Sisma e neve, le richieste ANCI: nel Milleproroghe il rinvio delle scadenze per i Comuni colpiti?

Un rinvio delle numerose scadenze amministrative previste entro il 31 Gennaio, a favore dei Comuni colpiti da sisma e neve. A chiederlo è l’ANCI, unendosi al grido d’allarme delle ANCI regionali e degli stessi Comuni colpiti da terremoto e maltempo, molti dei quali sono da giorni senza elettricità.

“L’emergenza – spiega il delegato ANCI alla Protezione Civile Bruno Valentini – non è affatto superata, ed è necessario ora moltiplicare gli sforzi. A questo si aggiungono ora le questioni relative agli adempimenti burocratici a cui sono chiamati i Municipi entro la data del 31 gennaio. Siamo in contatto con i Sindaci colpiti e come ANCI ci siamo già attivati per dare pieno supporto ai Municipi, ma è ovvio che a quei Comuni, ancora senza corrente elettrica e alle prese con la verifica dei danni e lo sgombero della neve, è necessario concedere un rinvio delle scadenze previste per il prossimo 31 Gennaio”.
È infatti vero che entro il 31 Gennaio i Comuni sarebbero chiamati ad adempimenti burocratici che riguardano i fabbisogni standard, il monitoraggio del pareggio di bilancio, l’indicatore di tempestività dei pagamenti, l’aggiornamento del prospetto sull’avanzo di amministrazione presunto, l’invio dei dati sulle concessioni, il piano di prevenzione della corruzione, la trasparenza amministrativa.

Emergenza sisma e neve: un supporto ai Sindaci

Con riferimento poi agli allarmi diffusi in questi giorni sui rischi derivanti da nuove scosse di terremoto nel cratere dei Comuni già colpiti, Valentini si affida “alla sensibilità già dimostrata dal premier Gentiloni sull’argomento”, ma aggiunge: “Facciamo in fretta, sui Sindaci non possono essere scaricate in modo grave indicazioni confuse oppure ordini poco chiari su eventuali ulteriori rischi, né nuove responsabilità senza adeguate risorse. Scaricare  in questo modo e in questo momento sui Sindaci l’onere delle verifiche sulla vulnerabilità delle scuole significa addossare sulle loro spalle operazioni che richiedono tempo, risorse e poi decisioni tecniche, con il rischio di non riuscire tra l’altro a garantire la continuità didattica. Chiediamo pertanto un incontro urgente al Governo sulla questione delle verifiche di vulnerabilità e per fare il punto della situazione”.

La lettera dell’UPI al Governo Gentiloni

La gravità della situazione è testimoniata anche dalla lettera inviata dal presidente dell’UPI (Unione Province italiane) Achille Variati al premier Gentiloni.
“Da più di due settimane gli uomini delle Province in tutta Italia lavorano ininterrottamente 24 ore su 24, in condizioni proibitive, per cercare di mettere in sicurezza le nostre strade. Il centro Italia è il cuore della tragedia: lì i nostri operatori lavorano senza sosta, affiancando gli uomini della Protezione Civile, per cercare di risolvere quante più emergenze possibili. A loro va il nostro plauso e tutto il nostro sostegno.
Spiace dover ricordare che avevamo avvertito con un anno d’anticipo Governo e Parlamento che tagliare oltre ogni misura i bilanci delle Province avrebbe messo in crisi servizi essenziali, come appunto lo spazzamento neve – afferma il presidente dell’UPI -, una situazione di continua e costante criticità, che ovviamente si trasforma in vera e propria emergenza se ci si trova a dover far fronte alle drammatiche condizioni meteo che stanno colpendo il centro Italia, martoriato dai terremoti.

Ho ritenuto indispensabile – aggiunge Variati – informare di questa situazione anche il Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, cui ho inviato una lettera per rendere noto il lavoro che le Province stanno svolgendo, costrette a fronteggiare un vero e proprio stato di crisi e ad investire risorse straordinarie e del tutto impreviste per sgomberare la neve e assicurare il ripristino della viabilità. Ho ribadito al Presidente che la situazione finanziaria delle Province è già fortemente compromessa a causa dei tagli che negli ultimi due anni ne hanno minato i bilanci con un impatto drammatico sui servizi ai cittadini: una situazione, come abbiamo più volte spiegato, che sta deteriorando il patrimonio pubblico al punto da mettere a rischio la sicurezza stessa dei cittadini. Per questo – conclude il Presidente dell’Upi – a nome delle Province ho chiesto che sia consentito alle Province l’accesso al fondo di emergenza oggi deliberato dal Consiglio dei Ministri, per permetterci di continuare a sostenere il lavoro che stiamo portando avanti per non lasciare abbandonati cittadini, comunità e territori”.

>> CONSULTA LA LETTERA DELL’UPI.

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