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Debiti p.a.: 10 mld per gli enti locali
Cantiere aperto sul d.l. 35/2013 per possibili modifiche relative alla Tares, alla semplificazione delle procedure e alla possibilità del ricorso alle compensazioni per gli anticipi

È stato firmato ieri, dal Ministro Grilli, il decreto ministeriale che, in attuazione del decreto approvato sabato scorso, stanzia i primi 10 miliardi a favore degli enti locali per garantire il pagamento dei debiti maturati al 31 dicembre 2012 e 500 milioni di euro destinati al pagamento dei debiti dei ministeri alla medesima data. “Questi ultimi fondi sono finalizzati in massima parte all’estinzione dei debiti sorti in conseguenza dell’espletamento da parte dei corpi di polizia delle proprie funzioni istituzionali su tutto il territorio nazionale, nonché del funzionamento dell’organizzazione giudiziaria e del mantenimento dei detenuti” si legge in nota diffusa in serata dal ministero, in risposta alle perplessità avanzate dal Pd.
Intanto in Parlamento già si lavora alle possibili modifiche da apportare al decreto 35: semplificazione delle procedure, ampliamento e gioco d’anticipo sulle compensazioni e rinvio della Tares i possibili ambiti di intervento.
Sulla Tares, in particolare, il decreto 35/2013, all’art. 10 prevede già un alleggerimento escludendo dalla tassazione le aree scoperte non operative, che possono essere considerate pertinenziali o accessorie a locali tassabili, infatti, tali aree fino al 2012 erano escluse dal pagamento sia della Tarsu che della Tia.
L’articolo 14 del del dl «salva Italia»(201/2011), che dal 2013 ha istituito il nuovo regime di prelievo sui rifiuti, esonerava dal pagamento solo le aree scoperte pertinenziali di civili abitazioni e quelle condominiali. Con un aumento notevole della tassazione per i soggetti che svolgono attività commerciali e industriali, qualora i comuni avessero applicato a superfici di ampie dimensioni la tariffa relativa alla specifica attività esercitata dall’impresa. Non a caso più volte dalle pagine di questo giornale era stata sollecitata una modifica normativa, per escludere dal pagamento della tassa le aree pertinenziali o accessorie, cosiddette non operative (per esempio, il parcheggio di un supermercato o l’area di manovra di uno stabilimento industriale).
L’articolo 10, inoltre, ribadisce l’esonero dal nuovo balzello delle aree scoperte pertinenziali o accessorie a civili abitazioni e quelle condominiali, a meno che non siano detenute o occupate in via esclusiva. Si intende per area accessoria o pertinenziale quella che viene destinata in modo permanente e continuativo al servizio del bene principale o che abbia con lo stesso un rapporto oggettivamente funzionale. Per esempio, un cortile o un giardino condominiale, un’area di accesso ai fabbricati civili e così via.
Per definire le correzioni da apportare, sono state messe in calendario audizioni con tutti i soggetti interessati. Si comincia stamattina con Confapi, Anci-Upi e Regioni; si prosegue nel pomeriggio con Alleanza cooperative, Federambiente e Ance. Da lunedì 15 spazio alla Ragioneria generale dello Stato e ai professionisti (Cup). Ultimo atto martedì quando in commissione sarà il turno di Confindustria, Rete imprese Italia, Cassa depositi e prestiti, Abi e del ministro Grilli. Dopodiché si passerà agli emendamenti che, salvo eventuali rinvii, andranno presentati entro le 18 di giovedì 18. Con l’obiettivo al momento confermato di portare il Dl in aula il 29 aprile e votarlo dal 2 maggio.
Il lavoro di riscrittura sul provvedimento si annuncia ampio. Pur nel rispetto dei paletti che l’esecutivo ha deciso di porre, considerandolo un collegato alla legge di stabilità. Uno “scudo” che punta a evitare i temuti assalti alla diligenza. E che supplisce in parte all’impossibilità del Governo Monti, in carica per gli affari correnti, di porre la fiducia l’aula.
Il grosso del lavoro dunque lo dovranno fare i 40 deputati della super-commissione. Che si stanno portando avanti incontrando creditori e debitori.


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