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Nessun tetto alle pensioni dei dirigenti
Secondo quanto riferiscono fonti parlamentari l’emendamento alla spending review che lo prevedeva è stato accantonato

Non ci sarà alcun tetto per le pensioni retributive dei dirigenti pubblici. Secondo quanto riferiscono fonti parlamentari l’emendamento alla spending review, presentato dal deputato Pdl Guido Crosetto, è stato accantonato dai relatori con parere contrario del Governo, e quindi non sarà approvato dalle Commissioni bilancio e affari costituzionali della Camera. La proposta di modifica poneva un tetto di 6.000 euro netti alle pensioni erogate con il sistema retributivo, mentre salvava pensioni e vitalizi corrisposti in base al sistema contributivo.
Quanto al decreto taglia-spesa, il cui varo slitta alla prossima settimana, sono due le opzioni sul tavolo del Governo: un provvedimento light da 4,2-5 miliardi per il 2012 (e 7-10 l’anno per il biennio 2013-2014), modellato sul pacchetto-Bondi sugli acquisti di beni e servizi della p.a. (a partire dalla sanità), e un intervento rafforzato, da 7-8 miliardi già quest’anno, con la stretta sul pubblico impiego e altre misure.
L’ipotesi di un intervento sul pubblico impiego e di una stretta sulla sanità però non piace affatto ai sindacati, che saranno ricevuti dal premier Mario Monti dopo il Consiglio Ue, probabilmente il 2 luglio, poco prima del varo del decreto.
Sempre riguardo al decreto sulla revisione della spesa, ieri a tenere banco alla Camera è stato il caso sulle nuove regole per le offerte pubbliche, che con un emendamento del Pd approvato al Senato annullano molte gare mettendo a rischio, secondo le stime del Tesoro, per le casse dello Stato (almeno per quel che riguarda le gare Consip) circa 1,2 miliardi. Ma il Pd non sembra disposto a fare marcia indietro. La questione è stata congelata e rinviata a oggi. Intesa sostanzialmente raggiunta invece per l’esenzione di Poste e Ferrovie dalla spending review.


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