Sicurezza, più soldi ai sindaci

Forse i primi cittadini potranno avere presto una freccia in più al proprio arco per garantire la sicurezza nelle città. Per il Ministro dell’interno Roberto Maroni, infatti, è “giunto il momento di riformare” il Patto di stabilità, perché “per quanto riguarda la sicurezza, i sindaci hanno i soldi e non possono spenderli”. A margine della firma del patto per la sicurezza di Lecco, il responsabile del Viminale si è soffermato ripetutamente su uno dei problemi che maggiormente stanno a cuore delle amministrazioni locali. Intanto ha osservato che il patto di stabilità rappresenta “un problema per i sindaci”. “È giusto salvaguardare i conti pubblici, ma io credo sia opportuno consentire ai sindaci, con una riforma del patto di stabilità, di investire in sicurezza”. Maroni ha annunciato che solleverà la questione durante la prossima riunione del Consiglio dei Ministri. Il Patto di stabilità – ha spiegato – “è stato utile per garantire la sicurezza dei conti pubblici, ma dobbiamo garantire anche la sicurezza dei cittadini”. E, quindi, “se c’è una possibilità dobbiamo migliorare, modificare il patto per aumentare i livelli di sicurezza”. “Voglio prendermi l’impegno di lavorare in questa direzione”, ha garantito, perché quelle che riguardano la sicurezza “non sono spese futili, inutili, sono spese che vanno nella direzione giusta”. “Occorre uno sforzo in più – ha concluso – per fare in modo che i sindaci, oltre ad avere i poteri, abbiano anche le risorse, altrimenti sono sempre anatre zoppe”.
C’e poi l’altro grosso problema sollevato dalla recente sentenza della Consulta in materia di ordinanze sindacali. “Il potere di ordinanza è utilizzato da tutti i sindaci, di centrodestra e di centrosinistra, dobbiamo ridare loro questo potere”, ha affermato Maroni a proposito della decisione che ha limitato parzialmente i poteri d’ordinanza attribuiti col decreto del 2008 ai sindaci. Secondo il titolare del Viminale il pronunciamento della Corte è stato di carattere “più formale che sostanziale”. “Stiamo lavorando con l’Associazione nazionale dei comuni italiani per porvi rimedio”, ha garantito. Il ministro dell’Interno ha poi spiegato che intende “andare oltre” e “completare la riforma della Polizia locale, ferma da troppo tempo” in Senato.
Per quanto riguarda l’attualità legata all’emergenza clandestini, il Ministro ha spiegato che l’Italia sta procedendo”con l’accordo della Tunisia al rimpatrio di tutti i tunisini che arrivano”. “Sono oltre 330 i tunisini già rimpatriati da Lampedusa – ha ricordato – continueremo a farlo, perché pensiamo sia un deterrente importante: quelli che vengono dalla Tunisia sanno che saranno tutti rimpatriati”. Gli sbarchi, ha aggiunto il titolare del Viminale, “riprenderanno domani (oggi, ndr), perché oggi (ieri, ndr) è festa nazionale in Tunisia”. “Noi continueremo coi rimpatri – ha insistito – come abbiamo deciso di fare e come abbiamo già fatto”. “Altra storia è quella dei profughi che dovessero arrivare dalla Libia perché fuggono dalla guerra – ha concluso – costoro non saranno rimpatriati, perché non possono esserlo”. E per quanto riguarda i rapporti con la Francia, parzialmente deteriorati dalla vicenda clandestini, Maroni confida che “nel vertice del 26 aprile si possano risolvere amichevolmente le questioni che non ha senso continuino a permanere”. Il ministro ha spiegato che il blocco agli immigrati provenienti dall’Italia, imposto dalle autorità francesi, è stato “dovuto alla manifestazione dei centri sociali”. “Mi pare – ha aggiunto – che adesso la situazione sia tornata normale”.

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