Semestre europeo 2014: consolidare la ripresa

Il messaggio principale dell’analisi annuale della crescita di quest’anno adottata il 13 novembre scorso dalla Commissione è chiaro: la sfida più impegnativa cui è ora confrontata l’economia europea è trovare il modo di sostenere il processo di ripresa in corso. L’adozione dell’analisi annuale della crescita dà inizio al quarto semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche in un contesto in cui la crescita sta ripartendo e gli Stati membri stanno facendo progressi verso lacorrezione degli squilibri economici accumulatisi prima della crisi.
Questo è il motivo per cui nei prossimi dodici mesi la Commissione intende mantenere la sua strategia equilibrata per la crescita e l’occupazione e le sue cinque priorità principali:

  • portare avanti un risanamento di bilancio differenziato e favorevole alla crescita
  • ripristinare l’erogazione di prestiti all’economia
  • promuovere la crescita e la competitività, adesso e in futuro
  • lottare contro la disoccupazione e le conseguenze sociali della crisi
  • modernizzare la pubblica amministrazione.

Il Presidente Barroso ha dichiarato“L’economia dell’UE è giunta a una svolta. Gli sforzi dell’UE cominciano a dare risultati e la crescita sta lentamente ripartendo. L’analisi annuale della crescita per il 2014 individua gli ambiti in cui devono essere intraprese riforme più ambiziose per costruire una ripresa duratura e che sia fonte di occupazione.”
L’analisi annuale della crescita illustra in che modo gli Stati membri si stiano adeguando al processo di coordinamento delle politiche economiche, recentemente rafforzato, nel quadro del semestre europeo e lavorino meglio insieme in base a norme comuni.
Quest’anno il coordinamento di bilancio nella zona euro ha raggiunto un livello senza precedenti: per la prima volta, la Commissione valuterà i documenti programmatici di bilancio della zona euro per il 2014 prima che i bilanci siano adottati dai parlamenti nazionali e presenterà una panoramica della politica di bilancio della zona euro considerata nel suo insieme. I risultati della valutazione saranno pubblicati il 15 novembre.

Analisi annuale della crescita: relazione sui progressi

Gli Stati membri hanno fatto progressi per ciascuna delle cinque priorità individuate dalla Commissione nel 2013. Per il 2014 vengono proposte le stesse priorità, anche se l’accento è posto su settori diversi per tener conto dell’evoluzione del contesto economico a livello di UE e internazionale.

Risanamento di bilancio – Sono stati compiuti notevoli progressi e il disavanzo di bilancio medio nell’UE è stato ridotto di circa metà rispetto alla punta di quasi il 7% del PIL raggiunta nel 2009. I livelli del debito rimangono tuttavia elevati e dovrebbero arrivare quasi al 90% del PIL nel 2014 per poi iniziare a scendere. Grazie alla tempestività degli interventi gli Stati membri possono rallentare il ritmo del risanamento e puntare maggiormente a migliorare la qualità della spesa pubblica e a modernizzare la pubblica amministrazione a tutti i livelli. I paesi con un maggior margine di bilancio dovrebbero stimolare gli investimenti e i consumi privati, mentre gli investimenti a lungo termine nell’istruzione, nella ricerca e innovazione, nell’energia e nella tutela dai cambiamenti climatici dovrebbero sfuggire ai tagli di bilancio. Il carico fiscale dovrebbe essere trasferito dal lavoro al consumo, ai beni immobili o all’inquinamento.

Ripristinare l’erogazione di crediti – Il settore finanziario è stato in parte risanato e le tensioni sui mercati si sono notevolmente allentate dalla metà del 2012. Gli sforzi prodigati dall’UE per costruire un’Unione bancaria aumenteranno la capacità delle banche di gestire i rischi futuri. A breve termine, tuttavia, si deve fare di più per ridurre l’elevato debito privato (ad esempio, introducendo o migliorando i regimi di insolvenza per le imprese e le persone fisiche), preparare le banche ai nuovi requisiti patrimoniali e alle prove di stress e agevolare l’accesso delle imprese ai finanziamenti.

Crescita e competitività – In seguito alla crisi è stato avviato in tutta Europa un processo di riequilibrio orientato verso una crescita maggiormente basata sulle esportazioni. I progressi sono tuttavia insufficienti in termini di apertura dei mercati dei prodotti e dei servizi alla concorrenza, specie per quanto riguarda il mercato dell’energia e le professioni regolamentate. Occorre inoltre modernizzare i sistemi di ricerca.

Disoccupazione e sviluppi sociali – Gli Stati membri hanno fatto progressi per quanto riguarda la modernizzazione del mercato del lavoro e col tempo questo dovrebbe permettere di integrare un maggior numero di persone nella popolazione attiva. Ora bisogna aumentare il sostegno attivo e la formazione per i disoccupati, –anche attraverso il miglioramento dei servizi pubblici per l’impiego e l’introduzione di garanzie per i giovani–, e modernizzare i sistemi di istruzione. Gli Stati membri dovrebbero inoltre monitorare le retribuzioni, per assicurare che siano atte a sostenere sia la competitività sia la domanda interna, e dovrebbero garantire che i sistemi di sicurezza sociale inglobino i soggetti più vulnerabili.

