Rivoluzione PA: con la Riforma Madia addio al posto fisso?

Un Testo Unico per il Pubblico Impiego che applichi le direttive già contenute nella legge delega relativa alla riforma PA: questo uno dei temi più rilevanti emersi dall’importante incontro andato in scena nella giornata di martedì tra il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia e i sindacati: un incontro che ha riaperto le porte al rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici.

Su i nodi di produttività, reclutamento, mobilità e valutazione la Funzione Pubblica ha avviato un fecondo confronto con i sindacati: le somme in materia saranno tirate entro la metà di settembre per finalizzare il tutto almeno sul rinnovo dei contratti. Rimane pesante il problema delle risorse stanziate, troppo poche anche se dovesse passare la linea di premiare i redditi più bassi. “Riprogettare i servizi pubblici ci sta bene, ma oggi un infermiere guadagna come nel 2001”, afferma Giovanni Faverin, leader della funzione pubblica CISL.

Come affermato in apertura, rimane aperta la partita più importante, ovverosia quella relativa alla definizione di un Testo Unico per il Pubblico Impiego che applichi le direttive già contenute nella legge delega. Direttive idonee a provocare un cataclisma (o perlomeno un cambio di paradigma storico) nel Pubblico Impiego: licenziabilità sia dei dipendenti che dei dirigenti in eccedenzaobbligo di trasferimento (quando richiesto) entro i 50 chilometri, mobilità (in teoria già prevista, ma nella realtà non praticata).

Si tratterebbe, di fatto, di un addio al posto fisso e agli scatti automatici per gli statali: il cuore pulsante della Riforma della Pubblica Amministrazione targata Governo Renzi. Per definire nel concreto tali cambiamenti a livello di disciplina c’è ancora qualche mese di tempo, dal momento che i termini della delega scadono a febbraio.

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