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Il sistema delle Province in cifre: indagine Bocconi
La ricerca presentata durante la seconda giornata dell’assemblea nazionale dell’UPI

Più che mai nell’occhio del ciclone, le amministrazioni provinciali sembrano essere giunte sulla soglia della soppressione, dopo la manovra del governo Monti che ne ha tagliato gli organi esecutivi e depotenziato quelli elettivi. Utile, tuttavia, dare un’occhiata alle cifre per avere un’idea più precisa del fenomeno, con i suoi costi ed eventuali risparmi. Secondo uno studio della Bocconi (“Una proposta per il riassetto delle province”) presentato ieri (6 dicembre) nella seconda giornata dell’Assemblea nazionale dell’Upi, l’Unione delle province d’Italia, la spesa corrente di queste amministrazioni nel 2010 è stata pari al 4,5%, contro il 72,7 e il 22,8% di Regioni e Comuni. La spesa dello scorso anno delle Province, informa lo studio dell’ateneo milanese, è stata pari a 8,5 miliardi di euro, inferiore alla media del periodo 2007-2010 (8,8 miliardi). La situazione dei diversi territori regionali “appare quindi diversificata: si va da Regioni come la Basilicata e le Marche, nelle quali l’incidenza della spesa provinciale è superiore al 7%, a Regioni nelle quali, come Lazio e Sicilia, è intorno al 3%”. Sul complesso della spesa totale, un 26% è assorbito da spese di amministrazione, gestione e controllo, da un 21% erogato per la gestione del territorio, da un 18% per l’istruzione pubblica, da un 12% per i trasporti, dal 9% per lo sviluppo economico e dal 7% per la tutela ambientale. L’indagine mette in evidenza, inoltre, che, al crescere della dimensione demografica delle province, aumenta la loro autonomia finanziaria, soprattutto per quanto riguarda le realtà territoriali fino a 500 mila abitanti. Le entrate tributarie, viene ricordato, sono: addizionale sul consumo di energia elettrica, imposta provinciale di trascrizione, imposta sulle assicurazioni Rc Auto, tributo provinciale per i servizi di tutela, protezione e igiene dell’ambiente e compartecipazione Irpef. È palese inoltre, si legge ancora nel rapporto, una forte disomogeneità territoriale nelle entrate correnti per abitante: si passa infatti dai 280 euro per abitante della Basilicata e i 262 euro del Friuli-Venezia Giulia, ai 132 per abitante (la metà) della Puglia. Infine, i trasferimenti dello Stato del 2009 sono stati inferiori del 22,7% in termini reali rispetto a quelli erogati nel 2007. In controtendenza le Province del Friuli Venezia Giulia, Puglia, Abruzzo e Basilicata, laddove si è invece registrato un incremento delle risorse trasferite.


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