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Piano per il territorio entro l’anno
Divieto di condono edilizio, obbligo per gli enti pubblici della manutenzione dei boschi e dei corsi d’acqua; terreni abbandonati alle cooperative per la loro valorizzazione e manutenzione. Sono alcuni dei punti della strategia del ministro Clini che sarà discussa oggi in Cdm

Un Piano nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici, la manutenzione e la sicurezza del territorio da approvare entro dicembre 2012. E che dovrà prevedere l’aggiornamento e la revisione delle norme urbanistiche in materia di usi del territorio, con il divieto di procedure di condono edilizio;l’obbligo per gli enti pubblici e per i privati della manutenzione dei boschi e dei corsi d’acqua;la concessione in uso a imprese cooperative di giovani di terreni abbandonati, situati nelle zone vulnerabili al rischio idrogeologico o al rischio di incendio, per la loro valorizzazione e manutenzione; l’istituzione di un fondo rotativo, istituito presso la Cassa depositi e prestiti, finalizzato al credito a basso tasso di interesse alle imprese ed ai soggetti privati per la realizzazione di progetti che concorrono alla attuazione del Piano, alimentato con il prelievo dello 0,5% dell’accisa applicata ai carburanti. Si tratta di uno dei cardini della strategia in cinque punti per lo sviluppo sostenibile dell’Italia che il Ministero dell’ambiente ha già messo a punto e che il ministro Corrado Clini porterà oggi in Consiglio dei ministri nell’ambito del piano crescita discusso dal Governo. I punti sono: la “decarbonizzazione” dell’economia italiana, la sicurezza del territorio, il recupero e la valorizzazione delle aree industriali dismesse in zone urbane soggette a bonifica, la gestione integrata dei rifiuti e la gestione integrata delle risorse idriche. Tra le varie misure elaborate, introdurre un pedaggio di circolazione nelle autostrade e nelle strade statali per auto, autobus e camion, differenziato in relazione alle emissioni specifiche di CO2/Km. L’introduzione di un pedaggio differenziato è una misura, sottolinea il ministro Corrado Clini, “già applicata in altri Paesi europei che ha il duplice effetto di usare la leva del prezzo per modificare le modalità di trasporto, e fare cassa a favore di programmi per la mobilità sostenibile. I proventi saranno destinati a un Fondo nazionale per la mobilità sostenibile”. “Condivido le idee del ministro Clini sulla necessità di chiedere comportamenti responsabili anche da parte dei privati per difendere il territorio dal degrado che, oltre a creare pericolo, genera costi rilevanti”. Lo dichiara il deputato Udc Mauro Libè, dirigente Enti Locali del partito, che aggiunge: “Chi ha proprietà di immobili, e specialmente di terreni, deve farsi parte attiva nella manutenzione degli stessi. Un sistema di tassazione virtuosa che tenga conto di questi aspetti – prosegue – contribuirebbe a migliorare il nostro Paese riducendo gli ingenti costi conseguenti ai disastri del territorio”. “Anche gli Enti locali devono farsi parte attiva per invertire questa tendenza che lascia tutto in carico al “pubblico” – sottolinea Libè – Molti interventi che pesano sulle casse della collettività potrebbero essere risparmiati con una cura minuta e continua del territorio. Non è pensabile che possano essere lasciate all’incuria vastissime aree private del Paese”, conclude l’esponente centrista. “Per rilanciare il Paese e guardare con fiducia al futuro bisogna investire nella Green Economy”, afferma in una nota Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd, commentando la strategia in 5 punti per lo sviluppo sostenibile del ministero dell`Ambiente. “La Green Economy, infatti, è una chiave straordinaria – spiega l’esponente democratico – per affrontare la crisi e le sfide che abbiamo davanti, mobilitando le energie migliori del Paese. Il provvedimento per rilanciare l’economia non punti su ricette vecchie: l’Italia non sarà salvata né dai pozzi petroliferi, né da infrastrutture che non servono al Paese. Bene la strategia in cinque punti per lo sviluppo sostenibile dell’Italia proposta dal ministro Clini. Sono queste le misure che servono alla crescita del Paese. Per rilanciare la nostra economia – conclude Realacci – dobbiamo partire dalle infrastrutture tecnologiche, come il potenziamento della banda larga e il rilancio dell’edilizia di qualità che punta su risparmio energetico e misure antisismiche”.


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