Sindaco multato per aver potato gli alberi: le polemiche e una lettera importante

È proprio di questi giorni la notizia che il Sindaco di Gombito (un Comune in provincia di Cremona), Massimo Caravaggio, è stato multato a seguito di una operazione da lui compiuta nel proprio territorio comunale con l’aiuto di un assessore e di un consigliere comunale. Riportiamo di seguito la notizia pubblicata ieri sul sito dell’ANCI
Non solo le indennità azzerate. Non solo 180 milioni “prelevati dal bilancio del Comune e bloccati in Regione”. Non solo “quattro dipendenti e mezzo, e nessuna possibilità di assumerne altri”. Ma anche 12mila euro di multa (che forse scenderanno a 3mila) da pagare di tasca propria. Massimo Caravaggio, sindaco di Gombito (Cremona) è ben più (o molto meno) di un sindaco a costo zero in un Comune di poco più di 600 abitanti.

Il paradossale caso
Come molti suoi colleghi, soprattutto nei 5mila piccoli Comuni italiani, Caravaggio non si è arreso di fronte alle “mani legate” della sua amministrazione, a causa della mancanza di fondi. Ha voluto darsi da fare in prima persona, insieme a un assessore e a un consigliere del Comune, per potare alcuni alberi e arbusti laddove sarebbe dovuto sorgere un parco giochi per i bambini del paese, visto che di fondi per affidare i lavori a una ditta esterna non se ne vedeva l’ombra. Il paradossale risultato di un’opera di volontariato civico è consistito però in una multa da parte dell’Ispettorato del lavoro e dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari. Caravaggio è “reo” di aver agito come “datore di lavoro” nei confronti del suo consigliere e del suo assessore, i quali a loro volta non avevano – per l’Ispettorato – la formazione necessaria. L’ammontare complessivo della multa però è frutto di un’ulteriore beffa: al Sindaco infatti, dopo un’ispezione, sono stati contestate anche due irregolarità amministrative perpetrate dai precedenti amministratori.
“La multa – dice oggi il Sindaco – scenderà a 3mila euro se ci adegueremo entro il prossimo marzo, grazie al rinvio motivato della scadenza che noi stessi abbiamo chiesto e ottenuto per avere i tempi tecnici necessari. Ma la pagherò io, di tasca mia, innanzitutto perché non voglio dare adito a strumentalizzazioni e polemiche. E questo nonostante ci siamo completamente azzerati ogni indennità da quando siamo in carica come Giunta”.
L’amaro in bocca però resta: “Non solo non ci consentono più di investire neanche un euro – spiega il Sindaco – ma di fronte al puro volontariato le norme ci beffano e ci danneggiano ulteriormente. Non abbiamo fondi neanche per l’ordinaria amministrazione, come la manutenzione del verde pubblico ad esempio, per non parlare degli investimenti completamente bloccati”. Al tutto, spiega ancora Caravaggio, si aggiunge l’onere di “far funzionare e andare avanti una macchina amministrativa che può contare solo su 4 dipendenti a tempo pieno ed un dipendente part-time, senza possibilità di ampliare l’organico. Abbiamo un cantoniere, un vigile, un ragioniere per il bilancio, e l’altro dipendente e mezzo per tutto il resto”.
In una beffarda escalation di paradossi, Caravaggio spiega ancora che “le casse del mio Comune vantano un credito di 180 milioni. Sono avanzi di amministrazione bloccati in Regione, anche a fronte delle nuove regole sul pareggio di bilancio estese ai Comuni sotto i mille abitanti. Sono fondi reali, disponibili, con i quali potremmo fare investimenti ed evitare il volontariato, tra l’altro. E invece assistiamo ogni giorno non solo all’inesorabile stillicidio di risorse proprie e del Fondo di solidarietà comunale, ma anche all’assurdo per cui la cattiva gestione finanziaria dei più alti livelli di Governo viene fatta pagare a noi, prelevando i fondi dei nostri bilanci.”

La lettera di ANCI e Piccoli Comuni
Un caso che ha sollevato un mare di polemiche nella giornata di ieri: per tale motivo il coordinatore Nazionale Piccoli Comuni Massimo Castelli, il presidente di ANCI Lombardia Roberto Scanagatti e il presidente del dipartimento piccoli Comuni di ANCI Lombardia Michel Marchi hanno redatto una lettera inviata al governatore della Regione Lombardia Roberto Maroni, ai direttori dell’ATS della Valpadana e dell’INAIL di Cremona per esternare la loro “più forte preoccupazione per la vicenda”, effettuando “un appello accorato” ai destinatari del messaggio, “al Parlamento, al Governo: occorre trovare il modo per semplificare il lavoro di tutti i soggetti istituzionali presenti sul territorio. I Sindaci non possono essere chiamati all’assunzione di responsabilità pur essendo ogni giorno vittime della burocrazia e della complicazione legislativa. I Sindaci non possono esercitare allo stesso tempo il loro ruolo con passione e dedizione, ma con la spada di Damocle sempre puntata in attesa del prossimo provvedimento sanzionatorio. Chiediamo un gesto responsabile di attenzione, di solidarietà, di intervento risolutivo verso il Sindaco del Comune di Gombito e verso tutti quei Sindaci che, come lui, non rinunciano a vivere quotidianamente la propria funzione quale Servizio alla Comunità che li ha eletti”.

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