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Terremoto, arriva un decreto-legge
Oggi riunione del Consiglio dei Ministri. Verso il rinvio dei pagamenti di imposte (forse anche l’Imu) e contributi e deroghe al patto di stabilità per i comuni colpiti. L’Anci rinvia la manifestazione di protesta di Venezia

Quella che ha colpito le province di Modena, Ferrara e, in parte, anche Bologna e Mantova è una “emergenza nazionale”, non ha solo le caratteristiche regionali. Sono le parole del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, pronunciate a Marzaglia nel modenese, il quale ha anche annunciato un decreto legge che il Consiglio dei ministri varerà oggi in soccorso dei territori colpiti dal terremoto. Il Governo “valuterà tutte le richieste fatte” dagli enti locali, coinvolti nel sisma emiliano, come “il rinvio dei pagamenti, di tributi e dei contributi e la derogabilità al patto di stabilità”, ha assicurato il sottosegretario al termine di un vertice con il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, il presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani e diversi sindaci dei comuni colpiti dal terremoto di domenica mattina. Una risposta a chi, come gli stessi sindaci, ha chiesto di “costruire in tempi rapidi provvedimenti che siano in grado di legare l’emergenza al processo di riattivazione delle imprese” che sono state colpite dal terremoto. Il sottosegretario ha spiegato che, dalla riunione dell’esecutivo uscirà la dichiarazione di “stato emergenziale” e che il Governo approverà la “copertura finanziaria per il soccorso e la prima assistenza ai soggetti interessati, ovvero ai cittadini e alle imprese”. “Nell’ordinanza ci sarà anche la messa in sicurezza provvisionale”, ha detto, ma “non ci saranno provvedimenti che riguardano la sistemazione dei luoghi, dei palazzi e delle opere, anche se questo non significa che poi il Governo intende estraniarsi. “Non abbiamo ancora stabilito l’entità della copertura, gli uffici sono al lavoro, aspettiamo la stima della Protezione Civile”, ha continuato. Per quanto riguarda le fasi successive, Catricalà ha aggiunto: “Abbiamo parlato a lungo: è nostro interesse accompagnare nell’iter fino alla ricostruzione”. “Valuteremo tutte le richieste fatte, come il rinvio dei pagamenti, dei tributi e dei contributi, e la derogabilità al patto di stabilità“ per i comuni. Quest’ultimo tema, ha precisato, però, “ha un problema di copertura” “non dobbiamo essere scoraggiati – ha aggiunto – faremo tutto ciò che è necessario fare, tutto quello che è possibile fare”. Dal canto suo, Errani ha ringraziato Catricalà e il Presidente del Consiglio, Mario Monti, con cui, ha detto, è stato “in contatto costantemente”. “I cittadini, in un momento così difficile e così critico – ha affermato – hanno avuto un atteggiamento composto e responsabile”. “Noi possiamo dire – ha aggiunto – di essere dentro una situazione di gestione di questa fase che continuerà“. Dopo il provvedimento d’emergenza, ha sollecitato, occorre “costruire in tempi rapidi una serie di provvedimenti che siano in grado di legare l’emergenza al processo di ricostruzione. A questo proposito ha citato la “sospensione del pagamento dell’Imu per chi ha avuto la casa distrutta” e la deroga al patto di stabilità per i comuni coinvolti (“è una priorità“) ha detto. Mentre per quanto riguarda il credito l’idea del governatore è di anticipare le ripartenze con finanziamenti pubblici se possibile e prevedere “ammortizzatori in deroga per quelli che non possono ripartire”. La riunione dell’esecutivo potrebbe registrare anche interventi sul fronte fiscale. Il riordino della Protezione civile, appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale, prevede infatti che in caso di utilizzo del fondo nazionale questo venga obbligatoriamente reintegrato, “in pari misura”, con riduzioni di spesa “in combinazione” con maggiori entrate derivanti dall’aumento delle accise sui carburanti “fino ad un massimo di 5 centesimi di euro/litro”. Una decisione non facile quella sul tavolo del governo alla luce delle polemiche ricorrenti circa il peso del fisco sui carburanti e dell’impatto sul carovita. L’ultima volta che l’esecutivo è ricorso all’aumento delle accise per una emergenza (circa 9 millesimi) è stato nello scorso autunno per fare fronte alle alluvioni in Liguria e Toscana. Da segnalare che nel frattempo l’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci), in considerazione dei gravi fatti che hanno colpito la comunità nazionale in questi ultimi giorni (Brindisi e terremoto), ha deciso di rimandare al 31 maggio prossimo la manifestazione già programmata e annunciata per il 24 maggio a Venezia.


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