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Compensazioni allÂ’ultimo miglio
I decreti che consentiranno alle imprese di recuperare parte dei crediti vantati con le p.a. sono in dirittura, ha confermato il ministro Passera.

Ultimo miglio per i decreti che consentiranno alle imprese di scontare in banca o compensare con i debiti iscritti a ruolo le fatture non ancora pagate da enti pubblici, comuni, Asl. Per i decreti sullo sblocco dei crediti scaduti della pubblica amministrazione infatti “siamo molto vicini, è veramente questione di poco”, ha affermato il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, a margine di un convegno a Milano. “Siamo molto vicini – ha dettagliato – alla redazione finale dei decreti che poi porteranno quasi automaticamente all’accordo tra le associazioni di categoria delle imprese e l’Abi. È veramente questione di poco”. “In questi giorni – ha aggiunto Passera – si completeranno i decreti che renderanno possibile rendere liquida la parte rilevante dei crediti scaduti. È un provvedimento che tocca la vita di tantissime aziende. È un problema – ha proseguito – che non riguarda solo la pubblica amministrazione ma anche i rapporti tra i privati”. Passera ha quindi ricordato la direttiva europea che “introduce una disciplina dei pagamenti che oggi nel nostro Paese non c’è”. Circa i contenuti dei provvedimenti, il governo lavora ad una soluzione che punti a compensare i debiti che le imprese hanno gà contratto nei confronti della pubblica amministrazione, mentre si escluderebbe il fronte tributi, sia presenti che futuri. Le imprese potranno andare in banca e ottenere un documento in cui si certifica il loro credito con la pubblica amministrazione. Una volta ottenuta la certificazione scatta anche la garanzia da parte dell’apposito Fondo. Il Fondo avrà una dotazione iniziale di 1,2 miliardi, non è previsto un tetto, ma un rifinanziamento a scadenza settimanale e la garanzia arriverà  a coprire fino all’80 per cento del credito vantato dalle singole imprese. Per quanto riguarda il meccanismo della compensazione, che è allo studio del Tesoro e della Ragioneria generale dello stato, essa come detto sarà riservata solo a quelle imprese che hanno debiti già  iscritti a ruolo con gli enti pubblici. A gestire tutta la procedura, senza dunque passare dalle singole p.a., sarà il Tesoro, che poi se la vedrà con i singoli enti pubblici. Circa la certificazione, infine, dovrebbe spettare alla la Consip l’accertamento della sussistenza del credito anche attraverso una piattaforma telematica. Dopo un periodo stimato in tre mesi di raccolta delle fatture, inviabili anche per posta elettronica, scatterebbe la restituzione sotto forma di compensazione o di sconto del credito da parte delle banche (le due strade sono alternative). Tra le ultime misure che in queste ore sarebbero state introdotte, e che hanno determinato una netta opposizione da parte di alcune delle associazioni imprenditoriali, come Confartigianato, c’è lo spostamento a 12 mesi dei pagamenti e la non utilizzabilità dei certificati ai fini di azioni esecutive nei confronti della pubblica amministrazione. “Ci sono due decreti in dirittura d’arrivo: abbiamo fatto il punto e mi sembra che siamo a una definizione. Per noi sono misure urgentissime, le prime misure da prendere per dare un po’ di fiducia, mi paiono ipotesi convincenti, anche se non è ben chiaro il meccanismo di certificazione. Mi auguro che non ci siano oneri burocratici eccessivi per le imprese”, commenta il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani dopo un incontro con il sottosegretario allo sviluppo, Claudio De Vincenti. “Il governo sta studiando questi due decreti. Anche li’ bisognerà valutare quali saranno i provvedimenti, ma penso che sia una delle necessità che abbiamo quella che soprattutto il sistema della piccola e media impresa rientri dei debiti che ha. È una delle condizioni perchè possa continuare a lavorare”, fa eco il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. “Ci aspettiamo nei prossimi giorni che venga fatto questo decreto per la certificazione dei crediti e la compensazione dei debiti della pubblica amministrazione – esplicita da Salerno il presidente (ancora per poco) di Confindustria Emma Marcegaglia – sono 4 anni che lo chiediamo, e finalmente dovrebbe essere fatto. Bisogna andare avanti a tagliare la spesa pubblica per tagliare le tasse a cittadini e imprese. È un momento in cui non possiamo accettare solo annunci ma bisogna fare cose concrete”. In tutto questo, gli imprenditori edili chiedono l’immediato pagamento dei debiti della pubblica amministrazione e minacciano di passare alle vie legali con una raffica di decreti ingiuntivi: il presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti in occasione del D-Day dell’edilizia, l’azione del mondo dell’edilizia per recuperare i crediti verso la pubblica amministrazione, ha bocciato le proposte attualmente in discussione. “Non ci vanno bene pagamenti che avvengano con baratti, Bot, Cct o garanzie varie: se li tenessero! I contratti parlano di contante e vogliamo contante”.


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