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La Camera approva il decreto del fare
Dopo due giorni e due notti di seduta fiume, il d.l. ora passa all'esame del Senato

È arrivato alle 13 il voto finale sul decreto del fare (voti a favore 344, contrari sono stati 136), su cui nell’Aula della Camera il M5S ha praticato un duro ostruzionismo per far slittare a settembre l’esame a Montecitorio del d.d.l. di riforma costituzionale. Dopo due giorni e due notti di seduta fiume, il d.l. ora passa all’esame del Senato.

Per tutta la notte è continuato alla Camera l’ostruzionismo dei deputati grillini per protesta contro il disegno di legge di riforme istituzionali che modificherebbe l’art. 138 della Costituzione. In base al regolamento di Montecitorio, ciascuno di loro ha a disposizione in questa fase dieci minuti per parlare. Nell’Aula, dove per l’intera notte ha condotto i lavori ininterrottamente il vicepresidente Roberto Giachetti (che ha sospeso la seduta fiume per soli cinque minuti per una pausa tecnica attorno alle 3), sono rimasti praticamente solo i deputati dell’M5S, che si davano il turno al microfono, ed un rappresentante del Governo, oltre ad alcune “sentinelle” degli altri partiti.

Il leader del M5S ha scritto sul blog che “L’articolo 138 è la barriera tra la Costituzione e i partiti. Impedisce che ne sia fatta carne da porco. Prevede due volte il voto delle Camere e un referendum popolare di conferma. I saggi, prima 10 e poi 40, di stretta osservanza governativa, solo Pd, Pdl e Scelta civica, nessuno del M5S, stanno operando laboriosamente per spossessare il Parlamento delle sue (poche) prerogative”.
Ma cosa dice l’art. 138 della Costituzione:

Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione.
Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali.
La legge sottoposta a referendum non è promulgata, se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi.
Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti.

Per oggi era previsto un incontro del presidente del Consiglio Letta con i parlamentari del M5S: sul tavolo l’ostruzionismo in aula alla Camera del movimento che chiedeva lo spostamento a settembre del disegno di legge costituzionale. L’incontro, cui dovevano partecipare anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, e quello per le Riforme costituzionali, Gaetano Quagliariello, è stato invece cancellato.

Tra le norme:

Scuola: Per la messa in sicurezza delle scuole arrivano 150milioni in più per il 2014, da ripartire tra le Regioni.
Agenda Digitale: implementata la governance sia della Cabina di Regia che dell’Agenzia. Domicilio digitale: la casella di posta elettronica certificata (Pec) è assegnata di diritto ad ogni cittadino ed è poi attivabile in via telematica dall’interessato; Wi-Fi: gli esercizi commerciali che lo offrono gratis, non dovranno più identificare il cliente che si connette.
Fisco: Equitalia non potrà sequestrare il macchinario o ilbene mobile se l’azienda o il professionista dimostra che esso è “strumentale” alla propria attività. L’unica casa di abitazione non può essere pignorata. Per le partite Iva comunicazioni telematiche semplificate.


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