Pubblica amministrazione – Diversi Stati membri stanno cercando di migliorare l’efficienza del settore pubblico nazionale, anche attraverso una maggiore cooperazione fra i vari livelli di governo. L’obiettivo prioritario dovrebbe essere la promozione dei servizi pubblici online e la riduzione delle formalità burocratiche.

L’analisi annuale della crescita contiene anche raccomandazioni su come approfondire il semestre europeo

Occorre rafforzare la titolarità nazionale delle raccomandazioni specifiche per paese formulate a livello di UE; a tal fine gli Stati membri dovrebbero coinvolgere maggiormente nel processo i parlamenti nazionali, le parti sociali e i cittadini per garantire che le riforme fondamentali siano capite e accettate. Gli Stati membri della zona euro dovrebbero dedicare più tempo al coordinamento delle grandi riforme, specialmente quelle dei mercati del lavoro e dei prodotti, prima che siano adottate a livello nazionale. Gli Stati membri devono inoltre attuare meglio le raccomandazioni specifiche per paese che ricevono ogni anno a primavera. La Commissione fornirà un contributo su tali questioni per il Consiglio europeo di dicembre.

Relazione sul meccanismo di allerta: verso una ripresa equilibrata

La relazione 2014 sul meccanismo di allerta, che lancia il prossimo ciclo annuale della procedura per gli squilibri macroeconomici, contiene un’analisi obiettiva delle economie degli Stati membri basata su un quadro di valutazione comprendente indicatori che misurano la competitività interna e esterna.
La relazione di quest’anno constata che vari Stati membri stanno compiendo progressi nella riduzione dei disavanzi delle partite correnti e nel recupero delle perdite di competitività. Rileva tuttavia la necessità di intervenire ancora per risolvere i problemi del debito elevato e della posizione patrimoniale netta sull’estero nelle economie maggiormente indebitate, mentre in alcuni paesi persistono avanzi consistenti delle partite correnti che possono essere indice di livelli insufficienti di risparmio e di investimento e dell’esigenza di rafforzare la domanda interna.
La relazione raccomanda un esame approfondito dell’evoluzione economica per 16 Stati membri che devono affrontare sfide e rischi potenziali diversi con possibili ripercussioni sul resto della zona euro e sull’intera UE. La relazione lascia impregiudicati i risultati di tali esami, il cui obiettivo è appurare se esistano squilibri e verificare se gli squilibri individuati in precedenza persistano o siano in via di correzione.
Gli esami approfonditi del ciclo precedente pubblicati nell’aprile scorso hanno constatato la presenza di squilibri eccessivi nel caso della Spagna e della Slovenia. I prossimi esami approfonditi valuteranno quindi la persistenza o il rientro degli squilibri eccessivi nonché il contributo delle politiche attuate da questi Stati membri alla loro correzione.
Per quanto riguarda la Francia, l’Italia e l’Ungheria, nel ciclo precedente gli esami approfonditi hanno riscontrato la presenza di squilibri che richiedevano un’azione politica risoluta. I prossimi esami approfonditi valuteranno la persistenza degli squilibri.
Per gli altri Stati membri per i quali erano stati individuati squilibri (Belgio, Bulgaria, Danimarca, Malta, Paesi Bassi, Finlandia, Svezia e Regno Unito), l’esame approfondito contribuirà a valutare la misura in cui gli squilibri persistono o sono stati corretti. Così come gli squilibri vengono individuati in base alle analisi dettagliate contenute negli esami approfonditi, per concludere che uno squilibrio è stato superato si dovrebbe tenere debitamente conto di tutti i fattori pertinenti con un altro esame approfondito.
Si prepareranno esami approfonditi anche per la Germania e il Lussemburgo per esaminarne meglio le posizioni sull’estero e gli sviluppi interni, in modo da verificare l’eventuale esistenza di squilibri in questi paesi.
Si giustifica un esame approfondito anche per la Croazia, nuovo membro dell’UE, perché occorre comprendere la natura e i potenziali rischi che ne caratterizzano la posizione sull’estero, l’andamento degli scambi e la competitività, oltre che gli sviluppi interni.

