Scuola, ecco le stabilizzazioni

Governo e sindacati hanno raggiunto l’accordo per l’immissione in ruolo di 67mila tra docenti e personale Ata, a partire dal primo settembre prossimo e per gli anni 2011-2013. Le procedure avviate ieri prevedono l’assunzione di 32.482 docenti e 36.488 tecnici amministrativi della scuola. Per il segretario generale della Cgil scuola, Mimmo Pantaleo, si tratta di un “primo importante risultato che consente la stabilizzazione di una parte dei precari”. Dopo la prima tranche, l’operazione prevede, spiegano fonti sindacali, un seguito con la copertura dei posti che si renderanno vacanti e disponibili per il biennio successivo e che sono stimabili in 30.000 annui. Nella riunione, avvenuta su richiesta di Snals-Confsal, Cisl Scuola, Uil Scuola e Gilda – e cui hanno partecipato le confederazioni di riferimento: Confsal, Cisl, Uil e Cgu -, il governo ha riaffermato la volontà di attuare gli impegni assunti con la legge 106/2011 (di conversione del decreto sviluppo). Il governo ha anche accolto la richiesta dei sindacati di avviare subito le procedure necessarie con l’emanazione di uno specifico atto di indirizzo all’Aran. Snals-Confsal, Cisl, Uil e Gilda, insieme alle rispettive confederazioni, si sono impegnati a concludere in quella sede e in tempi strettissimi gli accordi che dovranno garantire l’invarianza di spesa, richiesta dalla legge. “Con gli impegni che ci siamo assunti, necessari per consentire le nomine in ruolo, abbiamo interpretato non solo la volontà di tanti colleghi precari ma anche l’esigenza di stabilità delle istituzioni scolastiche autonome”, ha dichiarato il segretario generale Snals-Confsal Marco Paolo Nigi. “Diamo atto al governo di aver mantenuto gli impegni anche in un contesto economico internazionale di indubbia difficoltà. Questo importante risultato garantisce al sistema scuola la necessaria continuità didattica che dovrà essere completata con l’introduzione di un organico delle istituzioni scolastiche stabile e pluriennale. Solo così le scuole saranno in grado di offrire una programmazione didattica di qualità rispondente alle esigenze dei giovani e della società”. L`assunzione a tempo indeterminato dei circa 65mila tra docenti e Ata negli anni 2011-2013, sulla base dei posti vacanti disponibili in ciascun anno, “eviterà la formazione di nuovo precariato in futuro e risponde ad una nuova filosofia: prevede infatti esclusivamente assunzioni basate sul reale fabbisogno del sistema d`istruzione, come sarà sempre, d`ora in poi, per tutte le assunzioni nel mondo della scuola”, dice in una nota il Ministero dell’Istruzione. Il Piano triennale di immissioni in ruolo, riferisce ancora il Ministero, è “un ulteriore risultato della razionalizzazione attuata in questi anni. Allo stesso tempo, è una risposta concreta al problema del precariato e delle graduatorie, e garantisce la stabilità del servizio scolastico ed educativo e le aspettative di quegli insegnanti abilitati iscritti nelle graduatorie ad esaurimento che prestano continuativamente da anni la propria attività tramite incarichi annuali”. Il Piano è ad invarianza dei saldi di finanza pubblica e agisce in continuità e coerentemente con la politica di razionalizzazione. Proprio per la continuità del servizio scolastico, nella legge 106/2011 (di conversione del decreto sviluppo), è previsto anche che le graduatorie vengano aggiornate ogni tre anni, con la possibilità di scegliere una sola provincia. Chi viene immesso in ruolo non può chiedere il trasferimento in altre province per un periodo di cinque anni. Le ultime stime elaborate dal Ministero prevedevano che, grazie ai pensionamenti e alle immissioni in ruolo degli ultimi anni, il fenomeno avrebbe trovato una definitiva soluzione in alcuni anni. “I provvedimenti contenuti nel decreto per lo sviluppo consentono, all`interno del quadro di riorganizzazione del personale della scuola, di ridurre i tempi previsti e dunque di risolvere definitivamente un problema nato nei decenni passati, a causa di scelte politiche irresponsabili che hanno fatto lievitare fino a 250 mila il numero degli insegnanti abilitati, iscritti nelle graduatorie ad esaurimento”, conclude la nota.

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