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Protezione civile, ultimo avviso
I comuni dovranno dotarsi entro metà ottobre dei piani previsti dalla legge 100. Ma i ritardi sono notevoli. E il Dipartimento fa partire il monitoraggio

Ultimo avviso per gli enti locali dalla protezione civile. La legge 100 di riorganizzazione della Protezione civile, promulgata il 12 luglio scorso, prevede che i comuni si dotino dei piani entro 90 giorni dalla promulgazione. E quindi entro la metà di ottobre. Ma l’adempimento non sembra aver sensibilizzato molto le amministrazioni. Tanto che ieri il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, intervenendo alla presentazione del rapporto di Cittadinanzattiva su “La sicurezza della scuola in (tempo di) crisi”, ha annunciato di avere  “avviato un’interlocuzione con i governi locali, regioni, province e comuni per censire i comuni che siano dotati o si stiano dotando del piano di protezione civile. Il nostro obiettivo è quello di sollecitare i sindaci ad elaborare questi piani per poi pubblicare l’elenco sul nostro sito”. “È un dato sconfortante quello dell’assenza dei piani di protezione civile – ha osservato Gabrielli – soprattutto se consideriamo la sequela che ogni si verifica di eventi catastrofici, legati ai terremoti o al rischio idrogeologico”. Il capo della Protezione civile ha tenuto a ricordare che il terremoto dell’Emilia ha fatto meno morti (27) di quanti se ne siano contati nel 2011 per le conseguenze del rischio idro-geologico (42). “Mentre la prevenzione dei terremoti è più complessa, quella per i fenomeni atmosferici e le loro conseguenze a livello idrogeologico è più fattibile – ha proseguito Gabrielli – Ma è fondamentale che i comuni si dotino dei Piani di protezione civile, dotazione alla quale deve però seguire l’informazione e la messa in pratica, con le esercitazioni per i cittadini. Su questo versante – ha aggiunto – quello che la differenza non sono tanto le risorse quanto la SENSIBILITÀ. Per questo, in un momento di risorse scarse come quello attuale, se non si fa niente e si continua solo col refrain della mancanza di fondi, continueremo ad avere morti”. Proprio per aumentare l’informazione e la consapevolezza nei cittadini, il dipartimento della Protezione civile, insieme all’Anpas (Associazione nazionale pubbliche assistenze) e in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e ReLuis-Consorzio della Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica, tornerà il 13 e 14 ottobre in cento piazze di comuni a elevato rischio sismico, per il secondo anno, con la campagna “Terremoto – io non rischio”. Gabrielli si è anche soffermato sulla questione della sicurezza nelle scuole. “L’edilizia scolastica è un’emergenza che va affrontata con interventi strutturali ed è decisivo fare delle scelte. Se c’è volontà reale di porre la scuola al vertice delle preoccupazioni, allora è necessario che le poche risorse a disposizione siano impiegate per questo tipo di interventi”. “Questa crisi – ha concluso – ha messo in evidenza soprattutto un fatto: che non si può spendere più di quello che si ha”. Intanto però per le scuole i sindaci chiedono al governo l’esclusione dai vincoli imposti dal Patto di stabilità per la messa in sicurezza degli edifici, il rifinanziamento della legge 23 e lo sblocco dei fondi Cipe, come ha detto la delegata Anci alla Scuola Daniela Ruffino. “In questi anni – ha detto Ruffino, sindaco di Giaveno – i Comuni hanno investito molto sull’edilizia scolastica”; “Il ministro Profumo ha dimostrato piena disponibilità a dialogare con i comuni, ora però abbiamo la necessità di interventi più concreti”. “Chiediamo con forza al governo di istituire un Tavolo di coordinamento con le regioni, Upi e Anci per stabilire misure urgenti per la sicurezza degli edifici scolastici e per evitare nuove tragedie”, ha fatto eco in una nota Francesca Puglisi, responsabile Pd Scuola.


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