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Torino, le reazioni alla vendita dell'80% dell'azienda di trasporto pubblico Gtt

Divide, e non solo la maggioranza in Sala Rossa, l’annuncio di Fassino di voler vendere l’80% del ramo trasporti di Gtt, rinunciando a mantenere in mano pubblica il controllo dell’azienda, come inizialmente previsto. 

È contraria Sel, coi due consiglieri Michele Curto e Marco Grimaldi, che insistono sugli impegni votati dal Consiglio comunale solo pochi mesi fa che affermavano l’intenzione di detenere almeno il 51% delle quote del gruppo dei trasporti cittadino. E se una parte del Pd si dice disponibile a valutare la nuova linea del primo cittadino, a patto che siano garantite tariffe, qualità del servizio e livelli occupazionali, l’opposizione di Sinistra Ecologia e Libertà spinge più d’uno a parlare di uscita di quest’ultima dai ranghi della maggioranza.

La vendita dell’80% anziché il 49% certo aiuterebbe Palazzo civico a fare cassa, rendendo l’azienda più appetibile sul mercato, tanto che alcuni gruppi si sono già fatti avanti manifestando il proprio interesse. Ma l’idea di una privatizzazione di Gtt suscita preoccupazioni da più parti, dai sindacati alle associazioni ambientaliste e di consumatori.

È contraria Donata Canta, segretaria generale della Cgil. È contraria Legambiente. Sono contrarie Federconsumatori, Altroconsumo e Assoutenti. «Guardiamo con preoccupazione la cessione a privati delle quote di maggioranza di Gtt – spiega Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta –, non condividiamo l’idea che per ripianare i debiti si possano svendere dei servizi essenziali di una metropoli europea, servizi da sempre orgoglio di ogni sindaco: l’igiene urbana, la mobilità, l’energia e i servizi idrici. In un momento di crisi economica come quello che stiamo vivendo è ancora più necessario e strategico per la Città disporre di un servizio di trasporto pubblico efficiente e che garantisca a tutti il servizio, anche in quelle tratte e su quelle linee per cui non c’è un ritorno economico positivo». Non sarebbe la vendita ai privati, secondo Legambiente, la soluzione ai problemi di gestione del servizio di trasporto pubblico locale: «Crediamo sia possibile e doveroso risolvere le attuali inefficienze aziendali di Gtt tramite un’azione di risanamento possibile anche in mano pubblica. Mantenere la maggioranza delle quote vuol dire avere maggior controllo sul servizio offerto ai cittadini».

Simili le posizioni, e le preoccupazioni, espresse dalle associazioni dei consumatori. «Vada per l’ingresso di un socio privato, ma la maggioranza deve rimanere in mano pubblica», sostiene il presidente di Federconsumatori Piemonte, Giovanni Dei Giudici. «Si tratta di un servizio universale, siamo perciò convinti che il controllo dovrebbe rimanere pubblico. Con un privato al comando potrebbero aumentare i costi dei biglietti, si veda cos’è successo nel settore autostrade». «L’obiettivo evidente è quello di fare cassa – rincara Maurizio Cardona, presidente di Assoutenti Piemonte – ma così c’è il rischio di svendere un patrimonio collettivo, con un aumento dei costi per gli utenti, a fronte di un peggioramento del servizio». Pollice verso anche da parte di Altroconsumo, che per bocca del referente regionale Nicolas Russello si dice «preoccupata perché le esperienze passate di cessione ai privati sono negative, si pensi al caso dell’aeroporto di Caselle». Preoccupazione non solo per la qualità del servizio, ma anche «che la vendita a un privato sia la scusa per tagliare dei posti di lavoro».

(Fonte: Eco dalle città)


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