità di fondi si aggiunge la resistenza al cambiamento, da cui deriva anche una bassa capacità, da parte della p.a., di ottimizzare i finanziamenti disponibili, tanto che almeno il 20% della spesa impegnata sull’Ict non si traduce poi in spesa effettiva. Ancora troppo scarsa è l’attenzione verso le aree di maggior impatto innovativo come i servizi digitali interattivi. A oggi solo 5 regioni su 21 consentono in buona parte i pagamenti on line, mentre ancor più bassa è la percentuale di servizi on line per le imprese, offerti  solo dal 9% dei comuni e dal 30% delle province. Dalla persistente difficoltà delle amministrazioni di comunicare fra loro, di interconnettersi, di condividere linee strategiche e modelli di governance, derivano inefficienze di sistema difficilmente quantificabili, che comunque  pesano sui budget It per non meno del 5% della spesa complessiva, pari a circa 156 milioni di euro. Ad alta criticità continua ad essere il rapporto con la filiera dei fornitori, con gare al massimo ribasso che portano a tariffe professionali  non sostenibili, barriere d’ingresso penalizzanti per le Pmi, ritardi dei pagamenti non più accettabili, tutto ciò a fronte di un crescente ruolo dell’in-house che oggi assorbe circa 1/4 della spesa pubblica It.  Da questo quadro emerge un processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione che marcia a rilento, in modo disomogeneo e frammentario, con molte esperienze di eccellenza che convivono accanto a situazioni di arretratezza, spesso in una stessa regione o addirittura all’interno di una stessa amministrazione, con progetti avviati su cui poi è difficile mantenere il controllo ed effettuare la valutazione dei risultati.  Nel suo complesso la p.a. italiana appare ancora lontana dal generare una massa critica di prestazioni e servizi e innovativi, tanto da consentire al cittadino e alle imprese di avere la percezione di un effettivo progresso”. È  quanto ha affermato Paolo Angelucci, presidente Assinform nell’introdurre a Roma il convegno di presentazione del primo Osservatorio Assinform sull’Ict nella p.a., iniziativa nata per superare la frammentazione delle analisi e dei dati con l’obiettivo di fornire, con cadenza annuale, un quadro aggiornato dei processi di innovazione digitale nella pubblica amministrazione italiana.
Al convegno sono intervenuti il capo Dipartimento digitalizzazione e innovazione del Ministero per la pubblica amministrazione Renzo Turatto e il presidente di Unindustria e Confindustria Lazio Aurelio Regina. A Giancarlo Capitani ad NetConsulting e Paolo Colli Franzone, direttore Netics è toccata l’illustrazione in dettaglio dei risultati dell’indagine, a cui è seguita una tavola rotonda alla quale hanno preso parte Francesco Beltrame, Presidente Digit PA, Domenico Casalino Amministratore Delegato Consip, Angelo Lino Del Favero  Presidente Federsanità, Lucia Pasetti Vice Presidente Cisis. “Consolidare un processo di vero e proprio “switch-off” verso il digitale nella Pa italiana è tuttavia possibile – ha continuato Angelucci. Ci sembra che la strada intrapresa dal Ministro Brunetta di imporre per legge  l’obbligatorietà di alcuni passaggi, così com’è avvenuto per i certificati medici on line, sia quella giusta. Ora molto ci attendiamo dall’obbligo di utilizzo della Pec, che scatterà il 29 novembre, per  una serie di adempimenti e comunicazioni formali delle imprese verso la p.a. La dematerializzazione dei documenti pubblici è una via obbligata come fattore di risparmio e liberazione di risorse da utilizzare per lanciare nuovi servizi. In uno scenario di piena adozione della fatturazione elettronica, della Pec e della digitalizzazione del fascicolo e pratiche del personale, si potrebbero risparmiare fino a 7,5 miliardi di euro. Allo stesso tempo, il risparmio ottenibile con la completa diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico, secondo la nostra stima, si aggira intorno ai 2,2 miliardi di euro l’anno”.
L’incontro è stato l’occasione per la sigla di un protocollo d’intesa tra il Ministero della Pa e dell’innovazione e Assinform, a costo zero per le finanze pubbliche, con cui si avvia una collaborazione per l’attuazione del Piano e-Gov 2012. Un vero e proprio piano operativo è alla base dell’intesa, con un calendario di iniziative da realizzare fino a tutto l’anno prossimo: road show sul territorio nazionale per la diffusione del Cad con il coinvolgimento delle realtà locali di Confindustria; pianificazione congiunta dell’edizione 2012 dell’Osservatorio Ict nella Pa, anche al fine di approfondire le valutazioni dei costi/benefici dei servizi; un’attività mirata di seminari per la formazione delle diverse amministrazioni pubbliche.


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