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Edilizia scolastica, un piano da 680 milioni
Investimenti concentrati in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, annuncia il Miur. In arrivo fondi immobiliari costituiti con gli enti locali. Ma non si placa la polemica sui tablet agli insegnanti annunciati da Profumo

Massimo impegno del Ministero dell’istruzione per risolvere le criticità dell’edilizia scolastica, con un piano del valore di 680 milioni di euro. In coincidenza con l’avvio dell’anno scolastico, l’analisi dell’anagrafe edilizia segnala che le questioni più delicate sono il prodotto di problemi stratificati nel tempo. Dato evidente dalle informazioni disponibili sul periodo di costruzione degli edifici, secondo cui il 4% di essi è stato costruito prima del 1900. E la maggior parte, il 44% delle scuole, in un periodo che va dal 1961 al 1980. Una eredità che incide in particolare per quanto riguarda il rischio sismico e le normative antincendio. Proprio su questi aspetti si concentra il piano che il Ministero dell’istruzione intende varare a breve, come annunciato ieri, forse anche in risposta alle molte polemiche sorte nei giorni scorsi sulla sicurezza delle scuole, in specie nelle regioni colpite da eventi sismici. Per quanto riguarda la normativa antincendio, a fronte di un dato che vede solo il 17,7% degli edifici in possesso del relativo certificato di prevenzione incendi (CPI) una nota ministeriale segnala che condizione necessaria per ottenere il CPI è il rispetto di tutti i requisiti previsti dalla normativa. Il mancato rispetto di uno solo di tali requisiti comporta, dunque, il non ottenimento del certificato. Tra i requisiti previsti – il 66,5% delle scuole possiede un impianto idrico antincendio; il 49,3% dispone di una scala interna di sicurezza; il 61,5% possiede la dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico; il 63% è munito di un sistema di allarme; il 98,3% è in possesso di estintori portatili; il 95,1% possiede un sistema di segnaletica di sicurezza. In ogni caso, sono le regioni del Sud che presentano, da questo punto di vista, le maggiori criticità. Il piano del Miur prevede un investimento di 680 milioni di euro (risorse europee) per interventi di riqualificazione e messa in sicurezza degli immobili scolastici delle Regioni appartenenti all’Obiettivo Convergenza (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia). In particolare, saranno realizzati interventi in 1.565 scuole così articolati: in Calabria 111,6 milioni di euro per interventi in 257 scuole, in Campania 273,5 milioni per 625 scuole, in Puglia 51,6 milioni di euro per 121 scuole, in Sicilia 244,3 milioni di euro per 562 scuole. Il progetto di riqualificazione vede coinvolto il Ministero su più fronti: da una parte con le linee guida in materia di edilizia scolastica, dall’altra parte, in collaborazione con regioni ed enti locali quali proprietari degli immobili e soggetti istituzionalmente competenti in materia – per la costituzione, a livello territoriale, di fondi immobiliari.
Questi strumenti possono consentire di raggiungere l’obiettivo di costruire nuove strutture superando, ad esempio, i limiti di spesa imposti dal Patto di stabilità interno. Nel caso di utilizzo dei fondi immobiliari, la realizzazione delle opere, l’investimento necessario e l’eventuale indebitamento sono, infatti, completamente a carico del fondo stesso, cui parteciperanno comuni, province, altri enti istituzionali presenti sul territorio, nonché il ministero. Intanto, sul territorio, l’avvio dell’anno scolastico non è stato immune da contestazioni e prese di posizioni. Una di queste arriva dalla Lombardia. La scuola lombarda vive una “grave situazione di emergenza”, ha scritto il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni in un messaggio inviato al direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale per la Lombardia Giuseppe Colosio, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico avvenuta a Milano, “a causa della mancata immissione in ruolo di 355 nuovi dirigenti scolastici, cosa che, oltre a causare disagio da un punto di vista organizzativo, didattico ed educativo, rischia di penalizzare “il lavoro di razionalizzazione e di efficienza portato avanti in questi anni da Regione Lombardia”. È sempre più evidente dunque la necessità di una “piena applicazione del Titolo V della Costituzione, che pone in capo alle Regioni la responsabilità della gestione del sistema scolastico e degli organici, compresa quella dei dirigenti, individuando modalità di selezione più moderne ed efficaci, come Regione Lombardia ha recentemente rilanciato con la Legge regionale del 2012, che prevede il reclutamento diretto da parte delle istituzioni scolastiche autonome”. Nel mirino è finito anche il Ministro dell’istruzione Francesco Profumo, duramente criticato dalla Flc Cgil per le novità illustrate in occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico. Il segretario generale Domenico Pantaleo, bolla l’annunciato arrivo di computer in ogni classe e tablet agli insegnanti del Sud come “un sogno digitale”, una “operazione mediatica per coprire con scenari mirabolanti, la triste realtà: questo anno scolastico si è avviato malissimo, uno dei peggiori a nostra memoria”. Nella lettera al ministro, infatti il sindacato denuncia “classi ancora senza insegnanti, personale ausiliario, tecnico e amministrativo non ancora nominato, grande confusione e difficoltà determinate dagli effetti del dimensionamento scolastico e dai tagli agli organici degli ultimi quattro anni, condizioni fatiscenti o insicure di tante nostre scuole”. E anche per il segretario federale della Lega Nord, Roberto Maroni, l’iniziativa lanciata dal ministro “è una cosa pazzesca che divide a fa danni anche alla scuola”. Lo ha detto ai microfoni di Radio Anch’io su Radiouno. “Non ho capito. Un membro del governo che dice favoriamo solo” i professori del Sud compie “un atto di odiosa discriminazione incomprensibile. Spero che il Governo faccia retromarcia” ha aggiunto. “Poi dicono che la Lega è razzista, ma noi rifiutiamo l’idea di una scuola di serie A e di serie B. La scuola dovrebbe essere uniforme ovunque, rispettare standard comuni” ha concluso.


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