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Il patto di stabilità si incrina
Spiragli per una deroga relativa ai ricavi dell’Expo 2015: il Governo si è detto possibilista nel corso di un incontro con le autonomie. E l’Anci torna a pressare sulla flessibilità

Si incrina il muro del patto di stabilità. E una spallata decisiva in funzione di deroghe ad hoc potrebbe venire da Milano, dove il Governo sta iniziando ad aprire qualche spiraglio sulla possibilità di escludere talune voci dalla stretta. “L’Udc ha presentato un ordine del giorno sul decreto semplificazioni alla Camera affinché i ricavi derivanti dalle dismissioni del patrimonio pubblico, comunale e trasferito dallo Stato, siano utilizzabili negli investimenti per Expo 2015, fuori dai vincoli del patto di stabilità interno”, ha comunicato, con una nota, Pierluigi Mantini, presidente Udc Milano. “È una proposta ragionevole che spinge verso una politica di valorizzazione degli immobili e consente gli investimenti comunali. Ora ci attendiamo, per il voto di martedì (domani, n.d.r.), il parere favorevole del governo – osserva – Siamo invece perplessi sulla rivendicazione dei poteri speciali per eventi programmati da anni. Pisapia nei panni di Bertolaso non lo vediamo bene. Dopo anni di ritardi e di cattiva gestione, è utile recuperare la collaborazione ordinaria tra gli enti e l’efficienza su programmi sostenibili. La riapertura dei Navigli storici non sembra tra questi”. Il governo e le istituzioni lombarde hanno deciso di “ragionare insieme” su una possibile deroga al patto di stabilità per l’Expo 2015, ha affermato venerdì scorso il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, al termine dell’incontro con l’esecutivo a palazzo Chigi. “Abbiamo deciso – ha detto il sindaco – di ragionare insieme sulla deroga al patto di stabilità sulle spese degli enti locali, perché l’Expo non è un evento locale ma universale e darà benefici economici, sociali e culturali a tutto il Paese”. “L’Expo 2015 non sarà un evento locale, che interessi solo Milano o la Lombardia. Sarà una grande evento di rilevanza nazionale, che dovrà vedere coinvolti tutti i cittadini italiani. Lo pensa l’Anci, ma soprattutto lo pensano il governo e il premier Monti, che nel corso dell’incontro ce lo ha più volte ribadito”, ha affermato il sindaco di Piacenza Roberto Reggi, che ha guidato la delegazione Anci a Palazzo Chigi. L’Anci, che entrerà a far parte della segreteria tecnica della Commissione, “dovrebbe dare il suo contributo  nel compito – secondo quanto proposto dai sindaci – di valutare, vigilare e valorizzare tutti i progetti che saranno proposti dalle diverse comunità locali, proprio per rendere effettiva la rilevanza nazionale dell’evento”. L’incontro, spiega Reggi, “ci ha lasciati soddisfatti, soprattutto per il forte interessamento e l’impegno che tutti i membri del governo stanno dimostrando. Da ricordare che l’associazione è tornata nei giorni scorsi sulla questione della flessibilità del patto. “Sul patto di stabilità abbiamo fatto una richiesta pressante al governo: i comuni devono chiudere i bilanci, per questo servono risposte pratiche e concrete in pochi giorni”, aveva affermato il sindaco di Roma e presidente del Consiglio nazionale dell’Anci, Gianni Alemanno, al termine dell’incontro Anci-governo a Palazzo Chigi svoltosi la scorsa settimana. “Le maggiori difficoltà per i comuni, in questo momento, sono legate proprio al patto, che genera difficoltà per il pagamento delle ditte, dei cantieri, delle manutenzioni indispensabili per la sicurezza dei cittadini: vogliamo evitare – aveva spiegato Alemanno – la soluzione estrema di mettere in discussione il patto su alcuni punti, ed è per questo che chiediamo risultati rapidi e maggiore flessibilità”. Il sindaco ha ricordato infine che “quello che chiediamo, quando parliamo di flessibilità, non sono maggiori risorse, ma semplicemente la possibilità di usare quelle già esistenti nelle casse dei comuni per pagare le imprese fornitrici e gli investimenti necessari”.


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