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La doppia rivolta dei sindaci
L’Anci lancia una mobilitazione contro l’Imu (con il conforto della Lega Nord) mentre da Firenze il primo cittadino Renzi annuncia che non rispetterà il patto di stabilità. E la politica si spacca

I sindaci e i comuni italiani in rivolta contro l’Imu e il patto di stabilità. E la politica si spacca. L’Anci annuncia che lancerà una campagna informativa per i cittadini e i contribuenti nel corso di un incontro con la stampa a Roma, oggi, presso la sede dell’Associazione. “I cittadini, le famiglie e le imprese devono sapere che dietro la sigla Imu che evoca i municipi – si ribadisce in una nota – si nasconde una tassa dello Stato che i comuni non possono neanche riscuotere liberamente”. Scopo dell’iniziativa, viene sottolineato, è rendere i cittadini “partecipi della grave situazione che da tempo l’Anci denuncia in tutte le sedi istituzionali, senza che le autorità governative ne traggano le necessarie conseguenze”. Alla conferenza stampa, il cui inizio è previsto alle 13.30, interverranno il presidente dell’associazione e sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio, e il delegato alla finanza locale e sindaco di Ascoli Piceno, Guido Castelli. “Trovo poco serio, da parte del Governo, riservarsi di modificare le aliquote a fine anno. Nei comuni non funziona così. Se a fine anno non ci sono soldi, si tagliano le spese”, critica Delrio, il quale aggiunge: “abolire l’Ici è stato un errore”.  Secondo il presidente dell’Anci, poi, “bisogna separare le imposte locali da quelle dello Stato e far sì che i cittadini possano direttamente giudicare come le risorse raccolte vengono impiegate”. “Oggi – ricorda – l’Imu contiene una tassa patrimoniale che va allo Stato. Uno Stato che aveva tutto il diritto di fare una tassa patrimoniale, ma non di confonderla con le imposte comunali. Perché dire che le amministrazioni locali dispongono dell’Imu sulla prima casa significa occultare le cose. I comuni subiscono un taglio “preventivo” ai trasferimenti che arrivano dallo Stato, sulla base di stime di entrata Imu sopravvalutate. Questo significa che, con le aliquote base, nelle casse dei comuni entreranno comunque meno fondi rispetto allo scorso anno”. “Se invece ai comuni fosse stata lasciata la gestione dell’Imu – conclude Delrio – essi sarebbero potuti uscire da una condizione di finanza derivata fatta di trasferimenti e avere quindi autonomia, avere un federalismo vero. Questo significherebbe peraltro attribuire maggiori responsabilità ai comuni e incentivarli a controllare maggiormente il territorio”. A conforto arrivano le prese di posizione della Lega Nord. Che ha in cantiere “cinque o sei iniziative diverse che possono prendere i sindaci per applicare una vera e propria protesta fiscale” contro l’Imu sulla prima casa, come ha spiegato Roberto Maroni, parlando con i giornalisti, al termine della riunione del Consiglio federale della Lega Nord. “Ciascun sindaco deciderà quale prendere”, ha affermato il triumviro del Carroccio. “Si è formalmente dato in carico ai tre triumviri di organizzare tutte le iniziative utili e necessarie per applicare questa forma di obiezione fiscale sull’Imu, che, sulla prima casa, è una rapina, un odioso balzello”, ha spiegato Maroni. “Coinvolgeremo tutti i nostri sindaci, compresi quelli che verranno eletti alle prossime amministrative”, ha detto. ‘Dopo aver portato il paese sull’orlo del baratro, ora la Lega lancia l’obiezione fiscale per quell’Imu reintrodotta proprio da quel federalismo fiscale che tanto aveva invocato e che divenne addirittura oggetto di ricatto per l’appoggio al governo Tremonti-Berlusconi”, controbatte Davide Zoggia, Responsabile Enti Locali, Partito Democratico. “E’ tardi per ricostruire credibilità: ogni giorno emerge il doppio gioco portato avanti dalla Lega per anni, prona verso il governo dei disastri a Roma, e poi battagliera e demagoga tra i propri elettori. L’Imu è una tassa pesante per famiglie ma è l’unico modo per impedire ai comuni di chiudere. Ci auguriamo che possa essere sostituita al più presto con un imposta più equa sul patrimonio come proposta dal Pd. Intanto – conclude – Maroni dovrebbe spiegare come siamo finiti così anche grazie alla Lega”. Ma l’ex ministro per la semplificazione e triumviro del Carroccio, Roberto Calderoli, boccia chi definisce la Lega irresponsabile considerando, invece, “da irresponsabili aver votato la reintroduzione della tassa sulla prima casa”. “Qualcuno – ha osservato a margine di un incontro a Piacenza – ha detto che è da irresponsabili proporre una cosa del genere” ossia lanciare una rivolta fiscale sull’Imu. “A me sembra da irresponsabili aver votato la reintroduzione della tassa sulla prima casa perché – ha concluso – la prima casa costa, è un bene, è una cosa cara, non dà un reddito ed è impossibile tassarla”.   E poi c’è la questione del patto di stabilità. “Sono pronto a violare il patto di stabilità, pur in presenza di alcuni gravi rischi per le conseguenze”, tuona il sindaco di Firenze Matteo Renzi. “Perché ad esempio – ha spiegato Renzi – non si possono più accedere mutui l’anno dopo, però potremmo organizzarci. Poi si riduce l’indennità del sindaco di un terzo, ma io sono disponibile a tagliare 15 mila euro del mio stipendio, che pesano sui 50 mila annui, purché la mia città possa vedere le aziende che finalmente riscuotono dal comune. Il problema vero – ha proseguito il sindaco – è che c’è l’incognita dei minori trasferimenti per l’anno successivo che sarebbe inaccettabile. Ragioneremo”. Renzi, che ha più volte definito il patto di stabilità “patto di stupidità”, ha ricordato che il Comune di Firenze “ha in cassa 92 milioni, ha fatture già pronte per essere liquidate per almeno 25 milioni, ma secondo il patto di stabilità del Governo potrebbe spenderne solo 9 milioni”. “Del sindaco Matteo Renzi ho una grandissima stima, ma certe questioni vanno affrontate tutti insieme, rinunciando, ognuno di noi, a un pezzo di visibilità in favore dell’interesse complessivo del sistema dei comuni in una fase drammatica come quella che stiamo attraversando”, risponde il presidente di Anci Toscana Alessandro Cosimi, sindaco di Livorno. “Leggiamo che il presidente Monti dovrebbe essere il 9 maggio a Firenze – aggiunge Cosimi -, lancio quindi la proposta di chiedere a Monti di incontrare una delegazione sindaci toscani per rappresentargli lo stato di disagio in cui ci troviamo”.


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