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Patto di stabilità, Torino dice no
Il sindaco Fassino annuncia che non rispetterà i vincoli per il 2011: “Sono stupidi”. Una decisione che potrebbe fare da apripista ad altri enti. Milano invece ligia alle regole

Il Patto di stabilità? È stupido. E per questo il Comune di Torino non lo rispetterà. Una provocazione forte, quella che arriva da sotto la Mole, proprio nel giorno in cui da Milano il sindaco Pisapia annuncia che sul patto è tutto ok e che per il 2011 i conti sono stati rispettati. Una provocazione che potrebbe fare da apripista per altre amministrazioni locali. “Abbiamo deciso di non rispettare il patto di stabilità perché è uno strumento stupido di controllo della spesa dei comuni”, ha detto il sindaco di Torino, Piero Fassino, durante la conferenza stampa di fine anno per motivare lo sforamento di spesa di 320 milioni di euro rispetto al tetto imposto dal patto. “Con questa somma – ha aggiunto – abbiamo potuto onorare gli impegni presi in sede di bilancio, mantenendo inalterati i servizi evitando un taglio di 120 milioni e pagando i fornitori per 200 milioni. In questo modo – ha concluso – abbiamo sostenuto l’economia della città”. Il mancato rispetto del Patto comporterà un taglio dei compensi degli amministratori comunali pari al 30% anche se la  misura di maggiore impatto sarà il taglio del 3% dei trasferimenti dello Stato rispetto alla somma erogata nel 2011: in totale la riduzione sarà intorno a 30 milioni in meno. Altre sanzioni, quali il blocco delle assunzioni di personale e l’interdizione a contrarre mutui, non avranno invece alcun effetto in quanto già previste da provvedimenti precedenti adottati dal governo. “Nonostante questo – ha commentato il sindaco Fassino – contiamo di rispettare il patto per il 2012. Non a caso abbiamo adottato provvedimenti quali l’aumento delle tariffe del trasporto pubblico e della sosta a pagamento nel centro cittadino. Torino – ha aggiunto il primo cittadino – lo stesso indebitamento di Catania. Ma qui abbiamo costruito la metropolitana, il termovalorizzatore e il passante ferroviario. Il patto di stabilità non tiene conto di queste differenze”. Inoltre, secondo Fassino, “il patto computa nelle spese anche ciò che un comune sborsa in settori di competenza esclusiva dello Stato, come il sostegno al sistema giudiziario e ai servizi pubblici. Per Torino – ha sottolineato – si tratta di 180 milioni di euro”. Fassino contesta anche il tardivo inserimento delle grandi rassegne internazionali, come l’Expo 2015 di Milano, tra quelle per cui è possibile spendere denaro pubblico senza che questo sia inserito nella somma che concorre al raggiungimento del tetto.”Se lo avessero previsto per le Olimpiadi 2006 – ha concluso – oggi non avremmo alcun problema”.
A Milano invece la situazione cambia. “Il Comune di Milano ha rispettato il Patto di stabilità per il 2011” ha annunciato il sindaco Giuliano Pisapia, spiegando che “questo eviterà conseguenze pesantissime per la città, a iniziare da un rilevante taglio dei trasferimenti statali, pari a molte decine di milioni di euro, oltre all’impossibilità di contrarre mutui e il blocco totale delle assunzioni. Provvedimenti che avrebbero certamente inciso in modo significativo sulla possibilità del comune di offrire servizi essenziali ai cittadini”. Questo risultato, “non scontato vista la difficile situazione del bilancio che abbiamo ereditato, è il frutto – sottolinea il primo cittadino milanese – anche di un’opera significativa di risparmio attuata attraverso la spending review che l’amministrazione ha varato subito dopo l’insediamento. Sono stati eliminati numerosi sprechi e spese non necessarie, a partire dalle consulenze e dai costi delle auto blu. Siamo invece riusciti ad attuare interventi a favore delle fasce più deboli della popolazione come, ad esempio, la riduzione del 20% degli affitti delle case di edilizia residenziale pubblica o la gratuita dell’abbonamento dell’Atm per gli anziani meno abbienti. Abbiamo inoltre aumentato i posti per il ricovero dei ‘senza dimora’ superando per la prima volta quota 1.300 e, grazie anche ai soldi ottenuti dalla vendita dei biglietti della Prima della Scala assegnati al comune, abbiamo avviato la ristrutturazione di un edificio che sarà utilizzato dalle famiglie cadute in povertà”. “Avere un bilancio in ordine ci ha consentito poi di sbloccare i pagamenti a favore dei fornitori del Comune, aiutando cosi’ l”intera economia milanese. Il rispetto del Patto di stabilità – conclude Pisapia – ci permette per il 2012 di proseguire con ancora maggior forza nell’obiettivo di aumentare i servizi concretamente offerti ai cittadini”.


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