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Spending review sulla fiducia
Stamane il voto del Senato sul maxiemendamento presentato dal Governo. Tasse bloccate per gli studenti fuori corso e correzione di rotta sul farmaci generici. Intanto il pubblico impiego proclama lo sciopero per fine settembre

Il Governo ha posto la fiducia in Senato su un maxiemendamento che comprende i decreti sulla spending review e quello sulla dismissione del patrimonio pubblico. L’annuncio è stato dato ieri dal ministro Piero Giarda. Il maxiemendamento è stato “autorizzato dal Consiglio dei Ministri – ha detto Giarda – sugli emendamenti al testo del decreto approvati dalla Commissione, con alcune modifiche di coordinamento”. Il presidente del Senato, Renato Schifani, ha sospeso la seduta ed ha convocato la conferenza dei capigruppo che ha deciso di far svolgere ieri in serata la discussione, mentre questa mattina intorno alle 10 inizieranno le operazioni di voto. Tra le novità della nuova versione del provvedimento, le  tasse universitarie bloccate per tre anni per gli studenti non fuori corso il cui reddito familiare non superi i 40mila euro. Nella nuova disposizione si legge infatti che “per i prossimi tre anni accademici a decorrere dall’anno accademico 2013/2014 l’incremento della contribuzione per gli studenti iscritti entro la durata normale dei rispettivi corsi di studio di primo e secondo livello il cui Isee familiare sia non superiore a 40mila euro non può essere superiore all’indice dei prezzi al consumo dell’intera collettività”. Il Governo ha poi parzialmente cambiato rotta questione dei farmaci cosiddetti “griffati”. Nel maxiemendamento è stata inserita la possibilità per il medico di indicare nella prescrizione, oltre al principio attivo, una specifica marca. Si legge infatti, nel capitolo relativo alla sanità, che il medico è sì tenuto a “indicare nella ricetta del Servizio sanitario nazionale la sola denominazione del principio attivo del farmaco”, ma “ha facoltà di indicare altresì la denominazione di uno specifico medicinale a base dello stesso principio attivo”. Questa indicazione, con le modifiche apportate oggi, “è vincolante per il farmacista ove in essa sia inserita, corredata obbligatoriamente di una sintetica motivazione, la clausola di non sostituibilità”. “Sulla prescrizione dei farmaci nessun passo indietro da parte del governo”, si legge in una nota del Ministero dell’economia e delle finanze, a correzione delle interpretazioni circolate in serata.. “Come è indicato chiaramente nel maxiemedamento” al decreto-legge spending review, presentato dal governo, per il medico, si spiega nel comunicato, “resta l’obbligo di indicare il principio attivo del farmaco prescritto, avendo la facoltà di prescrivere, indicando i motivi, anche un medicinale specifico a base dello stesso principio attivo”. In questo ultimo caso, si legge nella nota, “il farmacista non può sostituire il farmaco prescritto ciò a garanzia della migliore terapia farmacologica del paziente”. Intanto Cgil e Uil confermano lo sciopero del pubblico impiego fissato per il 28 settembre prossimo al termine del tavolo con il ministro Filippo Patroni Griffi presso Palazzo Vidoni. Manca la Cisl che ha scelto di non partecipare, poiché – spiega il segretario confederale del sindacato Gianni Baratta – “non siamo d’accordo sui riflessi sui lavoratori pubblici della spending review. Vogliamo affrontare col ministro tutti i temi dell’accordo del 3 maggio scorso. Chiederemo a settembre un tavolo negoziale col governo per gestire questa partita con i lavoratori”. Baratta spiega infatti che “riteniamo che finché c’è la possibilità di trattare il sindacato deve trattare. Non ci hanno dato numeri certi. Il tavolo deve servire a gestire gli esuberi e noi siamo convinti che non ci saranno altri esuberi. Mettendo insieme le amministrazioni – aggiunge – siamo convinti che ci sono i margini di assorbimento”. Per il segretario confederale Cgil, Nicolosi Nicolosi, gli accordi del 3 maggio “che non vengono rispettati, rappresentano l’antisindacalità di questo governo”, mentre le cifre della spending review vengono confermate, e il segretario sottolinea che “il tema vero è che, se entro il 2015 la riduzione dei dipendenti pubblici andrà da 3 milioni e 300 mila a 3 milioni, siamo in presenza di riduzione dell’organico di 300 mila unità”. Il segretario confederale della Uil, Paolo Pirani, conferma la volontà di sciopero della propria associazione sindacale, evidenziando che “l’iniziativa di settembre parte dalla p.a. ma senza un cambio di passo e discontinuità occorrerà declinare l’azione del movimento sindacale, con una valutazione più generale sulle politiche del governo”.


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