Progetto di relazione comune sull’occupazione: lavoro e sviluppi sociali in primo piano

La relazione comune sull’occupazione, allegata all’analisi annuale della crescita, evidenzia segnali incoraggianti di un arresto dell’aumento della disoccupazione e la realizzazione di progressi da parte degli Stati membri nelle riforme del mercato del lavoro nel corso dell’ultimo anno. La disoccupazione resta tuttavia a livelli inaccettabilmente elevati, soprattutto per giovani e disoccupati di lunga durata; inoltre, i dati relativi agli indicatori occupazionali e sociali presentati in un nuovo quadro di valutazione, incluso per la prima volta nella relazione, rilevano che tra gli Stati membri, e soprattutto all’interno della zona euro, si sono scavati solchi persistenti nei tassi inerenti a disoccupazione, disoccupazione giovanile, reddito delle famiglie, ineguaglianza e povertà.
È pertanto di fondamentale importanza perseverare negli sforzi volti a migliorare la resilienza dei mercati del lavoro. Altrettanto importante sarà favorire la creazione di occupazione nei settori in rapida crescita, contribuendo a ridurre nel tempo le ineguaglianze e la povertà, rafforzando la protezione sociale ed effettuando investimenti sociali mirati.

Relazione sull’integrazione del mercato unico: migliorare il funzionamento del mercato unico

La seconda relazione annuale della Commissione sull’integrazione del mercato unico espone un’analisi dello stato di tale integrazione nei settori che presentano le maggiori potenzialità di crescita. Dalla relazione di quest’anno emerge che, nonostante i progressi compiuti nella riforma dei settori finanziario, digitale e dei trasporti, occorre continuare a adoperarsi in tali settori per migliorare il flusso degli investimenti, creare occupazione e migliorare la soddisfazione del cliente. È in particolare posta in evidenza la mancanza di progressi nell’apertura dei mercati dell’energia: due anni dopo il termine fissato, infatti, 14 Stati membri non hanno ancora recepito adeguatamente il terzo pacchetto energetico dell’UE nella normativa nazionale. La relazione rileva altresì che gli Stati membri non hanno ancora dato attuazione integrale alla direttiva dell’UE sui servizi, che presenta la potenzialità di aumentare la crescita complessiva di un 2,6% del PIL nei prossimi 5‑10 anni.

Prossime tappe

Venerdì 15 novembre la Commissione adotterà i pareri sui documenti programmatici di bilancio presentati da 13 Stati membri della zona euro (esclusi i 4 paesi inseriti in programmi di assistenza macroeconomica) e le proposte di pareri del Consiglio sui programmi di partenariato economico presentati dai 5 Stati membri della zona euro sottoposti alla procedura per disavanzi eccessivi. Presenterà altresì una panoramica delle prospettive di bilancio della zona euro nel suo complesso e riferirà sugli interventi attuati dai paesi che non appartengono alla zona euro nel quadro della procedura per disavanzi eccessivi.
L’analisi annuale della crescita sarà discussa dai ministri nazionali (in sede di Consiglio) e avallata dai leader dell’UE nel vertice del marzo 2014. La Commissione attende con interesse anche il contributo del Parlamento europeo.
La relazione sul meccanismo di allerta sarà discussa in dicembre dai ministri delle finanze e dai leader dell’UE, che concorderanno gli aspetti principali sui quali procedere ad un ulteriore coordinamento delle politiche e delle riforme economiche. Nel frattempo la Commissione elaborerà gli esami approfonditi per i 16 Stati membri individuati nella relazione sul meccanismo di allerta, che saranno poi pubblicati nella primavera 2014.

Contesto

Il semestre europeo, introdotto nel 2010, assicura che gli Stati membri discutano i loro programmi economici e di bilancio con i partner dell’UE in momenti specifici dell’anno. Ciò consente loro di fare osservazioni sui programmi degli altri e permette alla Commissione di offrire un orientamento politico in tempo utile prima che vengano adottate decisioni a livello nazionale. La Commissione verifica altresì se gli Stati membri stiano lavorando per la realizzazione degli obiettivi in materia di occupazione, istruzione, innovazione, clima e riduzione della povertà fissati da Europa 2020, la strategia di crescita a lungo termine dell’UE.
Il ciclo inizia ogni anno a novembre (si veda il grafico infra) con l’analisi annuale della crescita della Commissione (priorità economiche generali per l’UE), che fornisce agli Stati membri orientamenti politici per l’anno successivo. Leraccomandazioni specifiche per paese pubblicate in primavera offrono agli Stati membri consigli specifici sulle riforme strutturali di più vasta portata, il cui completamento richiede spesso più di un anno.
La sorveglianza di bilancio nella zona euro si intensifica verso la fine dell’anno, quando gli Stati membri presentano i documenti programmatici di bilancio che vengono valutati dalla Commissione e discussi dai ministri delle finanze della zona euro. La Commissione esamina anche la politica di bilancio della zona euro considerata nel suo insieme.
La Commissione verifica l’attuazione delle priorità e delle riforme durante tutto l’anno, concentrandosi sulla zona euro e sugli Stati membri con problemi finanziari o di bilancio. Per maggiori particolari, si veda il MEMO/13/979.

(Fonte: Commissione europea)

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